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Comitato Rinascita Pionta: proposte e osservazioni per il futuro del parco

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Comitato Rinascita Pionta: proposte e osservazioni per il futuro del parco
Parco del Pionta

Le scriventi associazioni, che da qualche anno partecipano alla attività e al ruolo propositivo svolto dal Comitato per la rinascita del Pionta, valutano positivamente la ripresa di interesse, l’emergere di prospettive per la riqualificazione di questa importante area cittadina.

Dopo aver sottoscritto e trasmesso agli enti la Carta d’Intenti denominata “Viva il Pionta” all’indomani del convegno del giugno 2019, per le varie associazioni che hanno a cuore il futuro del parco, è giunto il momento di rappresentare proposte e preoccupazioni legate ai progetti presentati e alle prospettive complessive.

L’ importante novità è rappresentata dai progetti presentati dalla Usl finalizzati all’insediamento di nuovi servizi nell’area, grazie a finanziamenti PNRR, propri o regionali, mediante il recupero di alcuni edifici o la realizzazione di nuovi.

Progetti importanti e significativi per la cittadinanza (Hospice, Centrale Operativa Territoriale, Centro per l’Autismo, Ospedale di Comunità, ecc.) che vengono inseriti in un’area che necessita comunque di una riqualificazione complessiva, e dunque devono inquadrarsi in un progetto organico che al momento non c’è.

Il Pionta è un luogo complesso dove insistono varie vocazioni e potenzialità (le funzioni socio-sanitaria, formativa, culturale-aggregativa, ambientale) e vari soggetti con mission diverse che vanno messe in relazione e fatte interagire; è una vasta area da collegare sempre più con il resto della città con appositi interventi. Il Pionta è un mosaico, per questo occorre avere una visione d’insieme grazie alla quale i singoli tasselli vanno a incastrarsi in modo giusto. Al momento, però, l’unica funzione trattata è quella socio-sanitaria, con la mancanza di visione strategica di carattere urbanistico, che non è certo competenza della azienda sanitaria, ma del Comune che è chiamato a svolgere un ruolo di coordinamento complessivo.

Dunque si corre il rischio di realizzare interventi parziali e scollegati, di fare del Pionta una cittadella della sanità e non della salute se non si dà seguito urgentemente alla predisposizione di un Piano Attuativo unitario e partecipato come previsto dal Piano Operativo del Comune di Arezzo sulla base di una puntuale osservazione presentata dal Comitato.

Poniamo quindi sul tappeto alcune domande a cui si deve dare, attraverso il confronto e la partecipazione, delle necessarie risposte:

– dal momento che con i vari interventi si darà una connotazione importante e duratura all’area sono state valute tutte le opzioni, recuperando edifici già esistenti piuttosto che realizzarne di nuovi? Va valutato, infatti, che in prossimità al Pionta vi sono altri edifici pubblici dismessi o sottoutilizzati (es. edifici ex Dispensario ed Ex Foro Boario);

– come si conciliano i previsti nuovi servizi socio-sanitari, e le nuove costruzioni attrattrici di traffico, con viabilità e parcheggi che non possono entrare in conflitto con le naturali funzioni di un parco? Vanno necessariamente valutati gli impatti e le problematiche rappresentate dalla accessibilità e collegamenti del parco con la città e in particolare con i quartieri limitrofi.

-si tiene adeguatamente conto delle esigenze dell’Università in espansione, che secondo noi ha bisogno di spazi e servizi per un campus che vorremmo sempre più in dialogo con il resto della città? E’ giunto il momento che anche l’Università chiarisca le sue volontà rispetto ai percorsi formativi attuali e futuri ad Arezzo.

– quale sarà il destino di alcuni edifici da recuperare non considerati in questa fase e come si relazioneranno con il resto degli interventi? E come si può e si deve dare impulso alla riqualificazione dei vari spazi aperti, alla valorizzazione degli scavi archeologici, al sostegno ad attività culturali, sportive, ludiche e di valorizzazione ambientale valide in sé e per rilanciare la più ampia fruizione del Pionta?.

– per strutture che mancano, abbiamo strutture che invece non ci dovrebbero essere. E’ giusto che ritornino servizi di salute mentale al Pionta e che permangano servizi di natura psichiatrica nella struttura del Duomo Vecchio, non adeguata strutturalmente (manca anche l’ascensore), vecchia in tutti i sensi, con carattere emarginante? Perché non pensare, ad esempio con i finanziamenti ex art.20, a creare una vera casa-famiglia inserita nel contesto cittadino?

Dunque ora serve un progetto complessivo e partecipato nella sua elaborazione, anche avvalendosi del percorso partecipativo promosso dall’Università, finalizzato a coinvolgere la città nella rigenerazione del Pionta. Solo così si può valorizzare nel medio-lungo periodo in tutti i suoi aspetti il Parco più bello e importante della nostra città per renderlo davvero una cittadella del benessere, capace di promuovere in maniera coordinata e sostenibile, socialità, salute, qualità ambientale, formazione e cultura.

Documento unitario emerso dal contributo di vari cittadini e delle seguenti associazioni che partecipano al “Comitato Rinascita Pionta”:

Legambiente Arezzo, Associazione Culturale Bangladesh, Associazione Centro Basaglia Onlus, Vivere Insieme Associazione Onlus, Centro Sociale Pionta, Nuovo Comitato di Saione, Comitato Territoriale UISP Arezzo Aps, Associazione culturale “Academo”, Fabbrica del Sole Onlus, Cooperativa Sociale Margherita +, Associale “Le 7 Note”, Centro Francesco Redi, Gruppo di Lettura “Gli instabili”, Fiab Arezzo, Alo’ Saione, Associazione Baobad aps, Associazione La Fabbrica delle Idee.