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Caro Ghinelli ti scrivo: “E’ ORA di andar via”

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Caro Ghinelli ti scrivo: “E’ ORA di andar via”
Ivo Brocchi

AREZZO – Da oggi sospendo la mia attività giornalistica per fare il cronista in un altro modo. Sento la necessità di raccontare una serie di fatti ed eventi che accadono nel nostro Comune e su quali non sempre c’è stata la necessaria attenzione, soprattutto da parte della politica. Ecco perché per spiegare questa scelta mi rivolgo al nostro sindaco.

“Caro Alessandro Ghinelli, erano molti mesi che stavo valutando e pensando se era il caso o meno  di fare il passo che sto compiendo. Ebbene. Me ne sono convinto e devo dire che mi hai aiutato molto in questa decisione. Mi hai dato l’ultima spinta con la pubblicazione del resoconto di fine mandato (dallo sproporzionato costo di 74.000 euro, sostenuto dal Comune) che è costruita come la classica preparazione che un amministratore realizza per chiedere di essere rieletto.

Ma perché mi hai convinto? Perché in questa pubblicazione c’è una sorta di esaltazione del io: io, io, fortissimamente io.  Come tu ti fossi il “padrone” del Comune. Invece, te lo ricordo, ma lo sai benissimo, sei un sindaco protempore. In questo volume hai messo tutta una serie di cose, soprattutto molte fotografie, molte immagini, molti schemi per dimostrare che hai fatto 5 anni da leone, 5 anni bellissimi, con una città che davvero è spinta al massimo. No Alessandro. Non sono d’accordo. Questa citta è messa, a parer mio, peggio di 5 anni fa.

Sull’ordine pubblico, che è stato un tuo cavallo di battaglia, e per il quale avevi promesso di fare grandi interventi (ma che non avresti dovuto fare in quei termini perché non è precipuo compito del Comune) siamo a livello di 5 anni fa: né bello né brutto. Ma ne parleremo un altro giorno.

Anche l’aver lasciato ad una opinione pubblica, a volte senza controllo, che si criminalizzasse Saione è stato un altro gravissimo errore. Saione è un quartiere che non merita di essere additato come il Bronx della città e tu hai fatto ben poco perché fosse evitato. Oggi mi fa sorridere che dalla tua giunta arrivi un messaggio del tipo: “Saione al centro dei nostri temi”. E fino ad oggi per 5 anni dove siete stati? Non puoi sperare che tutti abbiano la memoria corta. Questa storia ha fatto nascere da una tua costola politica un altro candidato a sindaco.  

L’urbanistica, che dovrebbe essere la strada maestra per una amministrazione comunale, l’hai lasciata in mano a chi? Sei stato zitto, silente, taciturno, ne hai parlato solo dove era obbligatorio per legge, una trasparenza solo formale niente di sostanza. Un disastro. Prova a chiedere a architetti, ingegneri, geometri, imprese edili, agenti immobiliari. Prova a chiedere alle categorie economiche. Prova a chiedere a quei consiglieri della tua maggioranza che sono stati costretti ad ingoiare il rospo di vedersi respingere in blocco tutte le osservazioni che nascevano dall’esperienza quotidiana. Mai un dibattito in mezzo alla gente, come invece hanno sempre fatto i tuoi predecessori, di destra e di sinistra. Approfondirò anche questo tema come gli altri, in un prossimo intervento. Penso che il guasto che provocherà questa gestione dell’urbanistica, sarà 100 volte superiore alla incomprensibile scelta della sede della Polizia Municipale in via Fabio Filzi.  Se ne accorgeranno le centinaia di proprietari di case adesso collocate forzosamente in area agricola (anche se dentro la città), privati della possibilità di fare seri interventi migliorativi o ricostruttivi. Non vorrei essere nei tuoi panni quando se ne accorgeranno, perché prima o poi se ne accorgeranno. 

Lavori pubblici: tu sei stato l’assessore ai lavori pubblici con il sindaco Lucherini. Sei stato eletto sindaco nel 2015 anche perché molti pensavano “arriva Ghinelli, ha fatto tanti lavori pubblici con Lucherini … ne farà ancora e forse di meglio come sindaco”. No. No e poi no. Non ci siamo. Prima cosa non sei diventato Lucherini. La gente pensava ad un nuovo Rinascimento, si è ritrovata ad un vero e proprio Medioevo.  E lo hai detto tu stesso intervistato da me a RadioFly: “questa consiliatura non sarà ricordata certamente per i lavori pubblici.” Ne hai dato la colpa al tuo vice sindaco Gamurrini. E ne hai dato la colpa anche ai dirigenti di quella area operativa che sarebbero stati troppo rigidi nel rispetto delle norme. Hai detto che bisognava fare qualcos’altro. Allora ti chiedo: perchè non l’hai fatto? Tu sei il sindaco non sei l’ultimo dei moicani. Tu avevi il potere, ma soprattutto il dovere di fare quelle cose che tu accusi Gamurrini di non aver fatto. Tu le hai fatte? No. Potevi mandare a casa Gamurrini, ma non hai fatto nemmeno questo. 

Io non dico, caro Alessandro, che hai fatto tutto male. Assolutamente no. Sai bene come la penso: ogni sindaco fa cose buone e cose meno buone. Nel tuo caso di cose buone ne ho viste poche, di cose non buone molte di piu, ma soprattutto ho visto tantissime cose non fatte. Più che Ghinelli, potremmo dire Ghinulla (motto coniato da Giuseppe Marconi)

E adesso tu chiedi di essere confermato. Io credo che la città farebbe un grosso errore nel lasciarti comandare (termine a te appropriato più che “guidare”) altri 5 anni.”

Fine della lettera. Io utilizzerò questo mese fino al 20 settembre per fare ancora il mio mestiere, il cronista come ho fatto per 45anni.  La memoria è la base fondamentale per decidere il Futuro. Futuro, parola che emerge sia nel libro di fine legislatura che nei tuoi manifesti, classica tecnica per lanciare i prodotti commerciali. In questo caso un prodotto politico. Nelle quattro settimane prima del voto rileggerò i tuoi cinque anni da sindaco, gli atti che hai compiuto, quello che hai promesso e non hai realizzato, insomma rileggerò il percorso per dire che è ora ….. E’ ORA che Ghinelli vada via.

Io mi candido per questo e dico agli aretini che se lo vorranno, troveranno in me il loro “inviato speciale” in Comune. Chiunque sarà il sindaco, sottolineo il “chiunque” perché resterò per natura e dna un indipendente, li terrò aggiornati su tutto, potendo accedere agli atti interni, racconterò il Comune dalle sue stanze e dai suoi corridoi, così almeno oltre che dai comunicati stampa le cose le sapranno anche da me, e spero che non servirà ancora con il prossimo sindaco, che i racconti li dobbiate leggere sui giornali (complimenti al lavoro svolto dai colleghi in questi mesi) e apprendere dai rapporti della Digos e della Procura.

La mia lista è CuriAMO AREZZO. Al suo interno trovare fior di professionisti, fior di competenze, tanta passione, tanta voglia di portare, ognuno negli ambiti di propria esperienza e conoscenza, contributi concreti per una città migliore.  Curiamo non è legato solo alla salute. Curiamo significa avere cura, occuparsi, prendersi carico delle questioni, delle persone e delle famiglie maggiormente in difficoltà.

CuriAMO AREZZO ritiene che questa città meriti davvero un nuovo Rinascimento. Insomma, Curiamo significa “Me ne interesso”, “I care”, esattamente il contrario del “ME NE FREGO” che non piace a me, ma piace tanto ad altri.