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Piano strutturale: architetti, ingegneri e geometri delusi dal comune

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Piano strutturale: architetti, ingegneri e geometri delusi dal comune
Antonella Giorgeschi, Gianni Bruni, Beatrice Benelli

Lamentano di non essere stati presi in considerazione, gli architetti, gli ingegneri e i geometri aretini che si sentono esclusi dal dibattito sull’adozione del piano strutturale.

“Siamo stati chiusi fuori dalla porta” scrivono il presidente degli Ordini degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Arezzo Antonella Giorgeschi, il presidente dell’Ordine degli Ingegneri Beatrice Benelli, il presidente del Collegio dei Geometri Gianni Bruni.

Con una lettera-comunicato intervengono sull’adozione del piano strutturale sottolineando all’indirizzo dell’amministrazione comunale la loro amarezza.

“Nell’attesa della ‘grande occasione’ – scrivono i Giorgeschi, Benellie e Bruni – si consuma la speranza dei professionisti dell’area tecnica della città per un confronto auspicato, richiesto e mai arrivato, sullo strumento urbanistico di Arezzo e le direttrici strategiche di progetto che regoleranno nei prossimi anni lo sviluppo e la trasformazione del nostro territorio”.

“Una riflessione è doverosa. Il tema dell’ ‘Abitare’ nella sua articolazione più ampia e della domanda di qualità diffusa di Architettura nelle nostre periferie, negli spazi pubblici, nei pur apparentemente minimi processi di cambiamento della città, ha trovato qualche spunto nella partecipazione pubblica con la comunità, ma siamo consapevoli che non potranno essere gli strumenti urbanistici a raccogliere e tradurre le suggestioni emerse”.

“Il ripensamento del modello urbano non può essere espresso solamente dalle linee guida di indirizzo iniziale, senza individuare delle tappe intermedie di dialogo più specifico con tutte le categorie professionali che quotidianamente traducono e promuovono i processi di trasformazione urbana. Il tema del riuso, alla luce della forte indicazione regionale sul non consumo di suolo, attende di essere affrontato con strumenti e normative adeguate, al fine di rendere incisivo un principio così fondamentale”.

“Resta un’amara constatazione: gli Ordini e i Collegi professionali sono stati chiusi fuori dalla porta, nemmeno considerati ‘testimoni privilegiati’ per raccontare e rappresentare i cambiamenti della città. Una grande opportunità, finora mancata, per una città in cerca di politiche urbane. Ai cittadini e a noi, rimane solo lo strumento delle osservazioni che, se verrà mantenuta la data di adozione prevista per il 17 giugno, cadranno nel mese di agosto”.

“Ci auguriamo quindi che la Fase 3 – indicata dall’Amministrazione nell’avvio del Procedimento come l’ultima del processo di informazione e partecipazione – non diventi la guida di compilazione dei modelli per le Osservazioni ma di un reale confronto e valutazione degli effetti del Piano”.