Home Arezzo Prc: “le celebrazioni del Giorno del Ricordo tendono a mettere sullo stesso piano chi ha lottato per la libertà e chi ha combattuto per uno stato fascista”

Prc: “le celebrazioni del Giorno del Ricordo tendono a mettere sullo stesso piano chi ha lottato per la libertà e chi ha combattuto per uno stato fascista”

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Prc: “le celebrazioni del Giorno del Ricordo tendono a mettere sullo stesso piano chi ha lottato per la libertà e chi ha combattuto per uno stato fascista”

Il Partito della Rifondazione Comunista di Arezzo interviene sul Giorno del Ricordo, celebrato ieri, con una dura nota.

La formazione politica: “considera gravemente scorretto ed antistorico il significato che è stato attribuito al Giorno del Ricordo negli ultimi anni (ma anche a partire dalla istituzione con la legge 92 del 2004) anche ad Arezzo e nella nostra Provincia. Le iniziative che vengono organizzate in giro per l’Italia si prestano ad abili operazioni revisioniste che, strumentalizzando in maniera volgare la questione delle foibe, provano a far passare per vittime i carnefici fascisti che si macchiarono di atroci genocidi nei confronti delle popolazioni jugoslave, e a riabilitare un’ideologia dietro la quale tutt’oggi si celano razzismo, antisemitismo, aggressioni violente ai danni di attivisti politici, migranti e omosessuali.

Un minimo di correttezza istituzionale imporrebbe invece che, almeno le pubbliche amministrazioni e le figure preposte alle massime cariche pubbliche, come i sindaci o il presidente del Consiglio Regionale della Toscana, operassero secondo il dettato dell’articolo 1 della legge 92: conservare la memoria degli italiani e di tutte le vittime delle foibe. Ciò significa che nel Giorno del Ricordo si devono ricordare tutte le vittime di quel triste periodo storico, senza distinzioni o preferenze. Cioè, oltre che per le vittime italiane causate dalla guerra di liberazione jugoslava, gli storici ci ricordano che il tremendo impiego delle foibe è stato inaugurato gettandovi i partigiani jugoslavi che combattevano contro l’occupazione fascista; i verbali dei processi mai conclusi ci obbligano a ricordare i 5.000 civili sloveni e croati uccisi dal Reggimento Istria, dalla Decima Mas e dalla Brigata Nera Asara; ed è inoltre necessario ricordare gli oltre 7.000 fra sloveni, croati e montenegrini morti di fame e malattia nei campi di concentramento allestiti dai fascisti in Italia, compreso quello di Renicci vicino ad Anghiari – prosegue la nota.

Senza nascondere che in quella parte dell’Europa la guerra è stata portata dagli invasori fascisti italiani e dai loro alleati nazisti tedeschi, mentre le milizie jugoslave comandate da Tito non erano altro che combattenti per la libertà, esattamente come i partigiani italiani della Guerra di Liberazione. Oggi in Germania chi prova a nascondere i crimini del nazismo viene messo all’indice, mentre in Italia chi vuole cancellare la vergogna dell’occupazione italo-fascista viene sostenuto dalle pubbliche amministrazioni. Invece di continuare ad alzare la nebbia intorno a quelle gravi responsabilità che ancora macchiano la nostra memoria, le pubbliche amministrazioni locali, regionali e statali dovrebbero spiegare ai cittadini e alle cittadine, agli studenti ed alle studentesse, perché le 23.662 vittime civili uccise dalla furia nazifascista fra il 1943 e il 1945 non hanno una giornata della memoria o del ricordo istituita con legge dello Stato, uno Stato italiano che finalmente cominci a tentare di chiedere perdono. In mancanza di una sincera ammissione di colpa, Rifondazione Comunista è indisponibile a qualsiasi forma di riconciliazione con chi ancora difende i massacri e gli eccidi compiuti nella Penisola Balcanica”.