“Il mio sogno è sempre stato quello di diventare mamma in maniera naturale – racconta Giorgia. Negli ultimi due anni ho avuto tre interruzioni traumatiche di gravidanza che mi hanno fatto riflettere e hanno messo a dura prova la mia voglia di maternità”.
Luca Mencaglia, Direttore della Rete Regionale della Toscana per la cura dell’infertilità, nonché direttore della Rete PMA della USL TSE, spiega la tecnica del ringiovanimento ovarico. “Si tratta di una procedura che ha lo scopo di permettere una gravidanza anche alle donne in menopausa precoce, a chi soffre di una insufficienza ovarica prematura o di una bassa riserva ovarica con scarsa capacità riproduttiva. Un viaggio nel futuro che oggi è realtà. Siamo i primi in Italia ad aver sperimentato con successo questa tecnica, avviata da istituti in Spagna e USA.
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Il limite di età è 43 anni.
“Il concetto di ringiovanimento ovarico – conclude Mencaglia – si fonda sul principio del PRP (plasma ricco di piastrine), in pratica le cellule staminali (della stessa paziente) autologhe che vengono iniettate direttamente nell’ovaio usando la laparoscopia. Questa tecnica richiede un solo giorno di ricovero e passa quindi per una successiva stimolazione della ovulazione e fecondazione in vitro.”