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Francesco Romizi: “Minori ucraini: accoglienza in famiglia e non solo istituzionalizzata”

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Francesco Romizi: “Minori ucraini: accoglienza in famiglia e non solo istituzionalizzata”
Francesco Romizi

Dichiarazione del consigliere comunale Francesco Romizi

“Concordo con quanto sostenuto dalla referente della rete Affidar: la politica di accoglienza dei minori ucraini non accompagnati non può seguire solo la strada della istituzionalizzazione”.

Così il consigliere comunale Francesco Romizi prende posizione sul tema dei profughi che arriveranno ad Arezzo a causa della guerra nell’est Europa. “Mi pare di capire – prosegue Romizi – che il percorso scelto dalla vice-sindaca e dall’amministrazione comunale, per quanto sia stato concordato con la prefettura, vada esattamente in quella direzione. Invece, chi non ha compiuto 18 anni, non può essere gestito come un quaranta-cinquantenne: sembrerebbe inutile sottolinearlo eppure siamo costretti a farlo. In linea con quanto emerge dalle prese di posizione delle istituzioni giudiziarie e dei soggetti del terzo settore che lavorano sul campo dell’accoglienza dei minorenni.

Se la via esclusivamente istituzionale è una scelta presa a un tavolo di lavoro condiviso, evidentemente l’errore non è solo del Comune ma questo nulla cambia: sia il Comune stesso a proporre un nuovo tavolo per invertire l’impostazione e promuovere un’azione di accoglienza diffusa nel territorio. Che non esclude ovviamente l’opzione del Thevenin, tanto per fare un esempio, o di altre strutture simili. Ma sfrutta al contempo la risorsa preziosa della solidarietà cittadina.

Mi pare infine paradossale che da un’accesa propugnatrice della famiglia tradizionalissima, quest’ultima venga sostanzialmente sconfessata quando si tratta di restituire un ambiente sereno, con un padre e una madre ovviamente, a chi magari lo ha appena perso a causa di un bombardamento”.