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Fondazione: contenuti e contenitore

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Fondazione: contenuti e contenitore

L’Assessore Tanti, a proposito della istituenda fondazione “Arezzo Comunità” dice che vuol parlare di contenuti. Bene, però continua a parlare solo del contenitore, la fondazione, che, proprio dai documenti forniti a supporto della sua costituzione risulta sempre di più un contenitore vuoto e addirittura improvvisato; a meno che non ci sia un non detto, e cioè che il progetto che si vuol perseguire sia quello di costruire una scatola da riempire progressivamente affidandole la programmazione e la gestione esternalizzata dei servizi comunali,  la gestione delle  risorse europee e nazionali destinate anche al nostro territorio per rafforzare i servizi sociali ed educativi.

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Ma di questi non si parla mai. In tutti i documenti ad oggi consegnati, sulla base dei quali il Consiglio Comunale dovrà prendere una decisione, compresa la cosiddetta “analisi di fattibilità”, mancano totalmente due aspetti fondamentali: una descrizione, seppur sommaria, dei bisogni sociali ed educativi attuali con un’idea, seppur generale, della loro evoluzione; un esame dello stato attuale dei servizi, come questi cambieranno in presenza della fondazione, e in cosa miglioreranno per i cittadini. Com’è possibile arrivare ad una decisione ponderata senza una discussione su questi elementi che sono, appunto, di contenuto, discussione che è stata sistematicamente e volontariamente evitata?

Forse si ha paura a dire che i servizi per l’infanzia, le scuole, le mense, sono in condizione critica come denunciano apertamente tanti genitori? O forse si ha paura a dire che i servizi sociali non sono stati rinforzati in questi anni, nonostante fosse possibile anche con finanziamenti statali, e adesso sono in difficoltà nel far fronte all’aumento del disagio, della povertà e dei bisogni di vario tipo? Che il Comune di Arezzo non sa e non è in grado di progettare servizi nuovi e partecipare a bandi per reperire risorse perché non ha costruito una sua struttura capace di far questo e adesso lo appalta a una fondazione esterna? E che addirittura, stando a quanto dichiarato ultimamente dall’assessore, questa funzione strategica di progettazione sarebbe forse affidata a una ulteriore agenzia che starebbe dentro la fondazione (una scatola dentro un’altra scatola)? Che il comune di Arezzo non vuol affrontare il nodo del rapporto con l’ASL (di cui non si parla mai nei documenti) per l’integrazione sociosanitaria, fondamentale per le persone più fragili, soprattutto anziani, portatori di handicap e le loro famiglie? Che il Comune di Arezzo per collaborare con le organizzazioni di terzo settore attraverso gli strumenti della coprogettazione rinuncia ad applicare le normali procedure previste dalle leggi attuali, consolidate in altre realtà, e mette in piedi un ulteriore carrozzone che assorbirà risorse per se stesso (un presidente, un direttore, un apparato che crescerà nel tempo…ecc.)?

Ecco, se l’Assessore vuol parlare di contenuti e vuol dare un senso all’idea che il Comune è il motore delle politiche sociali ed educative, porti in Consiglio Comunale una informazione ampia e documentata su questi temi e apra su di essi un confronto con tutte le componenti cittadine prima di procedere alla costituzione della fondazione. Forse sarebbe utile anche al terzo settore che viene continuamente tirato per la giacchetta ma che appare totalmente assente dalla discussione.

Lo abbiamo chiesto fino dal febbraio di quest’anno, ma non abbiamo avuto risposta

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