Home Arezzo Morì dopo ore di agonia al Pronto Soccorso, prosciolti i due medici. Rabbia dei familiari: “continueremo la battaglia finchè non avremo giustizia”

Morì dopo ore di agonia al Pronto Soccorso, prosciolti i due medici. Rabbia dei familiari: “continueremo la battaglia finchè non avremo giustizia”

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Morì dopo ore di agonia al Pronto Soccorso, prosciolti i due medici. Rabbia dei familiari: “continueremo la battaglia finchè non avremo giustizia”

Il Gip Piergiorgio Ponticelli non ha rinviato a giudizio i due medici che ebbero in cura Cinzia Patricolo, morta dopo 16 ore di agonia al Pronto Soccorso, e che erano accusati di omicidio colposo.

Secondo il giudice per le indagini preliminari non c’è certezza del nesso causale tra il decesso della donna e il comportamento dei dottori finiti alla sbarra e assistiti dai legali Luca Fanfani e Piero Melani Graverini. Il pm Roberto Rossi aveva chiesto il processo.

Cinzia, cognata del consigliere comunale Angelo Rossi, era arrivata al Pronto Soccorso nella notte tra il 2 e il 3 febbraio 2017. Lamentava forti dolori addominali. Inizialmente le venne diagnosticata una pancreatite, ma in realtà era un rivolgimento dell’intestino.

Quando venne portata in sala operatoria per lei, che aveva 47 anni, non c’era più nulla da fare. Si spense dopo alcune ore, tra le sofferenze.

Angelo Rossi e i familiari non si rassegnano, nonostante l’epilogo di oggi in sede penale. E lo stesso consigliere ha affidato un commento a Facebook: “Mi è appena giunta notizia della decisione del giudice sul caso di Cinzia del non luogo a procedere.
Nonostante sia stato sancito il grave errore diagnostico, i periti hanno stabilito che anche in caso di corretta diagnosi le probabilità di sopravvivenza di Cinzia sarebbero state intorno al 90% , non sufficienti per imbastire un processo penale, dove serve la certezza assoluta che si sarebbe salvata.
Quindi ci rimane la strada del processo civile, già avviato, che percorreremo con tutte le nostre forze per rendere giustizia a Cinzia.
Resta il fatto che un essere umano che avrebbe potuto salvarsi al 90% è stato lasciato abbandonato per 11 ore in “osservazione” imbottito di morfina a morire su un lettino per una diagnosi errata e per grave imperizia, quando esistevano tutti gli elementi diagnostici storici e casistici per arrivare a una diagnosi corretta e per tentare di salvare la vita (cosa che sarebbe avvenuta al 90%).
Un grave fardello che ricade sui medici in questione e sull’intera struttura, e una battaglia che la famiglia non cesserà mai fino a che non sarà fatta giustizia.
Per Cinzia”. 

Nell’immagine la foto di Cinzia Patricolo postata da Angelo Rossi insieme al post sulla decisione del tribunale.