Home Nazionale Sbarca in Lituania la ‘nordic cuisine’, diventa meta gourmet

Sbarca in Lituania la ‘nordic cuisine’, diventa meta gourmet

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Vilnius, 13 ago. (Labitalia) – Sbarca in Lituania la ‘New Nordic Cuisine’, quella rivoluzione che ha portato la cultura gastronomica dei paesi scandinavi in vetta alle classifiche dei migliori ristoranti del mondo, sposando la via salutistica ed etica alla buona tavola. Partita da Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia, ora sembra estendersi anche ad altri paesi ‘cugini’ affacciati sul Baltico, come la Lituania, che si va sempre più affermando come meta gastronomica.
Stretta fa una tradizione fatta di zuppe, patate, pesce affumicato e stufati, e uno stile anni Novanta, post-indipendenza, segnato da influenze francesi, la ‘new wave’ della gastronomia moderna è arrivata anche qui. Sarà perché il rapporto con i paesi scandinavi è sempre stato molto stretto – hanno rappresentato la principale terra di emigrazione negli anni bui per il popolo lituano e ora sono una promettente fetta dell’incoming – o perché la Lituania negli ultimi anni ha registrato un vero e proprio boom di turisti (in particolare in questo 2018 in cui si festeggia il Centenario della prima indipendenza), sta di fatto che il ‘fine dining’ ormai fa scuola.
Una nuova storia gourmand tutta da scrivere, quindi, per un paese che vuole sempre di più puntare sul turismo enogastronomico, come conferma il Lithuanian State Department of Tourism (www.lithuania.travel), rappresentato in Italia da Aigo.
“Il turismo enogastronomico si sta sviluppando sempre più in Lituania, generalmente abbinato a una scoperta più ampia del territorio e delle sue eccellenze culturali e naturalistiche”, spiega Indre Slyziute, marketing & incoming manager per l’Italia del Lithuanian State Department of Tourism. “Tra i prodotti gastronomici più apprezzati e sui quali è possibile seguire dei veri e propri itinerari tematici in giro per il Paese, la birra (se ne producono oltre 200 varietà artigianali) e il latte con i suoi derivati, a cominciare dal formaggio”, aggiunge.
Se ancora non si può ‘tecnicamente’ parlare di ‘stellati’, in attesa di una guida Michelin delle terre baltiche, in Lituania cominciano ad affermarsi giovani chef che nulla hanno da invidiare ai colleghi più nordici, forti di materie prime versatili, tecniche all’avanguardia e soprattutto tanta voglia di emergere. E, per chi volesse orientarsi fra una proposta gastronomica sempre più variegata, l’unica guida disponibile è il ‘Thirty Best Lithuanian Restaurants’.
A Vilnius, fra i locali rappresentativi della new wave, c’è ‘Sweet Root’, dove si mangiano piatti tradizionali reinterpretati, preparati scegliendo solo ingredienti stagionali e locali da un team di 4 giovani che si sono dati come mission quella di riportare l’orgoglio nazionale a tavola.
“Gran parte degli ingredienti che utilizziamo – raccontano – li prendiamo dal nostro orto o da persone di cui ci fidiamo, che hanno la nostra stessa filosofia. In Lituania abbiamo bellissime tradizioni, a volte dimenticate o sottovalutate. Quindi, l’ispirazione per la nostra cucina deriva dalla memoria dell’infanzia, dalle storie dei nostri nonni e dalle semplici abitudini quotidiane. In ogni piatto cerchiamo la bellezza della semplicità e della genuinità, così come la ricchezza e complessità di un gusto naturale”.
Ma la rivoluzione gourmet non si ferma alla capitale. Si comincia a respirare anche a Kaunas, seconda città della Lituania, che ha fatto e sta facendo – con grandi opere che la preparano al 2022 quando sarà Capitale europea della cultura – più sforzi per lasciarsi alle spalle un periodo di decadenza dopo quella che ancora oggi viene chiamata ‘occupazione sovietica’. In città, per esempio, fa tendenza il ristorante Uoksas, dove, fra design e richiami alla natura delle foreste, il giovane chef Arturas Naidenko prepara i suoi piatti dalla cucina a vista.
“Stiamo sviluppando una visione – spiega – di quello che dovrebbe essere la nuova cucina lituana. Per i nostri piatti usiamo prodotti stagionali e locali, con l’ausilio di tecniche moderne e dell’estetica nordica, che per noi è molto affascinante: cerchiamo di dare un senso al gusto tradizionale in espressioni nuove e uniche. Questa è la caratteristica che ci contraddistingue e che ci rende interessanti per un pubblico gourmet fatto anche, sempre di più, da stranieri”.
E per conoscere da vicino gli ingredienti della cucina lituana, si può scegliere fra i tanti tour che portano alla scoperta sopratutto di birrifici artigianali e caseifici. Come a Rokiskis, dove un vero e proprio museo mostra storia e lavorazione del formaggio, oltre ovviamente a dare la possibilità di degustarlo. Innumerevoli le rotte sulla via della birra, soprattuto nella regione di Birzai dove da generazioni si tramanda l’arte brassicola.
Sul Baltico, poi, non può mancare un ‘incontro ravvicinato’ con il pesce. Così, a Neringa, la Penisola Curlandese che protegge e separa la terraferma dal mare, si può assistere all’affumicatura semplicemente sedendosi al tavolo di uno dei locali che offrono snack a base di aringa, sgombro o merluzzo, che fanno bella mostra di sé appesi a essiccare.
Ma c’è un altro alimento centrale nella gastronomia lituana: il pane integrale. Il paese, infatti, vanta una produzione e un consumo fra i più alti al mondo, con 110 kg per persona all’anno. Ci sono molti posti in cui si possono fare lezioni di cucina per imparare a prepararlo: dal mais alla cottura, compresa la preparazione della pasta e la formazione della pagnotta. Uno dei modi migliori per gustarlo? Accompagnato con il formaggio fresco e il miele, altri due prodotti della tradizione gastronomica lituana.