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Passione e competenza: il riconoscimento del lavoro dei tracciatori della centrale di Arezzo

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Passione e competenza: il riconoscimento del lavoro dei tracciatori della centrale di Arezzo
Hanno iniziato a lavorare il 6 novembre. Medici, infermieri, tecnici della prevenzione e studenti degli ultimi anni di medicina e scienze infermieristiche, assunti da una graduatoria del Dipartimento nazionale di Protezione civile. Sono arrivati ad essere in 132. Orario di lavoro no stop: 7 giorni su 7 e per 12 ore al giorno, dalle 8 alle 20. In meno di 7 settimane hanno telefonato ad oltre 33.000 persone tra casi e contatti stretti ed hanno tracciato 8.343 casi. Adesso sono al lavoro in 95.
“E’ stata un’attività nuova e utile per contenere l’emergenza Covid – commenta Daniela Cardelli, Direttrice  delle professioni tecnico sanitarie della Asl Tse e, in questo caso, Responsabile dell’articolazione funzionale della centrale di tracciamento attivata in un padiglione di Arezzo Fiere. Poteva essere interpretato dai nostri giovani come un lavoro burocratico e invece ci hanno messo grande passione ed entusiasmo. Hanno ascoltato e imparato. Hanno lavorato bene e lo hanno fatto sempre meglio. Alla fine chi era qui da più tempo, è stato in grado di insegnare ai nuovi arrivati. Alla vigilia di Natale abbiamo quindi deciso di “premiare” simbolicamente questa esperienza che è stata sia umana che professionale”.
Premio simbolico quindi per le due migliori tracciatrici. Ilaria Nasi, 32 anni, infermiera, ha lavorato 84 casi tra il 5 e il 18 novembre mentre Sara La Bella, studentessa di scienze infermieristiche,  ne ha trattati 49 tra il 19 novembre e il 20 dicembre. “Abbiamo valutato il numero di casi – sottolinea Cardelli – ma anche la qualità del lavoro fatto. Errori, in questa attività, sono sempre possibili ma Ilaria e Sara ne hanno fatti veramente pochi. E in nome della qualità del lavoro abbiamo premiato anche Giulio Colombini, 30 anni, tecnico della prevenzione che si è fatto promotore di azioni di miglioramento del lavoro e che oggi è uno dei tutor di centrale. Insieme a loro, un grazie anche a tutto il gruppo di coordinamento della centrale, ad iniziare dal Direttore operativo Giacomo Redi, tutti colleghi che stanno mettendo testa e cuore in questo lavoro e che ci ha visti impegnati anche per il giorno di Natale a ricercare un caso positivo  complesso ed a gestire  i casi scolastici che si sono presentati in via prioritaria”.
La qualità del lavoro è progressivamente migliorata: “in questo periodo abbiamo deciso di sottoporre la Centrale ad un audit di verifica ISO 9001/2015 come lo sono tutte le altre strutture della prevenzione – ricorda Cardelli. Non solo per essere certificata ma anche per far valutare ad un gruppo di auditor esterni il lavoro svolto. Questo è stato particolarmente utile perché abbiamo potuto ulteriormente migliorare la qualità del dato epidemiologico”.
Il modello di funzionamento della struttura era stato indicato dalla Regione e applicato nelle 3 centrali toscane: Firenze, Massa e, appunto, Arezzo.
La centrale consulta il portale SISPC e, nel caso di un referto positivo, crea la “pratica”.  La persona positiva, considerata adesso “caso”, viene contattata e si svolge l’indagine epidemiologica con conseguente individuazione dei contatti stretti. Il caso viene quindi assegnato all’Usca di riferimento per territorio e alla persona positiva vengono inviate le prescrizioni alle quali dovrà attenersi. Si passa quindi alla raccolta delle informazioni sui contatti stretti e anche a questi vengono inviate le prescrizioni. Al termine del periodo di quarantena, ecco il tampone di controllo.