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Macri: ”Estra non decide gli aumenti del metano da trazione che stanno interessando tutta Europa e non solo Arezzo. Le cause sono internazionali”

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Macri: ”Estra non decide gli aumenti del metano da trazione che stanno interessando tutta Europa e non solo Arezzo. Le cause sono internazionali”
Francesco Macri

Dichiarazione di Francesco Macrì, Presidente di Estra

La protesta per l’aumento del metano da autotrazione è legittima ma non va indirizzata ad Estra. E – almeno questo è il mio pensiero – nemmeno al Comune di Arezzo. Estra ha applicato nei confronti dei distributori l’aumento derivante dall’impennata, non a livello nazionale ma europeo e mondiale, del prezzo del metano. Sono incrementi generalizzati in Europa e non certo concentrati in una sola città.

A conferma, basta citare le azioni che sta intraprendendo Assogasmetano, l’Associazione nazionale delle imprese distributrici del metano da autotrazione  che ha sollecitato sia l’intervento del Governo  sia – richiesta avanzata al Mef – che l’aliquota agevolata al 5% sia applicata anche ai metano. Le misure del Governo si sono concentrate solo in alcuni ambiti e non riguardano l’autotrazione cui dovrebbero essere allargate.

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L’improvviso aumento del costo sta creando problemi non solo agli automobilisti e ai cittadini ma anche alle imprese. E’ evidente che ci sono motivi geopolitici internazionali e manovre speculative allo stesso livello che stanno determinando questi aumenti, determinati anche da politiche di accumulo legate alla forte ripresa economica con relativa maggiore richiesta di energia.

Significativo è che le recentissime dichiarazioni del Presidente Putin abbiano determinato un calo di circa 40 centesimi in un solo giorno, quello di ieri. Questo per sottolineare che ben poco, per non dire nulla, può essere fatto a livello locale o di una singola azienda quale Estra che ovviamente monitora attentamente la situazione nell’interesse dei clienti e delle comunità locali.

L’Unione Europea importa da paesi UE ed Extra UE circa il 90% del proprio fabbisogno e il gas di questi fornitori viene acquistato in una sorta di mercato borsistico in cui vige la regola della domanda e dell’offerta e della quotazione che si forma in ragione di questi fattori.

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Estra Energie “ribalta” ai clienti di questo tipo le stesse condizioni di acquisto sui mercati internazionali, aggiungendo un piccolissimo margine di vendita in funzione delle rilevanti quantità di prodotto venduto che nel caso specifico sta sotto il centesimo. Per essere chiari si tratta di millesimi di euro e non ci sono spazi di manovra.

Se è evidente la causa degli aumenti e l’impossibilità di incidere su di essi a livello locale, è arrivato forse il momento di comprendere quanto sia dannosa la nostra scarsa indipendenza energetica , solo mitigata dai nuovi canali di approvvigionamento come il TAP. Senza dimenticare che non è ancora attivo il North Stream. In Italia ci può essere una svolta solo con l’apertura di nuovi canali di approvvigionamento, diversi dalla logica del gasdotto che rimane legata alla formazione dei prezzi nelle borse europee.

La svolta sarebbe quella di abbandonare le ottuse impostazioni ideologiche che da decenni impediscono di realizzare rigassificatori che consentirebbero di importare con rotte navali  GNL a prezzi molto più competitivi e soprattutto iniziare davvero una produzione nazionale di gas verde con la realizzazione di impianti come i biodigestori per trattare la frazione organica.

Dinanzi a queste necessità e a queste impostazioni, la Toscana e l’Italia sono ferme al palo. Se poi vogliamo parlare di dimensione locale, vorrei ricordare che Arezzo, dopo anni finalmente realizzerà con Aisa impianti un biodigestore che potrà produrre metano green da destinare alle auto o al trasporto pubblico a prezzi sicuramente più competitivi di quelli di mercato.

Una cosa importante sarebbe interrompere i dialoghi di salotti sulla transizione energetica e cominciare a metterla in pratica. Per fare questo, però, serve una politica industriale e la costruzione di impianti.