Home Arezzo Il camice fuori dal cassetto e di nuovo al lavoro: i medici pensionati al fronte vaccinale

Il camice fuori dal cassetto e di nuovo al lavoro: i medici pensionati al fronte vaccinale

0
Il camice fuori dal cassetto e di nuovo al lavoro: i medici pensionati al fronte vaccinale
dottore - ospedale - mammografia

Sono tornati ad indossare il camice bianco. Lo avevano riposto nel cassetto dei ricordi al momento della pensione. Ora lo indossano di nuovo per le vaccinazioni.  Specializzazioni e incarichi diversi: dalle direzioni degli ospedali a quelle di unità operative, dall’emergenza a medicina interna.

Dino Vanni è stato Direttore della Medicina interna nella ex Asl 8 ed ha fatto anche parte del Consiglio Superiore di Sanità: “in questo momento mi sembra non solo ovvio ma anche doveroso contribuire e dare una mano. Noi ci siamo messi a disposizione. Dico noi perché questa attività ci consente anche di rivedere e di lavorare di nuovo insieme con colleghi insieme ai quali abbiamo condiviso la vita professionale”.

Francesco Rosadi ha diretto la Ginecologia del San Donato: “l’idea mi è venuta quando c’è stato l’appello nazionale ai medici in pensione. Io sto ancora bene e sono in forma? Perché non dare una mano in questo momento in cui s’intensifica la campagna vaccinale?”
Albero Cuccuini ha diretto il Dipartimento emergenza e urgenza: “diamo una mano alla società e al Servizio sanitario nazionale per accelerare i tempi della vaccinazione. Ho offerto la mia disponibilità a svolgere l’attività sia in Valdarno che ad Arezzo. Siamo un pensione e abbiamo i nostri impegni di famiglia ma quando siamo chiamati rispondiamo”.

Giovanna Becattini ha lavorato in rianimazione: “volevo e voglio fare qualcosa perché la situazione migliori. Siamo pronti a rispondere alla chiamata del Centro vaccinale per dare il nostro contributo”.

Monica Bettoni ha miscelato esperienze professionali in medicina interna e politiche in qualità di Sottosegretaria alla Sanità per approdare, infine, alla Direzione dell’Istituto Superiore di Sanità: “penso valga per molte professioni: non si smette mai di essere quello che si è stati per tutta una vita. Lo scorso anno sono andata volontaria in un ospedale Covid di Fidenza. Oggi sono qui a fare vaccini. C’è bisogno di tutti, anche di noi pensionati per sostenere una battaglia che è sempre più dura. La nostra disponibilità è anche un segnale del bisogno di unità e di coesione che oggi è necessario ancor più di ieri”.

Anche Sonia Alida Nannoni, rianimatrice, ha prestato la sua collaborazione in un centro Covid, nel suo caso ad Aosta dopo periodi di volontariato in Africa: “penso sia etico, umano e morale contribuire all’attuazione della campagna vaccinale. Ad Aosta ha visto situazioni che non avevo mai visto in 35 anni di professione: dobbiamo fare di tutto per evitarle. Noi medici in pensione  possiamo dare una mano: mi auguro che lo Stato risolva il problema dello scuso sanitario per noi volontari”.

Anna Domenichelli è stata Direttrice di Igiene Pubblica: “è un momento decisivo per la vaccinazione. Ognuno di noi, se ne ha la competenza, ha il dovere di mettersi a disposizione e prendersi responsabilità.  Sono grata alla mia ex azienda che mi ha dato questa opportunità,  perché restare a guardare, nella situazione di pensionati, non è nel nostro animo. Anche se in pensione siamo spinti a dare un aiuto, seppur minimale, ai colleghi ancora in attività.  Il mio messaggio è innanzitutto per la comunità perché con fiducia venga a vaccinarsi per uscire, al più presto, da questa innaturale vita. Ai colleghi voglio dire grazie per aver messo a disposizione il proprio tempo e professionalità da veri volontari”.

Michele Mecca, già responsabile controllo infezioni e dirigente medico: “ho aderito, per quel poco che potrò dare quando sarà il mio turno, per rendere possibile un aiuto a chi, anziani, persone fragili, persone svantaggiate e persone professionalmente esposte ma anche chiunque, avrà bisogno del vaccino quale miglior strumento oggi disponibile per riappropriarci della nostra libertà e dell’inalienabile bisogno di manifestare affetti e coltivare relazioni. Vedo l’impegno di molte colleghe e colleghi, che più di me si stanno adoperando, come un patrimonio di buon auspicio e fiducia nel perseguire la sicurezza, la serenità e l’armonia della collettività”.

Testimonianze di un gruppo che sta crescendo nell’intera Asl Tse: “la campagna vaccinale – commenta il Direttore generale, Antonio D’Urso – ha bisogno di tutti. Oggi più di ieri e domani più di oggi grazie alla crescente disponibilità di dosi. Questi medici confermano i valori che sono alla base del nostro lavoro: essere dalla parte delle persone e fare di tutto per tutelare la loro salute. In questo senso il camice bianco non viene mai chiuso definitivamente nel cassetto. La nostra è una vera comunità professionale legata non solo dall’iscrizione ad un Ordine ma soprattutto dalla condivisione di valori etici”.

“Li ringraziamo – aggiunge la Direttrice sanitaria Simona Dei – perché si sono messi volontariamente a disposizione in una fase particolarmente delicata come quella attuale. Le persone, giustamente, chiedono di essere vaccinate prima possibile per difendersi dal Covid. Si stanno risolvendo i problemi legati alle quantità di vaccini disponibili e avere il numero necessario di vaccinatori, è la seconda condizione essenziale. Grazie, quindi, a tutti i medici pensionati disponibili: la campagna riuscirà anche grazie a loro”.