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L’alba di un nuovo anno: l’importanza di ascoltare sé stessi

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L’alba di un nuovo anno: l’importanza di ascoltare sé stessi

di Eleonora Francini

Le emozioni sono parte integrante della nostra vita, anche se molto spesso tendiamo a considerare alcune più adeguate rispetto ad altre: alcune “positive”, altre “negative”; alcune “giuste”, altre “sbagliate”, un etichettamento che però non risulta affatto benevolo. L’inizio di un nuovo anno porta sempre con sé la speranza che sia migliore rispetto a quello prima, che sia ricco di soddisfazioni, felicità, nuovi incontri ed esperienze mai vissute, ma talvolta può essere anche necessario rivedere il proprio modo di pensare. Infatti, se per cominciare il 2022 con slancio non ci fosse bisogno di gettarsi alle spalle la negatività dell’anno appena conclusosi, ma darle semplicemente un significato diverso? Se resettarsi al meglio volesse dire calibrarsi su nuovi modi di vedere e percepire noi stessi, accogliendo i nostri lati più fragili invece di contrastarli?

La società di oggi ci pretende costantemente coraggiosi, positivi e forti, ma molto spesso questi cliché diventano solamente facili slogan che non collimano del tutto con la nostra essenza. Logico che la speranza generale sia quella di superare le difficoltà a testa alta, ma non se ci riusciamo? Ecco che, in un momento storico come quello che stiamo vivendo, potremmo provare a pensare il 2022 come l’anno all’insegna della consapevolezza della nostra fragilità, appropriandoci di un nuovo modo di ragionare e vedere noi stessi, molto più ampio e propositivo. Un nuovo inizio basato sull’ascolto di sé stessi, sulla presa di coscienza dei propri bisogni, emozioni e sentimenti, connettendoci con il nostro io interiore alla ricerca di quegli aspetti più nascosti ma al contempo preziosi per la nostra vita. Spesso l’individuo elude il confronto con sé stesso perché questo gli permetterebbe di accorgersi di ciò che non lo rende pienamente soddisfatto nella vita e costringerlo ad operare un cambiamento, laddove invece risulta fondamentale restare in contatto con il proprio vissuto e con la percezione delle proprie reazioni al mondo esterno.

Pertanto, è possibile ripensare alla nostra vulnerabilità come una sorta di viatico per andare oltre le avversità della vita, cercando di essere autentici e di sentirci come siamo davvero, anche incerti, smarriti, impauriti e non sempre forti e imbattibili. In certi casi, è importante sapersi piegare al dolore ed essere flessibili, per poi potersi riorganizzare e andare avanti. Abbandonarsi alla sofferenza e sentirsi talvolta impotenti, infatti, consente di acquisire nuovi punti di vista e analizzare le cose attribuendo loro una valenza magari diversa, in quanto osservare da vicino le nostre fragilità permette anche di sviscerare e scoprire le proprie difese e, di conseguenza, creare se necessario nuovi strumenti emotivi per affrontare le avversità che verranno.

La vita non è fatta di visioni assolute, essendo ciascun essere umano diverso dall’altro e soprattutto essendo questi in preda ad un futuro imprevedibile. Però, ci sono interpretazioni che possono renderla semplicemente più libera da inutili condizionamenti.