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Ceccardi e Casucci (Lega): “no al rinnovo Garante detenuti, priorità è intervenire su difficili condizioni di lavoro degli agenti penitenziari”

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Ceccardi e Casucci (Lega): “no al rinnovo Garante detenuti, priorità è intervenire su difficili condizioni di lavoro degli agenti penitenziari”
Marco Casucci

Ceccardi e Casucci (Lega): “No al rinnovo del Garante dei Diritti dei detenuti, priorità è intervenire sulle difficili condizioni di lavoro degli agenti della polizia penitenziaria”.

“Apprendiamo con stupore la decisione della giunta regionale di rinnovare l’incarico del Garante dei Diritti dei detenuti a pochi mesi dalla fine della consiliatura regionale. Eravamo contrari all’istituzione di questa figura, continuiamo ad esserlo oggi più che mai. E’ il momento di dire basta all’eterna contrapposizione tra guardie e ladri e a questa visione della sinistra che vuole tutelare i detenuti dimenticandosi però di chi nelle carceri svolge ogni giorno il proprio lavoro, donne ed uomini della polizia penitenziaria che si trovano costantemente ad operare in condizioni difficili, al limite della propria incolumità personale sia in termini di sicurezza sia in termini, in questi mesi di emergenza sanitaria, di contenimento della diffusione del coronavirus” – lo scrivono in una nota l’europarlamentare della Lega, Susanna Ceccardi ed il consigliere regionale della lega Marco Casucci.

“Non possono esistere due pesi e due misure, non possono esistere contrapposizioni di sorte. La situazione degli istituti penitenziari italiani va analizzata nel complesso senza alcuna distorsione di parte -prosegue Ceccardi- Poco più di un mese fa le rivolte che hanno interessato molte carceri di tutta la Penisola hanno avuto come bilancio più di 40 agenti feriti oltre che ingenti danni alle strutture carcerarie. Per non parlare del numero degli agenti e del personale al lavoro nelle carceri italiane risultato positivo al coronavirus: 10 positivi nel carcere Don Bosco di Pisa e quasi 200 in tutta Italia a fronte di circa 50 detenuti risultati positivi. Questi numeri parlano da soli: è necessario spostare l’attenzione sugli sulle condizioni lavorative degli agenti del corpo della polizia penitenziaria a queste donne ed uomini deve essere garantito il diritto, oggi più che mai, di poter svolgere il proprio compito nelle condizioni migliori possibili”.

“L’incarico del Garante ha una durata di ben tre anni -conclude Ceccardi-: preso atto della situazione così drammatica che stiamo affrontando, restiamo dell’idea che invece di effettuare un vero e proprio blitz la giunta regionale avrebbe dovuto aprire un confronto e, alla luce delle nostre posizioni, affidare il compito di indicare il Garante al prossimo consiglio regionale, dopo le elezioni. Questa nomina, fatta invece in tutta fretta da una giunta ormai a fine mandato, vincolerà la regione Toscana per i prossimi tre anni. Poteva essere l’occasione, anche lasciando vacante l’incarico, di ridiscuterne la figura nell’intero complesso”.

“Siamo perplessi e contrari a tale nomina fatta in questo momento – afferma il Consigliere regionale della Lega Marco Casucci – soprattutto in considerazione del fatto che lo stesso Consiglio regionale pochi mesi fa aveva approvato una mozione che vincolava il tutto alla definizione di nuove norme di indirizzo. La mia posizione è nota, sono decisamente per una figura unitaria di tutela che poteva essere collegiale e non ristretta ad una sola componente delle parti in causa”. “Ritengo, poi-precisa l’eponente leghista-che si pensi un pò troppo a salvaguardare i detenuti, mentre gli agenti della Polizia Penitenziaria sono costretti a svolgere il loro quotidiano e delicato compito in condizioni, spesso, di assoluta emergenza; disagio ancora più acuito dall’insorgere e dal propagarsi del Coronavirus.” “Più volte, infatti, anche recentemente, il Sappe, Sindacato di categoria, ha evidenziato palesi ed inaccettabili carenze nell’idonea e continuativa fornitura dei dispositivi di sicurezza e la necessità che tutti gli agenti venissero sottoposti ai tamponi.”

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