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A Cavriglia la presentazione del Dossier 2020 scritto da Fulvio Turtulici

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A Cavriglia la presentazione del Dossier 2020 scritto da Fulvio Turtulici

Venerdì 3 dicembre alle ore 21 presso il Teatro Comune di Cavriglia si svolgerà la presentazione del Dossier 2020 del Coordinamento del Valdarno e del Presidio Giovanni Spampinato di Libera dal titolo “Trame criminali tra Arezzo, Firenze, Siena, Valdarno Aretino e Fiorentino” scritto da Fulvio Turtulici.

Alla presentazione interverranno Rosy Bindi già Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia fino al 2018, Roberto Rossi Procuratore della Repubblica di Arezzo, Leonardo Degli Innocenti o Sanni Sindaco di Cavriglia, Andrea Bigalli Referente di Libera Toscana, Veronica Loew Cadonna Referente del Presidio Giovanni Spampinato e l’autore del Dossier. Guiderà la serata Pierluigi Ermini Referente del Coordinamento del Valdarno di Libera.

La conoscenza del proprio territorio è un impegno che richiede costanza e continuità nel corso del tempo. Grazie al lavoro di Fulvio, del Coordinamento del Valdarno e del Presidio Giovanni Spampinato di Libera il dossier è giunto alla sua 4^ edizione. Dal 1999 ad oggi ci fa capire come, anche attraverso l’analisi dei diversi reati che si sono succeduti nel tempo, questo territorio stia mutando e come lentamente, ma inesorabilmente, le organizzazioni criminali di stampo mafioso, stiano cercando di “fare affari” e “ammalare” la nostra economia.

Tutti conosciamo per esempio la recente “indagine Keu” (che avrà un ampio spazio nel Dossier del 2021) che sta allarmando l’intera Toscana e che ha un ampio filone di indagine che riguarda il Valdarno. Questa complessa indagine non riguarda solo i reati dello smaltimento illecito dei rifiuti industriali, ma parla anche dei legami che alcune persone che vivono nel nostro territorio hanno con alcune famiglie legate alla ‘ndrangheta; parla anche di un forte traffico di sostanze stupefacenti che si muovono lungo il Valdarno

. L’indagine è un’ampia dimostrazione di come le mafie stiano ampliando il proprio raggio d’azione, verso territori che noi pensavamo “incontaminati”. Eppure se avessimo l’accortezza di riguardare indietro, anche ai dossier precedenti, si capirebbe che l’indagine Keu prende spunto da un’indagine partita dalla Procura di Arezzo, con un sequestro di terreni nel nostro territorio, posto poi all’attenzione della DDA Toscana, che ha portato a un ulteriore sviluppo di indagini, fino all’arresto di persone che vivono in questo nostro Valdarno per tutta questa serie di reati.

È questo il pregio principale del lavoro di Fulvio, quello di raccontarci quello che avviene nel corso del tempo, come le indagini partite in un determinato momento si siano poi sviluppate, come le cose si leghino tra di loro, come certi fatti non avvengono a caso, come le mafie sono moderne ed organizzate, come utilizzino oggi il mondo delle professioni, come cerchino di contaminare il mondo imprenditoriale, come loro stessi siano più istruite per stare al passo con i tempi. Non per “occupare” un territorio, ma per sfruttarne le ricchezze e al tempo stesso le difficoltà, riciclando e pulendo il danaro di cui dispongono e per portare avanti i loro intenti criminali.

Al riguardo ci sono tutta una serie di “reati spia”, che sono come i sintomi di una malattia, che se non curata in tempo, rischia di degenerare. Per questo occorre vigilare, far conoscere cosa accade, mettere in guardia il mondo delle istituzioni, delle associazioni di categoria, della politica, del sindacato, i nostri ragazzi e l’opinione pubblica. Cercando di mettere in pratica il più grande insegnamento di Peppino Impastato: amare questa terra, come lui amò la sua Cinisi, facendo conoscere tutto ciò che può rappresentare un rischio per la convivenza civile nel territorio dove viviamo.

La conoscenza è il primo passo da compiere per chi ha a cuore il proprio futuro. È anche il più bel insegnamento che in questi anni Fulvio sta trasmettendo alle tante persone che grazie alla presentazione dei suoi Dossier sta incontrando in Valdarno. Un percorso riconosciuto anche dalle forze dell’ordine del territorio, delle Procure di Firenze e di Arezzo. A Fulvio va il nostro grazie, perché sta mettendo a disposizione della nostra comunità le sue ricerche e le sue analisi basate sui fatti accaduti, ricostruendo storie e percorsi, dandoci una fotografia della realtà.

È il compito primario di chi vuole fare giornalismo di inchiesta, mettendoci in condizione di sapere e di scegliere cosa ciascuno di noi personalmente può fare. Nessuno di noi potrà dire, io non sapevo o non conoscevo. Le sue parole sono qui a testimoniare che dobbiamo vigilare e reagire di fronte a chi cerca di arricchirsi impoverendo, non solo economicamente, le nostre comunità.