Home Attualità Priorità alla Scuola Firenze denuncia: “Attese tradite, la Regione Toscana è impreparata ad applicare i nuovi protocolli”

Priorità alla Scuola Firenze denuncia: “Attese tradite, la Regione Toscana è impreparata ad applicare i nuovi protocolli”

0
Priorità alla Scuola Firenze denuncia: “Attese tradite, la Regione Toscana è impreparata ad applicare i nuovi protocolli”

FIRENZE. Lunedì 8 novembre è entrato in vigore il nuovo Protocollo scolastico Covid, a firma del gruppo di lavoro di Ministero della Salute, Ministero dell’Istruzione, IIS e Regioni.

La scorsa settimana Priorità alla Scuola aveva espresso la sua soddisfazione per le novità introdotte, ma aveva avvisato: i meccanismi che riducono le eventualità e la durata delle quarantene dipendono dalla tempestività delle analisi, i tamponi devono essere perciò subito prenotabili, eseguiti e refertati, le ASL pronte a far fronte alle richieste.

Al secondo giorno di applicazione del nuovo Protocollo, è evidente che l’Assessorato alla Sanità della Regione Toscana si è fatto trovare impreparato ai nuovi impegni imposti da un accordo che la Regione Toscana peraltro ha sottoscritto dopo quasi un mese di negoziati (la prima bozza del Protocollo circolava dalla prima metà di ottobre) e dunque non arriva inaspettato.

Le ultime indicazioni che l’ASL ha inviato alle scuole, con lentezza sempre più esasperante, seguono ancora il vecchio Protocollo. Quello nuovo sembra non solo deliberatamente ignorato, ma addirittura sconosciuto. L’Assessorato regionale alla Salute non ha ancora organizzato – ed è lontano dal farlo – una corsia preferenziale per i compagni di classe dei positivi, che devono essere controllati subito (lo spirito del Protocollo è quello di non far perdere nemmeno un giorno senza che sia necessario) e di nuovo dopo 5 giorni.

Delle diverse ipotesi (dagli hub ad hoc a quella di bonus tampone che assicuri a ragazzi e insegnanti l’accesso rapido e gratuito ai test nelle farmacie, nei drive through o dai pediatri) nessuna è ancora stata realizzata, lasciando le scuole e i dirigenti scolastici nella condizione di potere solo rispondere alle proteste dei genitori e degli studenti che si trovano in quarantena nonostante la nuova legge dello Stato preveda la loro permanenza a scuola.
Priorità alla Scuola ha avuto in questi giorni un altro segno tangibile dell’impreparazione e dell’ignavia dell’Assessorato.

Da settimane, sin da ottobre, è stato chiesto un appuntamento con l’Assessorato per discutere del superamento del vecchio Protocollo e degli strumenti necessari per evitare quarantene e didattica a distanza a studentesse e studenti toscani di tutte le età (capacità di eseguire e refertare rapidamente la mole di tamponi necessari, utilizzo di tamponi rapidi, utilizzo di tamponi salivari). Questo appuntamento, accordato con calma e in prima battuta per il 3 novembre, è ora di continuo rimandato, spostato di giorno e di orario per rendere più difficoltosa l’organizzazione di persone che da un anno e mezzo prestano il loro tempo libero e non pagato per il funzionamento della Scuola pubblica.

La data ora proposta è la mattina del 15 novembre: all’incontro con l’Assessore Bezzini non verranno portate più solo le richieste di Priorità alla Scuola, con maggiore preoccupazione rispetto alle effettive capacità e disponibilità delle ASL toscane, ma verrà anche chiesto conto di che cosa sta succedendo. Rendere conto pubblicamente è il minimo che i funzionari incaricati di gestire la cosa pubblica dovrebbero fare.

Alla luce di quanto accadrà nei prossimi sette giorni, Priorità alla scuola Firenze si riserva di indire un grande presidio sotto l’Assessorato alla salute, sia in caso di ulteriore rinvio dell’incontro, sia qualora dall’incontro, ma soprattutto dai fatti, non dovessero arrivare risposte concrete. Genitori e studenti non sono disposti ad accettare disorganizzazioni nella Sanità toscana che compromettano ancora il diritto all’istruzione, già troppo compresso negli ultimi due anni.

Si registra infine che non appena l’emergenza si è attenuata, appena è possibile, finalmente, pensare davvero a un post-epidemia, per la Scuola e per la società intera, la retorica del potenziamento dei servizi sanitari è tornata nel cassetto. Ci si sta affrettando a smantellare strutture, personale e materiali vengono di nuovo ridotti a uno stretto indispensabile utile solo per far tornare i conti di bilancio che seguono logiche economiche incompatibili non solo con l’emergenza ma con la vocazione stessa della Sanità pubblica: prevenire e curare.

Sappiamo bene che non è un problema solo della Toscana: per questo Priorità alla Scuola si riserva di indire nuove mobilitazioni nazionali, perché protocolli finalmente unitari e nazionali siano applicati uniformemente in tutta Italia.