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Una questione di coscienza

L'Italia capofila per le strategie vaccinali a livello mondiale

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La vera arte della memoria è l’attenzione ma dove viene meno l’interesse, viene meno anche la memoria”.

L’Italia capofila per le strategie vaccinali a livello mondiale.

Questo il titolo di una pubblicazione sul sito di AIFA in data 28 settembre 2014.

Link: www.aifa.gov.it/l-italia-capofila-per-le-strategie-vaccinali-a-livello-mondiale

Nell’ambito del Global Health Security Agenda, l’Italia è stata designata quale capofila delle strategie e campagne vaccinali nel mondo.

A ricevere questo prestigioso incarico alla Casa Bianca a Washington, alla presenza di Barack Obama, l’allora Ministro Lorenzin e l’ex Presidente dell’AIFA Pecorelli che commentarono: “Un importante riconoscimento scientifico e culturale internazionale per il nostro Paese”.

Quindi l’Italia guiderà – e sta guidando – le strategie e le campagne vaccinali nel mondo.

“L’impegno dell’Italia per questa campagna – proseguì Pecorelli – a favore della vaccinazioni si realizzerà anche con il coinvolgimento degli atenei e andando nelle scuole medie a parlare ai ragazzi e ai docenti di corretti stili di vita e vaccinazioni”.

A distanza di oltre 7 anni che ruolo hanno Lorenzini e Pecorelli nel nostro Paese oggi?

Sergio Pecorelli, all’epoca a capo dell’Agenzia Italiana del Farmaco, nel Dicembre del 2015 rassegnò le dimissioni da Presidente per mancanza di condizioni minime di serenità dopo le accuse di conflitto di interessi di livello 3 da un comitato interno dell’Authority a causa della partecipazione a due Fondazioni e a una società di venture capital.

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L’On. Beatrice Lorenzin nel 2017, pochi mesi prima del termine della legislatura, fu firmataria e promotrice della legge 119/2017 sull’estensione dell’obbligo vaccinale in età pediatrica.

Una legge frutto di mesi di campagna mediatica di terrorismo sull’epidemia di morbillo e sul calo delle coperture vaccinali che avrebbe portato il nostro paese a una crisi sanitaria qualora non si fosse invertita la tendenza.

A distanza di 3 anni questo decreto ha portato un aumento della copertura vaccinale anti-morbillo di meno di 3 punti (91,84% del 2017 contro i 94.49% del 2019 pagando però un costo sociale altissimo vista l’esclusione di migliaia di bambini dalle scuole d’infanzia e dai nidi.

I casi di morbillo, già in discesa nel 2017 prima che il decreto potesse ancora avere effetto, sono ormai di poche unità da molti anni.

Un andamento decrescente dei casi che era già avvenuto nel 2015 quando i casi, senza obbligo vaccinale, erano stati 256 nell’intero anni con una copertura vaccinale dell’85.29%.

Infine il consigliere scientifico Ranieri Guerra – anch’egli presente al Global Health Security Agenda  – oggi è direttore vicario OMS ed è stato al centro di una polemica per non aver aggiornato il piano pandemico.

La polemica si è incendiata dopo un servizio di Report sulla gestione dell’emergenza COVID19 con l’accusa del ricercatore OMS Europa Zambon di aver ricevuto pressioni da Ranieri Guerra per far modificare il rapporto e la puntata TV andata in onda sul servizio pubblico televisivo italiano.

Più volte Ranieri Guerra, sia via mail che per telefono, mi ha chiesto di modificare la datazione del piano pandemico italiano. Lui voleva che io scrivessi nel rapporto che il piano, dal 2006, era stato aggiornato, usando proprio le parole updated and reconfirmed.

Consultandomi con tutti gli autori del rapporto, abbiamo deciso assolutamente che potevamo scrivere reconfirmed perché in effetti non era cambiato neanche di una virgola dal 2006, ma certamente non potevamo scrivere updated cioè aggiornato. Questo sarebbe stato dichiarare il falso ed io non me la sono sentita” le parole di Zambon.

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Ecco allora come è cambiata la politica pro vaccini nel nostro Paese dal settembre 2014.

Preme ricordare inoltre che il 18 dicembre 2017 Beatrice Lorenzin firmò il Protocollo di Intesa con la Federazione Nazionale della Stampa italiana FNSI grazie al quale dichiarò “ci vacciniamo contro le fake news”.

Nobile obbiettivo dichiarato dal Ministro era promuovere nei giornalisti “coscienze e conoscenze in ambito sanitario provenienti da fonte istituzionale autorevole e indipendente al fine di fornire un’informazione corretta e scientificamente validata”.

Oggi ci sarebbe da chiedere cosa sia da ritenere scientificamente validato.

Curioso altresì l’inciso del Protocollo d’Intesa dove si garantisce ancora oggi la segretezza delle attività oggetto dell’accordo.

Praticamente notizie sugli effetti negativi dei vaccini da quella data non sono piu’ uscite sui giornali.

Una questione di coscienza.