Home Attualità Scuola: Faes, da gestione stress a lavoro in team una realtà già da primaria

Scuola: Faes, da gestione stress a lavoro in team una realtà già da primaria

0

Milano, 4 apr. (Labitalia) – Problem solving, gestione dello stress, creatività e lavoro in team: alle scuole Faes Milano le soft skills sono realtà già dalla primaria. Le scuole Faes Milano (circa 1.000 studenti ripartiti tra asilo nido, scuola materna, primaria, secondaria di primo grado e licei, con un trend di crescita costante) considerano, infatti, le soft skills, insieme all’apprendimento dell’inglese fin dal nido, uno dei fiori all’occhiello del proprio modello formativo, tanto da proporle, con modalità specifiche e appropriate all’età, in tutti i livelli scolastici. A partire dal coding, lo sviluppo del processo di progettazione, che viene studiato già dai bambini di 7 anni: una vera innovazione nella scuola italiana.
A partire dalla seconda classe della scuola primaria, infatti, si affrontano come materie curricolari la recitazione, gli scacchi, la formazione del carattere (anche attraverso incarichi che favoriscono l’autonomia e il senso di responsabilità), il problem solving, tutte attività che contribuiscono a sviluppare la creatività, la capacità di ascoltare e di esprimersi, il pensiero logico e strategico, l’abilità a scomporre i problemi per affrontarli meglio. Fino ad arrivare, al liceo, alla gestione dello stress, alle tecniche per parlare in pubblico e sostenere colloqui efficaci, al valore della collaborazione e del team, a esperienze di alternanza scuola-lavoro veramente formative e arricchenti, capaci di dare una marcia in più a chi un’occupazione dovrà cercarla davvero.
Un progetto serio e strutturato che è confluito nel project work con cui le scuole Faes Milano hanno conseguito il master in Management delle istituzioni scolastiche e formative del Mip Politecnico di Milano (Mes), diretto da Tommaso Agasisti: un master di 18 mesi, in partnership con l’Università Cattolica, che, anche attraverso il confronto con le migliori esperienze europee, vuole fornire le competenze manageriali e di leadership educativa per la conduzione delle istituzioni scolastiche.
“Le maggiori difficoltà che incontrano i giovani alle prime esperienze lavorative non sono di tipo cognitivo-tecnico -spiega Fiorenza Seghetti, dirigente scolastico di Nido, scuola dell’infanzia e primaria Faes- ma riguardano le capacità di rapportarsi con gli altri, di analizzare un problema e risolverlo, di comunicare efficacemente, di gestire lo stress e le emozioni”.
“Le soft skills -sottolinea- hanno a che fare con il ‘chi siamo’, più che con il ‘cosa sappiamo’, possono essere apprese e sviluppate e nel contesto delle scuole Faes sono parte integrante del progetto educativo, che pone al centro l’educazione personalizzata degli alunni e il cui strumento principe è il sistema di tutorial: ogni studente deve essere messo in grado di sviluppare le proprie capacità e attitudini, di formarsi un criterio di giudizio e di prendere decisioni libere e responsabili. I docenti sono prima di tutto orientatori”.
Già dalla scuola primaria è importante offrire ai bambini numerose occasioni di acquisire abilità in maniera sistematica: si va dalle lezioni di teatro (che insegnano l’autocontrollo, la disciplina, la percezione di sé e degli altri, l’ascolto, la pazienza, l’autocritica e il gusto del bello) agli scacchi, che sviluppano il ragionamento astratto, l’immaginazione, la memoria e la concentrazione, oltre a educare ai valori dello sport, come l’onestà, il rispetto, la capacità di superare gli insuccessi.
Dai 7 anni vengono poi svolti laboratori settimanali di coding utilizzando il programma Scratch, che permette di imparare a programmare attraverso il gioco e la creatività con un linguaggio grafico semplice: si possono creare storie animate, piccoli giochi, progetti di scienze, tutorial di trigonometria, biglietti di auguri animati.
All’interno di questo processo il bambino capisce come sperimentare nuove idee oppure come adattare soluzioni note a un problema, magari segmentandole, come trovare gli errori quando le cose non vanno e in genere come ragionare in maniera sistematica, sviluppando capacità logiche. A tutto ciò si affiancano attività di character building, momenti di volontariato e incarichi a rotazione in cui i bambini imparano a rendersi utili agli altri, fare da tutor ai più piccoli, condividere, prendere decisioni in autonomia e assumersi responsabilità.
L’approccio prosegue anche alla scuola secondaria di primo grado, dove si aggiungono tematiche specifiche come quelle dell’orientamento alla scuola superiore e al mondo del lavoro, affrontate per un’intera settimana con la presenza di esperti e professionisti esterni. L’ora settimanale di coding, in continuità con il percorso già avviato, ha ora come obiettivo principale quello di rafforzare il pensiero computazionale, stimolando la creazione di processi e di pratiche mentali utili alla soluzione di problemi e di accrescere la consapevolezza della crescente pervasività dell’informatica nella società.
Inoltre, ai licei Faes, classico, scientifico e delle scienze umane, la disciplina scolastica specifica ‘soft skills’ si sviluppa in quattro aree tematiche che riguardano le capacità intellettuali (logica, retorica, concentrazione, creatività e abilità a parlare in pubblico), quelle relazionali e l’intelligenza emotiva (lavoro di squadra, gestione dello stress, educazione all’affettività e al rispetto), l’etica della professione (responsabilità, deontologia) e l’alternanza scuola-lavoro (orientamento con Università e aziende, colloqui di lavoro e stesura di curriculum, impresa simulata, business plan e business model).
Inoltre, è obbligatorio scegliere una materia di potenziamento che apporti contenuti nuovi al curriculum standard dei licei italiani, con l’obiettivo di rafforzare alcune competenze cognitive e non, come quelle legate al digitale, alla scrittura e al giornalismo, all’educazione musicale, alle lingue straniere, all’economia e alla finanza, all’analisi del linguaggio dei media e dei metodi di comunicazione. Senza dimenticare gli stage in azienda, in Italia e all’estero, e le attività di volontariato.
“Le valutazioni che oltre 80 imprese e le università -chiarisce Barbara Morelli, preside e docente del liceo scienze umane e della secondaria di primo grado Faes- hanno dato ai liceali Faes al termine dei periodi di stage sono tutte molto alte, per le capacità critiche dimostrate sia rispetto alle dinamiche lavorative che a quelle umane, per lo spirito di imprenditorialità, per le capacità di apprendimento. Questo ci ha permesso di aumentare di anno in anno il numero e la qualità delle partnership”.