Home Arezzo “E’ un genocidio”: la mamma di Grace cerca risposte per la morte della figlia di 19 anni

“E’ un genocidio”: la mamma di Grace cerca risposte per la morte della figlia di 19 anni

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di Stefano Pezzola

Otto mesi dopo che sua figlia Grace di 19 anni è morta in ospedale dopo aver ricevuto una combinazione di un sedativo, un farmaco per l’ansia e morfina, Scott Schara e la sua famiglia continuano a richiedere spiegazioni sui tanti perché e sugli eventuali responsabili.
La loro più recente campagna pubblicitaria prende di mira il St. Elizabeth’s Hospital di Appleton, nel Wisconsin, dove è rimasta ricoverata sua figlia affetta dalla sindrome di Down.

Il personale ospedaliero che guida da e verso l’ospedale ha adesso difficoltà a non vedersi sbattuto in faccia i cartelloni pubblicitari che chiedono: “A Grace è stata data una combinazione letale di medicine al St. Elizabeth’s Hospital? E’ stato intenzionale? E chi sarà il prossimo?
Grace è morta nell’ottobre 2021, un mese dopo che gli obblighi vaccinali Covid-19 erano stati annunciati in pompa magna dal presidente Joe Biden.
Le persone che non volevano accettare il farmaco sperimentale venivano licenziate, mentre i pazienti non vaccinati negli ospedali venivano trattati in modo molto diverso rispetto ai vaccinati.
Una inchiesta di Anne Quiner ha dipinto in Minnesota un quadro di discriminazione medica e protocolli ospedalieri insolito o forse sarebbe più opportuno dire vergognosi.
Scott Schara, ricorda che sua figlia così come il resto della sua famiglia non era vaccinata.
E’ stata ricoverata a St. Elizabeth’s per problemi respiratori inerenti il virus Sars Cov-2 il 6 ottobre 2021, ma si stava rapidamente riprendendo quando il medico ha deciso di inocularle un sedativo chiamato Precedex.

Nonostante i gravi rischi associati all’assunzione di questo farmaco, a Grace sono state negate le cure per il trattamento precoce non approvate dal dr. Anthony Fauci direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases.
Il 13 ottobre, il giorno in cui Grace è morta, le è stato somministrato, oltre al Precedex, Lorazepam e morfina in circa 29 minuti – ha ricordato Schara – anche se il foglietto illustrativo per la morfina mette in guardia contro l’uso in combinazione con gli altri due farmaci perché possono causare la morte“.
La sorella di Grace e l’avvocato di famiglia hanno implorato le infermiere nel corridoio dell’ospedale di rianimare la ragazza ma non c’è stato niente da fare, perché Grace è stata subito “codificata” come Do Not Resuscitate (DNR), uno stato che in realtà avrebbe dovuto essere legalmente approvato e firmato dalla madre e da nessun altro.
Nonostante le suppliche, Grace non è stata rianimata ed è deceduta in quel letto di ospedale dello stato del Minnesota.

Le cartelle cliniche mostrano che l’ordine DNR è stato inserito nel sistema ospedaliero otto minuti dopo che una dose massima di Precedex è stata somministrata a Grace attorno alle 10:48 a.m.” afferma la mamma.
Secondo il certificato di morte, Grace è morta per insufficienza respiratoria acuta con ipossiemia a causa del Covid-19.

La mamma dichiara ormai da mesi l’insufficienza respiratoria è un effetto collaterale grave e diretto dell’uso di Precedex per più di 24 ore.
Naturalmente l’ospedale ha ricevuto il bonus di Covid-19 previsto dal governo.
Scott Schara ricorda che la famiglia ha impegnato oltre 300 mila dollari per le campagne di sensibilizzazione, di cui circa 225 mila per i cartelloni pubblicitari che hanno programmato fino a maggio 2023.
Il denaro va e viene – ha affermato  Schara – non voglio che questo accada a nessun altro. E’ una battaglia spirituale del bene contro il male e la gente deve rendersene conto“.
Niente di tutto quello che è accaduto a Grace è frutto di coincidenze.
Per la combinazione di farmaci somministrati il medico ha dovuto formulare un ordine.
Un farmacista ha dovuto firmare.
Una infermiera di terapia intensiva ha i inoculato la combinazione letale.
Non ci è stato fatto firmare il consenso informato sui farmaci somministrati a Grace, né sapevamo che venivano somministrati – ha affermato Schara – non c’era nessun motivo per sedarla. Non c’era nessun motivo per darle Lorazepam, un farmaco anti-ansia. Non c’era nessun motivo per darle la morfina“.

Il Codice di Norimberga è stato sottoscritto per garantire che le persone ricevano farmaci con consenso informato in merito a qualsiasi procedura medica e per essere in grado, nel caso, di rinunciarvi.
Tutto questo probabilmente ha attinenza con l’esperimento Milgram, ma ne parlerò un’altra volta, adesso non rimane che piangere una giovane creatura, rispettando il dolore immenso di una madre e di una sorella.
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