“A dire il vero sono un pochino sorpresa dalla contrarietà di alcune famiglie su quella che io chiamo la ‘super mensa’, perché sono quasi venti anni che Arezzo aspetta questo progetto.
Dare seguito al progetto per me significava e significa mantenere una promessa non solo mia ma di chi è venuto prima di me nei quasi venti anni precedenti. A ciò si aggiunge che non si tratta di una rivoluzione: oggi abbiamo 58 scuole dove i bambini mangiano, e solo in 12 ci sono cucine interne mentre nelle altre 46 il pasto è veicolato.
Mi pareva un ragionamento logico e per la verità non solo a me,visto che in questi giorni ho ricevuto famiglie che mi avevano manifestato favore per questa soluzione.
Ma non metterò mai famiglie ‘contro’ famiglie, perché nel governo delle politiche educative per me la parola d’ordine è ‘armonia’ non ‘scontro’.
Quindi le macchine ‘si fermano qui’, finché non avrò parlato con i genitori per individuare una soluzione ‘condivisa’.
Anticipo fin da ora: proporrò la costituzione di un osservatorio a tre, parallelo agli uffici, costituito da me, da una rappresentanza dei genitori che rappresenti di chi è contrario e di chi è favorevole.
Diventerà sede di approfondimento e dialogo con l’obiettivo di favorire il buon senso, che ritengo debba essere messo davanti a tutto”.