Home Arezzo Il vescovo in preghiera davanti all’ospedale San Donato. “Mando una carezza ai malati, la Madonna non ci abbandona. Prego per i sanitari. Coraggio a tutti”

Il vescovo in preghiera davanti all’ospedale San Donato. “Mando una carezza ai malati, la Madonna non ci abbandona. Prego per i sanitari. Coraggio a tutti”

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Il vescovo in preghiera davanti all’ospedale San Donato. “Mando una carezza ai malati, la Madonna non ci abbandona. Prego per i sanitari. Coraggio a tutti”
Riccardo Fontana - San Donato

Il vescovo Riccardo Fontana ha pregato oggi, giorno in cui si celebra San Giuseppe patrono delle famiglie, davanti all’ospedale San Donato. Un momento di raccoglimento in cui ha rivolto parole e pensieri ai degenti ma anche al personale che lavora nell’ospedale di Arezzo e in tutti quelli della provincia.

“Mando una carezza a ciascuno dei malati e vorrei dirgli che la Madonna non ci ha abbandonato fino ad ora e la pregeremo che continui a non abbandonarci. I sanitari sono una bella famiglia, ognuno fa la propria parte” ha detto Fontana.

Una frase che ricorda: “tornando a casa, date una carezza ai vostri bambini e dite questa è la carezza del Papa”, pronunciata da Giovanni XXIII, Papa Roncalli, la sera dell’11 ottobre 1962, al termine della giornata di apertura del Concilio Vaticano II, nel discorso noto come “alla luna”

“Coraggio a tutti, per ora mi pare che i nostri medici abbiano fatto grandissime cose. Siamo con un’infezione contenuta, anche se occorre mantenere gli impegni che l’autorità pubblica ci dà. Bisogna evitare i contagi in ogni modo. Sono qui per dire la mia vicinanza ai malati. Vi voglio dire che il mio desiderio sarebbe venirvi a trovare uno per uno, ma non si può. E allora faccio ugualmente un atto di presenza nel rispetto degli altri
In questo momento di difficoltà la preghiera è cara al cuore di tutti.
Il mio pensiero oggi va a ciascuno dei malati che sono qui, in particolare a coloro che sono in maggiore difficoltà”.

Ha poi proseguito il vescovo: “le misure contro la pandemia sono un atto di carità, frutto della cultura cristiana. Salvare la vita degli altri è un atto di carità. La Chiesa per queste occasioni rarissime ha un modo un pò speciale, che si chiama assoluzione generale. C’è un santuario prezioso che ognuno ha dentro di sè, nel proprio cuore. Ognuno, quindi, si chiuda nella propria coscienza, in un momento di silenzio, e chieda perdono di quello che ha fatto di male agli altri, di quello che ha sbagliato”.

Presente alla preghiera anche il direttore generale della Asl Toscana Sud Est, Antono D’Urso, che ha ringraziato il personale sanitario tutto. “L’ospedale è svuotato dalle attività ordinarie e sta lavorando sulla nuova organizzazione. La situazione dei ricoverati è sotto controllo, non abbiamo picchi di pazienti da ospedalizzare – ha spiegato. E’ un grande momento di solidarietà e unione della famiglia ospedaliera e del personale. C’è ansia, preoccupazione. Sentimenti condivisi da tutti soprattutto per chi presta assistenza a questi malati”.

“Preghiamo innanzitutto per i malati, tutti i malati di questa terribile malattia, il signore intervenga e ci liberi dal male. Poi abbiamo dei medici straordinari, caposala, specialisti, tutto il mondo degli infermieri, addetti alle pulizia, cappellani. Preghiamo per per tutti coloro che fanno funzionare gli ospedali, preghiamo. E anche per i responsabili dell’ordine pubblico, che sappiano trovare un equilibrio per convincere la gente a stare in casa, per vincere questa battaglia che ci unisce tutti. Una battaglia che unisce tutta la nazione in un fermento positivo.
Le autorità pubbliche mi dicono che qui, nell’Aretino, non abbiamo avuto decessi per la pandemia ma preghiamo per l’eterno riposo di tutti i morti”.