«Quella per la riclassificazione dell’ospedale valdarnese di Santa Maria alla Gruccia come presidio di primo livello è una battaglia storica di Forza Italia, partita dall’approvazione in Consiglio regionale di una nostra mozione. Per questo ci rallegriamo che anche le sinistre di governo regionale siano scese a patti col buon senso lasciando vincere gli interessi dei cittadini. Ora però basta spogliare di servizi quell’ospedale: si investa, piuttosto»: a rivendicare il risultato della riclassificazione e spingere per il potenziamento dell’ospedale di Santa Maria alla Gruccia di San Giovanni Valdarno è Forza Italia, con i Capigruppo che si sono avvicendati in Consiglio regionale Stefano Mugnai (attualmente deputato e Vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera, oltre che coordinatore regionale toscano degli azzurri) e Maurizio Marchetti, attualmente in carica.
«Proprio tra i miei ultimi atti in Consiglio regionale – ricorda Mugnai – c’era una mozione sottoscritta con la Consigliera Lucia De Robertis come primi firmatari e che procedeva in questo senso. La facemmo approvare dall’intera Assemblea toscana il 14 marzo 2018. Tutto il percorso che oggi si corona iniziò da lì. Sono quindi soddisfatto del risultato sia in termini politici, che per i cittadini dato che quell’ospedale si colloca in una zona di cerniera tra le province di Arezzo e Firenze, oltre che tra due aree vaste, rappresentando un punto di riferimento indispensabile per l’assistenza e la cura di un ampio bacino di utenti».
Il testimone di quella battaglia è stato poi raccolto e tenuto alto da Marchetti anche con un’interrogazione, così che oggi entrambi gli esponenti di Forza Italia salutano con favore il riconoscimento al loro lavoro arrivato con la decisione della Regione di ‘promuovere’ l’ospedale della Gruccia: «Adesso – sottolineano – auspichiamo che questopassaggio serva ad arrestare l’emorragia di servizi e professionalità che ha interessato quel presidio ospedalieroa causa delle miopi scelte sanitarie della sinistra toscana».
«Solo adesso le sinistre di governo regionale si accorgono – afferma Mugnai in chiusura di ragionamento –che la riforma delle ‘aslone’ era una boiata pazzesca. Dove erano però quando io con pochi, pochissimi altri colleghi tentammo di impedirne l’approvazione per 5 giorni e tre notti consecutive, con uno sforza sovrumano, nel dicembre 2015? Tutti a votarla…»