Home Arezzo Lettera dell’associazione delle vittime del Salvabanche a Conte

Lettera dell’associazione delle vittime del Salvabanche a Conte

0
Lettera dell’associazione delle vittime del Salvabanche a Conte

“Caro Premier Conte,
ad un mese dall’entrata in vigore del decreto liquidità rileviamo che accedere al fondo di garanzia per le piccole e medie imprese si stia rivelando una vera e propria corsa ad ostacoli per le piccole e medie imprese.

Il sistema bancario sembra non sfidarsi delle promesse del governo (garanzie) e quello che molte banche stanno facendo ormai da diverse settimane è “prendere tempo” e rendere sfiancante e complicato il tanto sbandierato accesso al credito. Ci sono istituti che stanno facendo di tutto per evitare di erogare questi prestiti, richiedendo una serie di certificati e documenti non previsti dalla normativa.
Spesso le banche passano i richiedenti ai raggi X perché, a oggi, non è chiaro di chi sia la responsabilità penale nel caso in cui l’impresa che ha ricevuto il prestito dovesse fallire.
La mia Associazione è stata la prima a segnalare la scorrettezza di alcuni colossi bancari che, fornendo un’errata informazione, pubblicavano nei loro siti dei banner informativi nei quali facevano intendere ai loro clienti che per ottenere i prestiti con la garanzia del fondo fosse prima necessario chiudere i finanziamenti già esistenti. Ovviamente non era questo che prevede la legge, ma resta il fatto che l’episodio dei banner tradisca l’intenzione delle banche italiane di utilizzare la garanzia del Fondo per le PMI per “coprire” i finanziamenti già erogati a microimprese e professionisti, ritenendo questi soggetti a rischio insolvenza e volendo assicurarsi il recupero di almeno l’80% del capitale, andando a escutere la garanzia prevista dalla legge.

E tradisce anche di quanta poca collaborazione stiano mettendo nel far parte integrante della gestione di questo annunciato sostegno alle imprese.

Purtroppo anche nella vicenda dei risparmiatori che hanno perso tutti i loro risparmi, abbiamo imparato sulla nostra pelle di quanto le banche siano poco inclini a certi “atti d’amore”, ma se il governo sceglie di affidare alle banche la gestione di un aspetto determinante nel tanto sbandierato sostegno alla liquidità delle imprese, deve poi anche assicurarsi che gli istituti non ostacolino l’ottenimento di questi prestiti, altrimenti ci troveremo presto ad dover fronteggiare una crisi dalla quale sarà praticamente impossibile uscire.

Oggi tanti piccoli imprenditori hanno un urgente e disperato bisogno di liquidità, ma se appare ormai evidente che la burocrazia bancaria stia avendo la meglio, appare chiaro che la vostra attenzione debba adesso concentrarsi su una possibile nuova modalità per una corretta erogazione della nuova finanza, libera da inutili e pericolosi condizionamenti.

Lei sa bene che lo Stato italiano che lei rappresenta ha l’obbligo di tutelare la salute dei suoi cittadini che insieme al lavoro e la sicurezza sono le fondamenta della nostra società civile e della famiglia, ma se tante piccolissime imprese, esercizi commerciali e partite iva sono in procinto di chiudere definitivamente le loro saracinesche, mancherebbe la forza motrice della nostra economica, minando irrimediabilmente le fondamenta della nostra società.
Provi ad ascoltare di più quelle piccole attività commerciali, artigianali e di servizio che sono la spina dorsale del nostro paese e lasci perdere i professoroni delle task force, che quello che accade nella vita comune delle famiglie italiane non può essere compreso da chi vive dentro i palazzi, impegnato come è a scrivere, correggere e riscrivere dopo aver consultato una schiera di burocrati che non immaginano neppure cosa significhi gestire con sforzi e sacrifici una piccola azienda.
Ascolti dalla voce diretta le istanze dei vari territori, nelle loro specifiche articolazioni, ascolti i sindaci che amministrano i territori, o almeno i suoi 150 Prefetti che coi sindaci si confrontano ogni giorno.
Ne avremo tutti sicuramente da guadagnarci”.