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Invasione Ucraina: la bufala del video preregistrato da Putin

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Invasione Ucraina: la bufala del video preregistrato da Putin

di Andrea Giustini

Molti giornali e telegiornali italiani hanno riportato la notizia che Vladimir Putin avrebbe preregistrato il video dove annuncia la decisione di invadere l’Ucraina. Non sarebbe stato trasmesso in diretta su Rossija-24 il giorno 24 febbraio. Ma girato e montato lunedì 21 sera, lo stesso giorno in cui ancora Putin riconosceva pubblicamente le repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk. Secondo alcuni, aveva quindi pianificato tutto. Parlava al mondo di storia, trattati, diplomazia, ma la “dichiarazione di guerra” era già pronta nel cassetto.

In realtà la notizia è una bufala. Le premesse su cui si basava erano confutabili con due semplici click. Vediamo nello specifico come è nata, come è stata sparsa e perché questa notizia è falsa.

Un buon esempio della bufala sparsa in contesto italiano è Putin e la dichiarazione di guerra registrata”, pubblicato su la Repubblica. Al paragrafo “l’Annuncio di Guerra Preregistrato” si legge:

Piccolo dettaglio: non solo la location è la stessa del discorso alla nazione pronunciato lo scorso lunedì, ma Putin indossa anche la stessa giacca e la stessa cravatta. Era il giorno in cui il signore del Cremlino ha annunciato d’aver riconosciuto le autoproclamate repubbliche popolari di Donetsk e di Lugansk, controllate dai miliziani pro-russi. Ebbene, come riferiscono sia la Novaya Gazeta che il Guardian, il discorso della scorsa notte in realtà era tutto fuorché in diretta. Il due quotidiani specificano: i metadati mostrano che il file del video è stato caricato sul sito del Cremlino il 21 febbraio. Lunedì, appunto. Per la precisione, alle 19. Gli analisti occidentali concordano: com’è evidente, la decisione di un attacco su vasta scala era stata presa da tempo“.

La notizia del video preregistrato da Putin nasce proprio da quei “metadati”. Ottenibili con semplici applicazioni come Exiftool, non rappresentano altro che le informazioni sull’ora, la data di creazione e tutte le specifiche di un file.

Novaya Gazeta, periodico russo di inchieste, ha scaricato i video originali dei discorsi del 21 e del 24 febbraio, e ne ha estratto i metadati. Dopo di ché ha pubblicato i “risultati“, ma non riportandoli su un articolo.

Alle 5:23 del 24 febbraio, l’account twitter della testata è uscito con un cinguettio. Nel post, oramai cancellato, era scritto “il discorso di Putin sulla dichiarazione di guerra è stato registrato la sera del 21 febbraio, lunedì. Puoi verificarlo scaricando un video dal sito web del Cremlino e controllando le sue proprietà”.

Inoltre veniva condiviso uno screenshot mostrante i metadati del video analizzato.

Lo screenshot di Novaya Gazeta

Come si vede, i metadati estratti riportano:

  1. La data di caricamento e modifica: il 21.02.2022.
  2. La durata del video: 55 minuti e 56 secondi (0:55:56). 

C’è anche l’ora, “per la precisione le 19:00“, tanto per citare Repubblica. Il problema è che questi non sono i metadati del video pubblicato dal Cremlino il 24 febbraio. Sono invece di quello del 21 febbraio, dal titolo “Allocuzione del Presidente della Federazione Russa“. Basta fare proprio ciò che suggeriva Novaya Gazeta per verificarlo: scaricare i video dal sito del Cremlino e usare un programma ad hoc per estrarre i metadati.

Usando il programma Exiftool, per il video del 21 emergono infatti gli stessi dati dello screenshot su twitter. Stessa data e ora di caricamento. Ma soprattutto stessa durata del video, 55 minuti e 56 secondi. Anche da sola, basta per concludere che Novaya Gazeta si è basata sui metadati sbagliati per dichiarare che il video di Putin fosse preregistrato.  

Metadati del video caricato il 21.02.2022

Di seguito invece i dati estratti dal video del 24 febbraio. Anche questo, sul sito del Cremlino, è stato caricato con il titolo “Allocuzione del Presidente della Federazione Russa“:

Metadati del video caricato il 24.02.2022

Come si vede, in questo caso la data di caricamento è proprio quella del 24 febbraio 2022, mentre l’ora riporta le 3:35 del mattino. La durata poi è di 28 minuti. Non c’è dubbio quindi: Novaya Gazeta ha preso un granchio colossale. La notizia del video preregistrato, poi rilanciata da molti media, italiani e internazionali, era priva di fondamento. A trarre in inganno è probabilmente stato il fatto che i due video avessero lo stesso titolo. I giornalisti potrebbero così essersi confusi ed hanno finito per pubblicare i metadati del primo video, pensando che fossero quelli del secondo.

Nell’articolo di Repubblica viene citato anche il Guardian come fonte della notizia. In rete tuttavia non c‘è traccia né di un articolo sulla questione né di un post. Forse, se lo aveva davvero pubblicato, il Guardian si è affrettato a cancellarlo una volta emerso che la notizia non aveva fondamento.