Sono molto preoccupato per la città e per più motivi: l’aumento dei contagi e tutte le conseguenze che porta con sé, sanitarie, sociali, economiche. Ma sono anche preoccupato dalla difficoltà di questa amministrazione comunale, che non riesce a rappresentare un punto di riferimento e di sostegno per la comunità.
È stata fatta una scelta delicata in merito alla chiusura delle scuole aretine, che sembra preconizzare la zona rossa. Questa decisione, che immagino non sia stata presa a cuor leggero, lascia le famiglie sole ad affrontare i tempi di conciliazione vita-lavoro ed è sganciata da qualsiasi altra misura di contenimento della diffusione del virus. Se a questo aggiungiamo le dichiarazioni del Provveditore agli studi Roberto Curtolo appare abbastanza evidente che sia maturata senza un’opportuna concertazione con il mondo della scuola.
A dimostrazione di una mancanza di programmazione difficilmente giustificabile a un anno dall’inizio della pandemia. Suggerisco altresì di evitare, dopo quello già aperto in passato con le autorità sanitarie, un conflitto con le istituzioni scolastiche che sarebbe inutile e dannoso.
In molti mi chiedono se il sindaco sia o meno ad Arezzo: francamente non credo sia questo il problema. Quello che è certo è che alla città serve una guida presente, attenta e che si faccia carico di coordinare coloro che possono dare un contributo, al fine di trovare soluzioni.