Home Cultura e Eventi Cultura Cavriglia, “L’ultimo sopravvissuto di Cefalonia” di Filippo Boni nella cinquina finale della 53° Edizione del “Premio Acqui Storia 2020”

Cavriglia, “L’ultimo sopravvissuto di Cefalonia” di Filippo Boni nella cinquina finale della 53° Edizione del “Premio Acqui Storia 2020”

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Cavriglia, “L’ultimo sopravvissuto di Cefalonia” di Filippo Boni nella cinquina finale della 53° Edizione del “Premio Acqui Storia 2020”

Lo scrittore e storico valdarnese Filippo Boni, vicesindaco di Cavriglia, con il suo ultimo libro, “L’ultimo sopravvissuto di Cefalonia. Dai campi nazisti ai gulag sovietici, l’incredibile storia di Bruno Bertoldi, un eroe qualunque”, (Longanesi), è nella cinquina finale della sezione divulgativa della 53° edizione del Premio Acqui Storia 2020, ritenuto il più importante riconoscimento italiano nell’ambito della storiografia scientifica e divulgativa, del romanzo storico e della storia per immagini alla TV e al cinema, e uno dei più importanti a livello europeo ed internazionale.

Insieme a Boni, in finalissima ci sono il direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano, l’ex direttrice dell’Istituto di Cultura Italiana a Parigi Marina Valensise, e poi il già rettore dell’Università di Urbino Stefano Pivato e il critico cinematografico Giampiero Brunetta. Il libro, già finalista al Premio Fiuggi Storia 2020 e secondo classificato al Premio Corsena, è stato prescelto dalla giuria con la seguente motivazione:

Il volume narra l’avventurosa storia, raccontata con narrativa maestria, di Bruno Bertoldi, un eroe malgré lui che, sopravvissuto all’eccidio di Cefalonia, è quindi internato in Bielorussia per essersi rifiutato di collaborare con i tedeschi. Dopo una rocambolesca fuga, con alcuni compagni cade nelle mani dei partigiani polacchi, dai quali tutti quanti vengono infine consegnati ai russi. Riprende a questo punto un viaggio al termine della notte (e della disumanità), una vera e propria discesa agli inferi, tra inenarrabili strazi, dal gulag di Tambov a quello di Taškent: un’odissea attraverso gli orrori del Novecento che terminerà soltanto nell’ottobre 1945, quando Bertoldi, malato e allo stremo, riapproderà al paese natìo. Il libro ne riprende la testimonianza: «Qui», per dirla con Ungaretti, «vivono per sempre / gli occhi che furono chiusi alla luce / perché tutti / li avessero aperti / per sempre / alla luce».

La 53ª edizione del Premio Acqui Storia ha registrato un’ottima partecipazione da parte di Editori e Autori, nonostante la situazione sanitaria emergenziale verificatasi negli ultimi mesi: 168 sono i volumi che hanno concorso al Premio, che anno dopo anno si conferma una delle mete letterarie italiane più ambite da Autori ed Editori, sempre attenti al consueto appuntamento annuale.

L’eccezionalmente alto numero di volumi partecipanti, anche in una situazione così delicata che ha colpito la comunità mondiale, è la dimostrazione della serietà, dell’autorevolezza e della popolarità non solo italiana, ma europea acquisita dal Premio Acqui Storia. Quindici gli autori finalisti di tre sezioni diverse, selezionati tra libri particolarmente validi, appartenenti alla produzione storiografica nazionale ed internazionale: cinque nella sezione storico scientifica, cinque nella sezione storico divulgativa e cinque nella sezione romanzo storico.