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Il 6 novembre torna al Teatro Petrarca l’Arezzo Youth Music Festival

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Il 6 novembre torna al Teatro Petrarca l’Arezzo Youth Music Festival

Dopo lo straordinario successo della scorsa edizione, torna l’Arezzo Youth Music Festival ancora una volta nella splendida cornice del Teatro Petrarca. Non solo una manifestazione di altissimo livello internazionale ma anche, e soprattutto, un appuntamento per rimettere la musica classica al centro e renderla fruibile in tutte le sue declinazioni.

Grazie all’intuizione del suo giovane ideatore, Giovanni Andrea Zanon classe ’98, lo Youth Festival è riuscito nel tempo a portare ad Arezzo straordinari musicisti “under35” con quattro appuntamenti imperdibili. Dopo i sold put del 23 e 30 ottobre, ecco gli ultimi due in calendario: 6 e 14 novembre.

Non solo musica a teatro ma anche a scuola: si rinnova infatti la collaborazione instaurata con alcuni plessi scolastici della città, che hanno condiviso l’idea, nata nell’estate 2019, nel corso del Raro Festival, da una intuizione di Giovanni Zanon e di Marjorie Layden, presidente di WEL Foundation.

“Il terzo appuntamento dell’ AYMF vedrà protagonisti il fantastico pianista russo Denis Kozhukhin ed il sottoscritto- commenta Giovanni Andrea Zanon. – Il programma della serata sarà diviso in due parti: la prima proporrà alcuni brani per pianoforte solo mentre la seconda sarà dedicata alla celeberrima sonata per violino e pianoforte di C. Franck. Il concerto si aprirà con le “Kinderszenen” (scene infantili) di R. Schumann, ovvero una raccolta 13 brani che traducono in musica piccole scene di vita familiare, ricordi indimenticabili di un bambino filtrati dalla mano di un poeta.

Successivamente verrà proposta una selezione di 6 brani dalla raccolta “Lyriske stykker” (pezzi lirici) di E. Grieg. In particolare, Denis Kozhukhin ha scelto di suonare “Arietta”, “Valzer”, “Danza degli elfi”, “Farfalla”, “Alla primavera” e “Marcia dei troll”.

Come anticipato, il concerto terminerà con la famosa sonata di Franck per violino e pianoforte. Questa sonata si impone per proprio merito, nella musica cameristica francese, come la pagina meglio riuscita del suo genere; tanto da essere stata definita un “lavoro cartesiano”, per la limpidezza strutturale e l’infallibile equilibrio che governano il dialogo dei due strumenti.

Tra quanti subirono al primo ascolto il fascino della Sonata in la maggiore vi fu Proust che nella Recherche du temps perdu diede a parecchi lettori l’impressione d’essersi ispirato a questa musica alludendo alla “petite phrase” della Sonata di Vinteuil.”