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Dal San Donato a viale Giotto: la marcia per “Le Verità Negate” sul Covid-19

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Dal San Donato a viale Giotto: la marcia per “Le Verità Negate” sul Covid-19
Il corteo in via Benedetto da Maiano

di Andrea Giustini

Alle 10:00 di questa mattina ha preso il via la manifestazione “Le Verità Negate”. Un centinaio di persone, unite dalla richiesta che le istituzioni, politiche e sanitarie, facciano chiarezza in particolare sugli effetti avversi dei vaccini contro il covid-19, si sono ritrovate di fronte all’Ospedale San Donato di Arezzo. Fra striscioni, slogan e cartelli con volto e nome di decine di persone danneggiate dal siero, alcune oggettivamente, come Camilla Canepa, altre su cui ancora sono in corso accertamenti, hanno formato un corteo e, scortate dalle forze dell’ordine, hanno iniziato un lungo cammino sotto il sole di questo 25 giugno, su alcune delle vie principali della città.

Via del Trionfo, via vittorio Veneto, viale Michelangelo. E poi viale Mecenate, fino ad arrivare in viale Giotto. «Siamo qui a chiedere la verità negata, le verità negate!» vociava dal megafono Gianluca Cirignoni di Fronte del Dissenso. «Il nostro corteo, la nostra manifestazione è unitaria nei suoi vari movimenti e territori. E’ qui per chiedere che sia fatta chiarezza sulle reazioni avverse da vaccinazione covid-19, perché sono molte, molte, molte di più di quelle che vengono pubblicate ufficialmente dalle nostre Asl! Abbiamo sanitari che ci passano informazioni su questo, ce lo dicono. Miocarditi, pericarditi, sono in grande aumento. E allora vogliamo che sia fatta chiarezza su questo: perché la salute è un dono che ognuno di noi ha e non ce lo dobbiamo far sciupare da una vaccinazione obbligatoria che nulla ha di sanitario. E’ solo una manipolazione politica!».

La sanitaria Maria Pupita in testa al corteo

Maria Pupita, sanitaria con 37 anni di servizio alle spalle, incoraggiava i manifestanti durante il percorso. Raccontava della sua esperienza dall’interno del sistema sanitario, delle sue ricerche, e sottolineava alcuni fatti sottaciuti, come che non è ancora noto se i vaccini contro il covid-19 siano cancerogeni, o se provochino malattie genetiche. «Trentasette anni nella sanità della Usl di Arezzo! – ha detto la sanitaria – . Mi sono sempre spesa perché venisse fatto il meglio per i pazienti aretini. E pensate che mi facciano arretrare ora? Che è il momento più drammatico che vivo nella mia vita da sanitaria? Non ci riusciranno!». Guidando poi il corteo su via Benedetto da Maiano, Cirignoni ha continuato: «Se dovessero di nuovo mettere in atto le misure liberticide dello scorso inverno ci troveranno più organizzati, molto più arrabbiati, indisponibili ad alcun accordo: con nessuno! Ci troveranno a volere solo la nostra libertà, la tutela del nostro lavoro e dei nostri figli! Per questo diciamo no al green pass, no alla guerra anche, e no alla vaccinazione obbligatoria!».

Gianluca Cirignoni, Fronte del Dissenso

La meta di questo “pellegrinaggio” a suon di “Libertà”, “Verità” e “la gente come noi non molla mai”, era la sede dell’Ordine dei Medici di Arezzo. Lì un presidio preparato dagli organizzatori attendeva l’arrivo dei manifestanti, avvenuto intorno alle 11:20, con microfoni, casse e un grande cartello riportante la famosa sentenza del tribunale di Pisa datata 17 febbraio 2022, che riteneva illegittimo lo stato d’emergenza, i DPCM e tutta la decretazione d’urgenza.

“[…] Manca perciò qualsivoglia presupposto legislativo – si leggeva nel testo della sentenza affisso – su cui fondare la delibera del Consiglio dei Ministri del 31.1.2021, con consequenziale illegittimità della stessa per essere stata emessa in violazione dell’art. 78, non rientrando tra i poteri del Consiglio dei Ministri quello di dichiarare lo stato di emergenza sanitaria. […] A fronte della illegittimità della delibera del CdM 31.1.2021 devono reputarsi illegittimi tutti i successimi provvedimenti emessi per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, nonché tutte le successive proroghe dello stato di emergenza”.

A terra, proprio di fronte alla sede dell’Ordine dei Medici, erano poste tutte assieme le decine e decine di foto delle persone che, a dire dei manifestanti, sono rimaste danneggiate in qualche modo dai vaccini contro il covid-19 o decedute.

Uno ad uno, organizzatori e relatori, hanno preso la parola. Hanno presentato le molte realtà aderenti all’iniziativa: in primis Fronte del Dissenso, già protagonista della protesta davanti all’ITIS Galileo Galilei e di molte altre di stampo no green pass; le sezioni aretine dei partiti Ancora Italia ed Italexit; il Comitato Sanitari Arezzo. E poi anche gli organizzatori del No Paura Day, che continua ad animare i weekend in piazza San Jacopo; Resistenza Costituzionale, e ancora molte altre. Dopo di ché sono state spiegate più approfonditamente le ragioni dell’evento “Le Verità Negate”, sono stati delineati gli obbiettivi e le loro azioni concrete dei manifestanti, alcune già compiute.

«Di fronte a me ci sono i volti di tutte queste persone – ha detto Maria Teresa Turrini, presidente del Comitato Sanitari Arezzo – che avevano dato fiducia alla scienza e noi dobbiamo avere una risposta, per loro e per tutti i danneggiati. Oggi consegneremo un documento all’Ordine dei Medici, così come gli atti del convegno del 12 giugno scorso, fatto in questa città insieme agli scienziati della Commissione Scientifica Indipendente. Abbiamo il piacere di consegnare questi documenti all’Ordine, ma soprattutto gli chiederemo un confronto».

Fra i molti interventi, significativo quello dell’avvocato Chiara Attala. Ha ribadito alcuni punti fondamentali per i manifestanti: in primis l’importanza di chiedere una deroga all’obbligo vaccinale. Sia perché: «era noto sin dall’inizio che non si conosceva né la durata né l’efficacia di questi 5 “prodotti vaccinali”, e dico prodotti vaccinali perché vaccino è un nome troppo nobile per questi farmaci», ha sottolineato l’avvocato. Sia perché: «sono ormai arrivati gli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità che dimostrano che i vaccinati si ammalano, vengono ricoverati e muoiono in numero maggiore rispetto ai non vaccinati».

Attala ha poi ricordato l’importanza dei diritti fondamentali, i quali la Costituzione non è che concede, come invece succedeva ai sudditi con le carte “ottriate”, ma invece riconosce, in ogni persona: «Sono dentro ognuno di noi già prima della nascita» ha detto l’avvocato. «Uno di questi diritti fondamentali è la libertà di scelta terapeutica. Noi abbiamo il diritto di autodeterminare quale terapia possa essere giusta per noi, finanche la non-terapia, se è questo che per noi è meglio».

L’avvocato Chiara Attala

Ha inoltre parlato dell’inammissibilità della vaccinazione anche per i guariti da covid-19 e dell’irrazionalità quanto incostituzionalità, alla luce dell’art. 2, di lasciare a casa e senza stipendio persone sane che si rifiutano di vaccinarsi. Infine ha informato i partecipanti alla manifestazione che è stata fatta una richiesta ufficiale alla Asl di fornire, secondo la legge, i dati degli ultimi 5 anni relativi a problemi di salute in generale, in particolare malattie, ricoveri e decessi per cause varie. Verranno studiati e incrociati con quelli sulle vaccinazioni effettuate per capire se, nel caso si riscontri un aumento anomalo negli ultimi 2 anni, vi sia una qualche relazione con i farmaci contro il coronavirus.

La redazione di ArezzoWeb Informa ha avuto modo di documentare bene l’intera manifestazione e di ascoltare le voci di quasi tutti gli aderenti: a breve verranno pubblicate le interviste integrali.