Home Attualità Cortona: concluso l’intervento del CB2 sul Mucchia. Curate le “ferite” del torrente ma gia’ si teme il nuovo blitz delle nutrie

Cortona: concluso l’intervento del CB2 sul Mucchia. Curate le “ferite” del torrente ma gia’ si teme il nuovo blitz delle nutrie

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Cortona: concluso l’intervento del CB2 sul Mucchia. Curate le “ferite” del torrente ma gia’ si teme il nuovo blitz delle nutrie

Migliaia di euro sono finiti ancora una volta nella riparazione degli argini, feriti dalle  grandi, profonde e articolate gallerie scavate dagli animali selvatici.

Un autentico flagello per il  Torrente Mucchia nel comune di Cortona. E un impegno gravoso per il Consorzio 2 Alto Valdarno.

Anche durante il  lockdown, gli operai dell’ente  hanno dovuto lavorare sodo per completare l’ennesimo intervento   e restituire la necessaria  solidità alle sponde indebolite dalla presenza massiccia di tane.

Le immagini parlano da sole.  I fori di ingresso, fotografati prima dell’avvio dell’operazione, lasciano intuire l’impressionante sviluppo sotterraneo dei cunicoli: ramificazioni che, se non trattate,  contribuiscono ad aumentare il rischio idraulico.

Di qui l’urgenza di effettuare l’intervento programmato per il 2020 e realizzato proprio durante l’emergenza sanitaria. Le squadre con i mezzi d’opera dell’ente hanno individuato, censito e sistemato decine di cavità.

D’altronde il fenomeno è noto. Il terreno più friabile, la disponibilità di cibo e altri fattori ambientali favorevoli rendono l’area circostante il torrente Mucchia particolarmente appetibile e gettonata dalle popolazioni di nutrie che, anche dopo lo “sfratto”, tendono a tornare.

“E’ una lotta senza fine – spiega la Presidente Serena Stefani, commentando le fotografie scattate prima di mettere in moto le macchine -. Ogni anno nel piano delle attività dobbiamo prevedere investimenti importanti per ripristinare le arginature messe a dura prova dalla fauna selvatica.  Si tratta di interventi costosi e spesso non risolutivi, poiché le colonie  tendono ben presto ad occupare nuovamente i loro spazi. Per evitare di esporre il territorio a inutili rischi e di disperdere le risorse in costose operazioni di ripristino, sarebbe quanto mai opportuno adottare una strategia di contenimento, anche attraverso la cattura e l’allontanamento delle popolazioni di animali che vivono in questa area. Un problema che intendiamo rappresentare agli amministratori regionali”.