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Appello a Draghi: “L’ANMIL non può morire per inadempienze della Pubblica Amministrazione”

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Appello a Draghi: “L’ANMIL non può morire per inadempienze della Pubblica Amministrazione”
L'appello a Mario Draghi

“Quest’oggi sarà un compleanno molto triste per un’Associazione storica come la nostra, che quest’anno compie 79 anni di vita, dalla fondazione nel 1943, piangendo con la famiglia di Giuliano De Seta, per una morte che non sarebbe dovuta accadere ad un diciottenne durante uno stage scolastico, ucciso da una barra di metallo caduta da un cavalletto mentre stava facendo pratica con i macchinari di un’azienda specializzata nella lavorazione di metalli. 

È l’ennesima tragedia sul lavoro di cui il mondo della politica si interesserà per poche ore, per qualche giorno, per una statistica che vuole maledire la formazione negli ultimi anni di scuola. Ma il punto è che al suo posto poteva esserci un altro lavoratore, con la stessa inesperienza, e dunque portiamo l’attenzione sul vero problema: i luoghi di lavoro devono essere luoghi sicuri per la vita e la salute di tutti!”, commenta il Presidente nazionale ANMIL Zoello Forni, alla vigilia dell’importante anniversario associativo che ricorre il 19 settembre.

“L’ombra di un bilancio infortunistico grave come questo non accadeva da anni e pesa profondamente sui nostri cuori con tre lavoratori al giorno che, in media, non tornano dalle loro famiglie. La Relazione annuale INAIL per il 2021 – continua il Presidente – ha evidenziato che, al netto dei contagi da Covid-19 di origine professionale, gli infortuni denunciati sono aumentati nel 2021 di oltre il 20% e i casi mortali di quasi il 10% rispetto all’anno precedente. Poco più di 564mila denunce di infortuni sul lavoro, di cui ben 1.361 mortali. Un quadro drammatico peraltro di gran lunga più grave stando ai dati che vengono pubblicati mensilmente dall’Istituto: infatti, nei primi sette mesi del 2022 le denunce di infortunio sul lavoro sono ulteriormente aumentate del 41,1% rispetto allo stesso periodo del 2021.

“Ma nonostante questi pesantissimi numeri che gravano sul Paese, la sicurezza nei luoghi di lavoro non è stata presa in considerazione come una priorità dalle forze politiche che si sono candidate a governare la nostra nazione dopo il 25 settembre. Nei programmi elettorali – prosegue Forni – sono pochi e vaghi i riferimenti a questo tema, scarse e insoddisfacenti le proposte concrete per arginare morti e infortuni e, nonostante il tempestivo appello che l’ANMIL ha rivolto ai principali leader all’indomani della crisi di governo con l’obiettivo di stimolare una riflessione e l’assunzione di un impegno per il futuro, anche mettendoci a disposizione per un confronto, nessuno ha colto il nostro invito e il silenzio che ci è stato riservato si legge oggi in nei programmi elettorali”.

“Questo 79° compleanno per la nostra Associazione sarà ancora più amaro a causa delle gravi difficoltà economiche in cui ci ritroviamo a festeggiarlo, difficoltà conseguenti ai mancati pagamenti del Ministero del Lavoro per le attività svolte con validissimi risultati in favore dei nostri associati e non solo, attraverso il Patronato ANMIL che ormai abbiamo totalmente in carico con spese che non possiamo più sostenere”. È quanto sottolinea il Presidente Nazionale ANMIL, nel ribadire al Ministero del Lavoro il rispetto degli impegni assunti verso chi aiuta i cittadini e si adopera per le loro pratiche in materia di previdenza sociale. 

“Abbiamo più volte tentato il confronto con il Ministero del Lavoro, abbiamo lanciato appelli a parlamentari su tutto il territorio, ma a nulla è servito. Quindi siamo giunti ad appellarci al Presidente Draghi, e dopo avergli scritto ai primi di agosto senza alcun riscontro, abbiamo deciso di lanciare a lui e a quanti conoscono la nostra storia e il nostro impegno da quasi 80 anni, un appello attraverso le pagine di un prestigioso quotidiano nazionale”, aggiunge sconfortato il Presidente dell’ANMIL che da oltre 40 anni svolge impegnativi ruoli nell’Associazione.

“Lo dobbiamo anche a tutti i dipendenti che dal 1° ottobre si ritroveranno in Cassa Integrazione per cercare di salvaguardare i loro posti di lavoro dopo che da due mesi lavorano senza prendere lo stipendio, dimostrando di credere nell’ANMIL e con un sacrificio non più sopportabile”.

“Senza una svolta concreta, rischiamo di non farcela – conclude Forni – per cui i festeggiamenti preferiamo rimandarli al prossimo anno, con la speranza che le cose cambino e la tutela del lavoro e dei lavoratori possa finalmente diventare una delle priorità del Paese per il valore che tutti i lavoratori rappresentano. E noi vogliamo continuare ad essere un punto di riferimento e un luogo di vera solidarietà per tutte le vittime del lavoro”.

L’appello a Mario Draghi