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Angiolo Agnolucci: “al servizio della comunità, ma non mi candido alla carica di sindaco”

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Angiolo Agnolucci: “al servizio della comunità, ma non mi candido alla carica di sindaco”
Agnolucci

Con una lunga che riportiamo integralmente, Angiolo Agnolucci, noto gastroenterologo aretino, ex presidente dell’Istituzione Giostra del Saracino, ha spiegato i motivi per cui non sarà il candidato a sindaco del centro sinistra, alle prossime amministrative del 2020, come molti gli avevano invece chiesto. Ringrazia per la fiducia dimostratagli ma accantona questa possibilità. E illustra anche la città che vorrebbe.

Riportiamo il testo integrale della missiva:

A seguito dei recenti articoli apparsi sulla stampa locale, che hanno riguardato le prossime elezioni amministrative della nostra città, vorrei poter condividere con voi il mio pensiero. 

Sono molto onorato di essere stato indicato come possibile candidato alla carica di Sindaco di Arezzo e ringrazio i numerosi cittadini, conoscenti ed amici che mi hanno manifestato la loro stima, in un momento così delicato della vita politica nazionale e locale; tuttavia mi trovo a declinare questo invito soprattutto per impegni di ordine professionale e certamente lo faccio anche con rammarico, perché nell’opportunità di poterci confrontare nelle ipotesi di sviluppo della nostra città, ognuno con le proprie prospettive, potrebbe portare un contributo politico importante. 

Innegabile infatti che Arezzo, come molte altre città del nostro paese, abbia visto diminuire negli anni il suo benessere conoscendo sempre più le difficoltà e le nuove povertà. 

Le fasce più deboli sono state lasciate ulteriormente indietro e la polarizzazione della società si è fatta sempre più visibile, quotidianamente. 

Credo francamente che sia venuto il momento di un sincero e sensibile cambio di passo che favorisca nuove sinergie, al fine di  collaborare ad una visione d’insieme il cui il primo obiettivo sia quello dell’impegno civico, autentico e responsabile. 

Da una parte l’associazionismo, quale elemento di forza della nostra collettività: il terzo settore è stato e sarà sempre una risorsa preziosa per cercare di ridurre le disuguaglianze sociali e al contempo, per sostenere attivamente progetti di rinnovate prospettive di welfare. 

L’attualità ormai tangibile registra invece gli ultimi e gli invisibili sempre più soli, abbandonati e disperati. 

Dall’altra parte la Politica, le Istituzioni, le Categorie Economiche, i Cittadini che saranno chiamati, sempre più, ad operare sinergicamente per accogliere nuove opportunità che possano rispondere alle esigenze di Arezzo, perché questa città sia proiettata nel futuro, facendo tesoro anche delle proprie tradizioni che, in momenti ancor più difficili, hanno saputo testimoniare solidarietà e reciprocità. 

In questi anni duri ed ingrati, sia per le rinnovate crisi economiche che hanno sgretolato gli investimenti e sfiancato il mercato occupazionale, sia per l’evidente scollamento dei cittadini dalla partecipazione politica, di fronte ai nostri giovani ai quali vengono erose le possibilità di studio come di collocazione lavorativa,  ognuno di noi è chiamato a contribuire con le proprie capacità, il proprio ingegno e con il proprio dovere di cittadinanza attiva, affinché le generazioni future siano affiancate in un percorso non solo di assistenza ma di progressione e di acquisizione delle naturali occasioni che permettano loro di ritrovare un posto primario nella nostra società. 

Così come le nostre eccellenze e le nostre migliori risorse devono avere non solo la speranza ma la effettiva possibilità di realizzare le loro idee, le loro aspettative, i loro talenti. 

La nostra città ha anche il diritto di godere di un territorio sicuro per qualità e decoro ambientali, di manutenzione oculata per evitare i continui dissesti, di scelte urbanistiche che riducano gli impatti inquinanti e che al contempo garantiscano bellezza, servizi e connessioni. 

Arezzo è una città dove la salute fisica e psicologica devono costituirsi priorità: servizi sociosanitari maggiormente efficienti, campagne massive per  la prevenzione, incentivazione a stili di vita corretti, educazione alle politiche di genere, azioni concrete a sostegno delle disabilità e degli anziani soli, soccorso alle fasce adolescenziali, salvaguardia e potenziamento dei servizi a supporto dei bambini e delle loro famiglie, attenzione al dilagante crescere dei disagi giovanili e delle tossicodipendenze.

Questa è la città che vorrei perché è la città a cui voglio bene, dove sono nato, cresciuto e in cui ho creato una famiglia, ho sviluppato il mio lavoro, ho cercato di dedicare parte del mio tempo all’impegno politico e di volontariato. 

È la città in cui ho prestato il mio sevizio convintamente e con dedizione. 

La mia esperienza, le mie competenze mediche ancora a disposizione, la passione per il mio lavoro e il mio impegno nell’associazionismo, mi portano così a credere che potrò ancora servire a questa città anche senza il ruolo istituzionale di “primo cittadino”. 

Sono convinto che è il momento di dare spazio ad energie giovanili, a idee contemporanee e a ruoli femminili maggiormente impegnati in prima fila. 

 La possibilità e la fortuna di essere ancora utile nella mia professione, l’opportunità di poter contribuire a progetti per il benessere della nostra comunità, troveranno sempre fermo il mio impegno per una collettività capace di ascoltare e dialogare cercando di evitare inutili posizionamenti di ostilità e diffidenza, attivandosi piuttosto per cooperare e ristabilire il rispetto dei valori della democraticità e della tolleranza. 

Ringrazio di nuovo tutti coloro che mi hanno manifestato apprezzamento in questi giorni con le loro idee, pensieri, entusiasmo e progettualità. 

Cercherò di fare la mia parte, come ho sempre fatto e mi troverete sempre nello stesso posto, al servizio della comunità”.