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Fauna selvatica, Coldiretti: bene incontro con prefetto

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Fauna selvatica, Coldiretti: bene incontro con prefetto

L’incontro, tenutosi all’interno di una serie di eventi con le categorie, voluti proprio dal Prefetto, si è svolto questa mattina alla presenza del Presidente di Coldiretti Arezzo Lidia Castellucci e del Direttore Raffaello Betti presso la sede della Prefettura.

La riunione è stato un momento attraverso il quale l’associazione ha esposto e condiviso le problematiche che colpiscono maggiormente l’agricoltura aretina.

E’ stata l’occasione per fare un focus a 360° sui temi principali che oggi interessano migliaia di imprenditori agricoli in provincia di Arezzo oltre che presentare con una panoramica completa, l’associazione ed il suo lavoro.

Tra gli argomenti l’emergenza causata dall’invasione della fauna selvatica ormai fuori controllo, le difficoltà che affliggono le imprese per la mancata semplificazione burocratica che ne sacrifica risorse economiche e scelte imprenditoriali, l’andamento stagionale sempre più pazzo con fenomeni estremi che vanno dalla perdurante siccità alle “bombe d’acqua” con i problemi connessi ad irrigazione e regimazione delle acque, le difficoltà del settore olivicolo che, unitamente ad altre produzioni come quella vinicola, rappresenta da sempre un biglietto da visita per il “made in Tuscany” nel mondo.

“Abbiamo sottolineato ancora una volta come nella nostra provincia la presenza di animali selvatici ha raggiunto una densità insostenibile, con l’emergenza Covid che ha ridotto per mesi la presenza dell’uomo all’aperto i cinghiali hanno proliferato, invadendo le campagne in Toscana con un aumento del 15% – ha spiegato il Presidente Castellucci –  pochi giorni fa eravamo con le nostre aziende a manifestare il piazza Duomo a Firenze per denunciare come gli ungulati invadono i terreni agricoli e si alimentano a spese degli agricoltori e degli allevatori che, a fronte di danni sempre più ingenti e ricorrenti, trovano talvolta “meno dannoso” porre fine alla propria attività: fuga che genera effetti allarmanti, soprattutto nelle zone più sensibili sotto il profilo produttivo e dell’assetto idrogeologico”.

La situazione è diventata insostenibile nelle campagne con danni per almeno 20 milioni di euro all’anno alle produzioni agricole, con il rischio di compromettere l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale. Con la protesta dei giorni scorsi a Firenze la Coldiretti ha chiesto che la Regione, che ha già autorizzato l’intervento diretto degli agricoltori con il coordinamento della Polizia provinciale, faccia pressing in Conferenza Stato Regioni, per una necessaria modifica della norma statale volta a semplificare e rafforzare gli interventi di controllo e contenimento della specie; un impegno da adottare a livello regionale per regolamentare l’attività di prelievo venatorio, che gli agricoltori vengano coadiuvati dalle stesse forze dell’ordine, da guardie venatorie volontarie ma possano delegare le attività a cacciatori abilitati iscritti all’apposito registro regionale; che il calendario venatorio venga allargato fino a comprendere i mesi che vanno da settembre a gennaio; che la regia complessiva di tali azioni di contenimento e prelievo sia affidata al Prefetto in quanto “competente per la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza.

Tra gli argomenti trattati anche quello della difesa del Made in Italy, l’agricoltura aretina è fortemente orientata a produzioni di alta qualità, tipiche e a denominazione di origine, produzioni che, in una quota consistente, sono destinate all’export. Non è mancato il confronto sulla complessità della macchina burocratica che, oltre ad impegnarne il tempo sacrifica anche risorse economiche degli imprenditori.

Il Prefetto ha accolto le questioni presentate, impegnandosi fin da subito per dare risposte concrete alle problematiche.