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CSI, il presidente Bernardini: “giuste le misure di prevenzione. Quando sarà tutto finito il mondo sportivo non venga dimenticato”

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CSI, il presidente Bernardini: “giuste le misure di prevenzione. Quando sarà tutto finito il mondo sportivo non venga dimenticato”

“Vista la preoccupante situazione che sta vivendo il nostro paese, il nostro Comune, riteniamo giuste le decisioni molto drastiche assunte dalla presidenza del consiglio dei ministri con il DPCM dell’11 Marzo – interviene Lorenzo Bernardini, presidente Csi aretino.

Il Centro Sportivo Italiano del Comitato di Arezzo quale ente di promozione sportiva e sociale della provincia a cui sono alla Presidenza annovera tra i suoi numeri 69 società affiliate e circa 10.000 tesserati di cui 4.500 sul comune di Arezzo.

Lo sport inteso dal CSI può anche essere uno strumento di prevenzione verso alcune particolari patologie sociali quali la solitudine, le paure, i timori, i dubbi, le devianze dei più giovani.
Proprio per questo, il CSI prevede un’articolazione della proposta sportiva nel rispetto delle età e dei bisogni di ciascun atleta, permettendogli in tal modo di scoprire il meglio di sé, di imparare a conoscere il proprio corpo, a valorizzarlo, a stimarlo.

“Educare attraverso lo sport” per il CSI non è solo uno slogan, ma la proposta concreta di uno sport per tutti che costituisca per i suoi protagonisti reale occasione di crescita personale e di miglioramento della qualità della vita. Promuove lo sport come:

– un’attività sportiva organizzata, continuativa, seria, promossa da educatori, allenatori, arbitri, dirigenti consapevoli del proprio “mandato” educativo;

– proposta sportiva nel rispetto delle età e dei bisogni di ciascun atleta, per conoscere se stessi ed i propri limiti, in modo da provare a superarli, con la consapevolezza che tutto deve avvenire divertendosi;

– momento di educazione, di crescita, di impegno e di aggregazione sociale, ispirandosi alla visione cristiana dell’uomo;

– strumento di prevenzione verso alcune particolari patologie sociali.

Il 2019 è stato il settantacinquesimo anniversario dalla fondazione, che risale al 1944, su iniziativa della Gioventù Italiana di Azione Cattolica.
Idealmente si voleva proseguire l’esperienza della FASCI (Federazione delle Associazioni Sportive Cattoliche Italiane), creata nel 1906 dall’Azione Cattolica Italiana.
Oltre un secolo di storia, durante il quale la pratica sportiva si è trasformata da fenomeno di èlite a fenomeno di massa. In tutti questi anni un impegno costante, una ragione di fondo semplice quanto delicatamente gravosa: sostenere uno sport che vada incontro all’uomo”.

“Noi, a differenza di altri enti, cerchiamo di essere una vera polisportiva di attività anche dal punto di vista formativo. II nostro lavoro si sviluppa sull’Educare attraverso lo sport. Questo è ormai consolidato nella prassi e nella coscienza dell’associazione a tutti i livelli – prosegue Bernardini.

Il CSI di Arezzo aveva precedentemente deliberato la sospensione di tutte le attività sportive e formative, meeting e convegni in programma in questo periodo proprio per il rispetto della salute per tutti e in questi giorni ha creato l’iniziativa #MuraAmiche per fare sport da casa.

Il CSI di Arezzo ha apprezzato il ruolo svolto in questo periodo dal Comune di Arezzo nella figura del Sindaco Alessandro Ghinelli e Lucia Tanti sia sul versante della gestione di una situazione e per la costante informazione quotidiana di tutti noi cittadini e per questo facciamo i nostri complimenti.

Venendo al dunque della mia lettera, quale Presidente Territoriale del CSI, riprendo quanto detto dal Presidente Regionale Carlo Faraci, per far si che si possa ad emergenza terminata, un’azione della Regione Toscana, del Governo fino ad arrivare a Provincia di Arezzo e Comune di Arezzo, per far sì che il mondo sportivo non venga dimenticato ma aiutato concretamente.

Personalmente ricevo telefonicamente situazioni preoccupanti da società sportive, palestre, circoli ricreativi e sportivi per chiedermi cosa sarà del loro futuro; di quello che ne sarà della loro attività dopo l’attuale situazione di accertata pandemia.
Scrivo a nome di tutte le società sportive, anche di quelle che non sono affiliate al nostro ente, perchè ritengo che quando si parla di sport e di sociale si parla a 360 gradi di tutte le realtà che cooperano nel nostro territorio. Perchè, per come intendiamo noi lo sport esso è la fucina della formazione educativa fin dalla tenera età e per questa dobbiamo tutti insieme tutelarla.

Il Centro Sportivo Italiano di Arezzo, come sempre, si rende disponibile a collaborare per ogni qualsivoglia necessità con tutte le istituzioni territoriali e nazionali”.