Home Nazionale Tumori: cancro prostata, svelato lato oscuro della risposta immunitaria

Tumori: cancro prostata, svelato lato oscuro della risposta immunitaria

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Padova, 28 giu. (AdnKronos) – Un gruppo internazionale di ricercatori, guidati da Andrea Alimonti del Dipartimento di medicina dell’Università di Padova, della Facoltà di scienze biomediche dell’Usi e dell’Istituto oncologico di ricerca (Ior), ha messo a punto una metodologia innovativa capace di contrastare l’evolversi del carcinoma prostatico. La studio è stato pubblicato oggi da Nature.
Il tumore alla prostata è il più frequente negli uomini adulti. Nonostante recenti progressi terapeutici, in un’elevata percentuale di pazienti – dopo un’iniziale fase di risposta positiva alla terapia chirurgica e anti-androgenica – la malattia evolve in una forma resistente e aggressiva, diventando inevitabilmente fatale. Per decenni i ricercatori si sono trovati unanimi nell’affermare che il bersaglio da colpire per arrestarne l’evoluzione fossero gli ormoni maschili (androgeni e testosterone, considerati la benzina per la progressione del tumore) ed effettivamente in mancanza di questi le cellule prostatiche tumorali in un primo tempo muoiono. Successivamente, tuttavia, le stesse cellule attivano una contromossa e riescono a sopravvivere anche in mancanza del nutrimento essenziale. Come il tumore riuscisse a resistere alla carenza di androgeni e ripartire più forte di prima era rimasto fino ad oggi un mistero.
Il segreto lo ha scoperto Arianna Calcinotto, giovane ricercatrice parte del gruppo internazionale guidato da Alimonti. Il gruppo, avvalendosi di collaborazioni nel Regno Unito e in Italia, ha rilevato come elevati livelli di interleuchina 23 (IL23) fossero presenti nel sangue e nei tumori della maggior parte dei pazienti resistenti alla terapia anti-androgenica. “Ci siamo accorti – spiega Alimonti – che il rilascio di IL23 nel tumore è dovuto ad un tipo particolare di cellule del sistema immunitario (le cellule mieloidi), le quali in questo modo conferiscono resistenza alla terapia, promuovendo – come una forza ‘oscura’ – la sopravvivenza e la proliferazione delle cellule prostatiche tumorali”.