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Un “occhio intelligente” per i rifiuti – VIDEO

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Un “occhio intelligente” per i rifiuti – VIDEO
Marco Sacchetti e il professor Alessandro Mecocci

L’assessore all’ambiente Marco Sacchetti e il professor Alessandro Mecocci del Dipartimento di ingegneria dell’informazione e scienze matematiche dell’Università di Siena hanno presentato il sistema di computer vision per il riconoscimento dei rifiuti abbandonati o lasciati per strada e la loro automatica catalogazione.

L’assessore Marco Sacchetti: “l’amministrazione comunale muove da una precisa consapevolezza: il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti nuoce al decoro e all’immagine di una città d’arte come Arezzo, proiettata verso lo sviluppo turistico. Per questo abbiamo deciso di affidare al VIsion and SMART sensors Laboratory dell’Università di Siena, diretto dal professore Alessandro Mecocci, lo studio e la sperimentazione di una tecnica di visione artificiale in grado di effettuare un check-up dei rifiuti urbani grazie a immagini ottenute tramite telecamere”.

“La sperimentazione – ha precisato Alessandro Mecocci – si è svolta durante alcuni mesi sfruttando due telecamere collocate in via Spinello e in Corso Italia in prossimità di piazza San Michele. Entrambe hanno evidenziato percentuali di corretta identificazione dei rifiuti oscillanti tra l’80% e il 100%”.

“La problematica – ha proseguito l’assessore – è resa complessa della necessità di rispettare la privacy dei cittadini che si muovono legittimamente in prossimità delle aree di conferimento e che hanno il diritto a non essere rilevati. Ecco dunque che il VISLab ha messo a punto un sistema avanzato che potremmo definire un ‘occhio intelligente’, che discrimina innanzitutto le persone dalle cose: nessuna immagine viene inoltre memorizzata o trasmessa a distanza, pertanto la privacy è tutelata. In secondo luogo, è possibile individuare che tipo di rifiuti sono quelli abbandonati o lasciati per strada, la consistenza degli stessi per ciascuna tipologia, la localizzazione del luogo di abbandono, la data e l’orario in cui questo si è verificato”.

A quel punto, gli ispettori ambientali riceveranno su Telegram un messaggio per poter agire al fine di rimuovere quanto non correttamente conferito.