(AdnKronos) – Quanto alle criticità, Potì ha ricordato “l’impatto al mare sugli habitat protetti, l’inquinamento della falda con il cromo esavalente, non sappiamo se legato ai lavori di Tap, che però sta nella falda di San Basilio dove fanno i lavori. Abbiamo ricordato la pericolosità della centrale progettata a Melendugno, l’impatto cumulativo da Melendugno a Mesagne, altri 55 chilometri”.
Conte “ha preso appunti, ci ha ascoltato e approfondirà. Se da queste valutazioni dovessero emergere elementi di criticità tali come quelle che sottolineiamo da sei anni, si potrebbe prendere anche in considerazione l’ipotesi di non farla, per criticità oggettive, non valutate o sottovalutate dalla società proponente. In virtù di questo cambiamento di clima, ho approfittato per chiedere una riconsiderazione dei provvedimenti sanzionatori che sono stati fatti sui cittadini che hanno manifestato in maniera democratica e pacifica in tutti questi mesi”.
Infine Potì ha assicurato, riferendosi al recente incontro di Conte con il Presidente Usa Donald Trump, che “il presidente ha voluto chiarire che quando parlava di strategicità non si riferiva al Tap ma alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento. Anche in questo caso abbiamo illustrato la nostra posizione: riteniamo questa opera non strategica, perchè non è vero che diversifica, i giacimenti dell’Azerbaigian sono forniti dal gas o russo o iraniano e ci sono rapporti di istituti scientifici internazionali che lo dimostrano chiaramente. Non condividiamo la strategicità perchè riteniamo che bisogna abbandonare le fossili e il gas è una fonte fossile inquinante e climalterante come e più del carbone”.