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Chirurgia pancreatica robotica in era covid

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Chirurgia pancreatica robotica in era covid
Marco De Prizio

Asportazione di voluminoso tumore pancreatico con il robot. Al San Donato di Arezzo non veniva eseguito da cinque anni poiché questo tipo di intervento richiede una lunga curva di apprendimento.

“La nostra equipe ha ormai acquisto la professionalità necessaria per l’intervento più complesso di tutti quelli eseguiti in chirurgia generale – commenta Marco De Prizio, Direttore dell’area dipartimentale chirurgica aretina. Abbiamo asportato circa metà dell’organo e il paziente ha potuto far ritorno a casa in una settimana. Con la tecnica tradizionale, il tempo sarebbe probabilmente raddoppiato”.

Le difficoltà per un intervento chirurgico sul pancreas sono molte: “E’ un organo collocato profondamente nell’addome e quindi di difficile accesso. E’ circondato da vene e arterie di vitale importanza, la cui lesione può determinare complicanze estremamente gravi, che mettono a rischio la vita del paziente. Dopo la fase demolitiva deve essere ricostruita la connessione tra i visceri e la porzione di pancreas residua, questa fase è meno rischiosa della precedente ma molto delicata per il successivo benessere del paziente”.

La chirurgia robotica conferma il suo valore con questo intervento. “Ci consente di essere meno invasivi sul paziente, di ridurre il dolore post-operatorio e il tempo di degenza in ospedale – conclude De Prizio. La chirurgia del San Donato, nonostante gli enormi problemi provocati dal Covid, continua il suo percorso di crescita professionale consentendo, tramite il corretto utilizzo del robot, di dare ai pazienti le migliori cure possibili”.