“Ho riferito in commissione già due volte dicendo ciò che stiamo costruendo e cioè una fondazione che si chiamerà molto probabilmente Arezzo Comunità, che verrà alla luce con calma e senza forzature e che non sarà un soggetto gestore di servizi o una privatizzazione degli stessi ma un luogo di co-progettazione e co-programmazione aperto a tutta la città. Prova ne è che proprio in queste settimane stiamo predisponendo un ulteriore irrobustimento di assunzioni nel settore educativo e nuove risorse per il settore sociale che negli anni della prima Giunta Ghinelli hanno fatto la parte del leone. Forse è per questo che in piena crisi la città di Arezzo ci ha confermato di nuovo perché ha visto investimenti e sentito crescere la coesione sociale.
Le consultazioni con le parti interessate spettano a me e sono, infatti, in corso da mesi e stanno continuando con cadenza quasi quotidiana, l’ultimo incontro risale a ieri, con suggerimenti utili e spesso permettendo di disegnare di nuovo la linea senza perdere di vista l’obiettivo finale. Sono anche in attesa di ricevere la bozza di statuto da parte dell’Università di Siena che ringrazio per la collaborazione.
Tutto il ‘lavoro’ ovviamente sarà presentato alla commissione e al Consiglio Comunale che lo arricchirà, migliorerà e se crederà anche modificherà ma nel rispetto dei ruoli che sono chiari: la maggioranza governa e l’opposizione suggerisce e controlla. Quello che stiamo facendo rappresenta una soluzione avanzata, praticamente unica in Italia, capace di tenere insieme tutta la città in un orizzonte che vedrà il Comune sempre più protagonista ma che saprà aprirsi a nuove opportunità tenendo insieme pubblico, privato sociale e privato puro in un modello di welfare municipale nuovo.
Spiace che per contestare una formula che trova consensi trasversali come quella delle fondazioni di comunità si debba dare il via a un ‘dibattito marziano’ che racconta di privatizzazioni e impoverimenti. La Giunta Ghinelli è stata quella che ha iniziato ad assumere nuovamente il personale educativo dopo anni di esternalizzazioni, che ha stretto un accordo con l’Università per la formazione del personale educativo, che ha dato avvio a un nuovo sistema di accoglienza, che ha messo risorse per dare sostegno ai lavoratori autonomi, che ha dato il via ai ‘voucher’ personalizzati, che ha varato la tariffa puntuale per le rette scolastiche, che ha messo a regime il ‘buono educazione’, che ha creato il ‘punto unico’ per gli assistenti sociali, che ha dato immobili dell’amministrazione per esperienze sul ‘dopo di noi’.
Oggi possiamo dire che non c’è aretino che non abbia, se la vuole, una risposta di dignità e questo nel peggior momento dal dopoguerra a oggi. Un assessorato, questo, che insieme al sindaco ha costruito un sistema di protezione sociale in piena emergenza sanitaria nazionale non lasciando solo nessuno ed è riuscito a fare di Arezzo una città forte nella risposte sociali. Lo abbiamo fatto da soli? Assolutamente no. Lo abbiamo fatto con la professionalità insostituibile del personale comunale, educativo e delle politiche sociali, con il volontariato, le cooperative, il terzo settore, i club di servizio, le singole persone. Oggi possiamo fare un passo avanti rafforzando ancora questi ambiti. Ed è quello che faremo. Il dibattito è aperto a tutti ma senza marziani né nostalgici di un’archeologia dei servizi ferma ormai al secolo scorso”.