Home Arezzo “La Rete Teatrale Aretina e l’impatto del Coronavirus”

“La Rete Teatrale Aretina e l’impatto del Coronavirus”

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“La Rete Teatrale Aretina e l’impatto del Coronavirus”

“Siamo pronti a fare la nostra parte, in ottemperanza a quanto disposto dai due DPCM, quello apparso nel tardo pomeriggio del 4 marzo sugli schermi dei nostri pc e dei nostri smartphone, dopo una lunga giornata di attesa e di condivisione di idee, riflessioni, osservazioni, amarezze, e quello di stanotte, che finalmente scioglie ogni ambiguità in merito alle restrizioni per cinema e teatri”, annuncia Massimo Ferri, presidente della Rete Teatrale Aretina.

La decisione unanime del sistema Rete Teatrale Aretina, costituito da 6 delle 32 Residenze Artistiche riconosciute dalla Regione Toscana che programmano attività in 12 spazi teatrali in provincia di Arezzo, producono tournée in Italia e all’estero e decine di attività laboratoriali, già prima del decreto dell’8 marzo era stata quella di sospendere, al momento fino al 3 aprile, le proprie attività. La decisione è stata presa in accordo con le locali Amministrazioni Comunali, quasi sempre proprietarie degli spazi teatrali, con la volontà di fare la nostra parte per limitare la diffusione del Covid-19, anche se questo significa limitare la circolazione, oltre che del virus, anche di cultura, idee, passioni, emozioni e, non ultimo, lasciare sul campo un considerevole tributo in termini occupazionali ed economici.

Il nuovo Decreto di stamattina, rispetto a quello del 4 marzo, toglie finalmente ogni ambiguità relativa alla possibilità di rimanere aperti qualora si riuscisse a “garantire la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”, che lasciava di fatto ai gestori o ai proprietari delle sale la decisione se chiudere o meno, quando di fatto era evidente che tale eccezione, pur consentita dalla norma, sarebbe stata nei fatti inapplicabile per i cinema e per i teatri. Lo scioglimento di tale ambiguità, con le nuove disposizioni che all’Art 2 del nuovo Decreto vietano di fatto in tutto il territorio nazionale lo svolgimento di attività nei cinema e nei teatri (oltre che in altri spazi aggregativi) chiarisce finalmente la volontà del legislatore, eliminando il rischio di contenziosi e, ci auspichiamo, aprendo alla possibilità di ricorrere ad ammortizzatori sociali e misure a sostegno dei danni di natura economica e occupazionale che ricadono in un settore, quello dello spettacolo, già fragile di per sé.

Intanto le 7 Residenze e associazioni della Rete Teatrale Aretina (Officine della Cultura, NATA, Kanterstrasse, Diesis Teatrango, Teatro di Anghiari, Anghiari Dance Hub e Libera Accademia del Teatro) hanno messo assieme i loro dati, per constatare che questo mese di chiusura forzata porta, per il solo nostro sistema, all’annullamento (non si sa se recuperabile) di 42 spettacoli in provincia, 82 recite e concerti in tournée, 70 proiezioni cinematografiche, 50 laboratori, per un totale di circa 200.000 Euro di ricavi, azzerando di fatto il lavoro di quasi cento tra artisti, tecnici e organizzatori.
Ci auguriamo che nella definizione delle misure economiche che seguiranno a quelle della limitazione delle attività, si tenga conto anche di un settore colpito in modo diretto dalle giuste ma dolorose scelte per la salvaguardia della salute pubblica.