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Scuola IV Novembre: nuovi ambienti e nuovo modello didattico

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Scuola IV Novembre: nuovi ambienti e nuovo modello didattico

Il vicesindaco Lucia Tanti e l’assessore Federico Scapecchi hanno partecipato alla cerimonia di inaugurazione della nuova IV Novembre, un progetto di riallestimento e di completa riorganizzazione della scuola media di Via Rismondo.

Accanto a loro il dirigente scolastico Marco Chioccioli, i volontari e i rappresentanti delle tante associazioni che hanno partecipato alla riqualificazione, i writer e gli amici della scuola, gli alunni e gli ex-alunni e i loro genitori, i docenti e il personale scolastico. Si è trattato, infatti, di un progetto che ha coinvolto un’intera comunità di persone, coordinate da Donatella Bidini che gestisce il Centro di aggregazione comunale di via Masaccio LAB2030, dal quale è partita una prima esperienza di collaborazione con il progetto Escape Room.

“Vedere tante persone a un evento promosso da una struttura scolastica – hanno sottolineato Lucia Tanti e Federico Scapecchi – è veramente un bellissimo colpo d’occhio che restituisce una sensazione di vitalità e presenza di un quartiere. La IV Novembre si propone non tanto come soluzione sperimentale ma come una vera e propria scommessa per il futuro, un modello di interazione docenti-studenti che promuove una rapporto bi-direzionale che fa perno anche sullo scambio e sull’assunzione di responsabilità. Arezzo conferma la sua voglia di porsi come modello per nuovi orizzonti educativi e di questo ringraziamo il dirigente Marco Chioccioli, il primo ad avere creduto in questa importante sfida, dove fa piacere registrare la parte svolta da LAB2030, uno dei centri giovani che sono nati e stanno crescendo grazie a questa amministrazione, sempre attenta alle esigenze delle nuove generazioni, qualunque sia il contesto in cui si trovano a interagire”.

L’azione di riqualificazione si è svolta nei primi giorni di settembre: due giornate dedicate all’imbiancatura e due alla decorazione degli spazi. Hanno partecipato circa 140 persone, la scuola in ogni sua componenti ma anche le associazioni che lavorano nel quartiere: il Circolo Baobab, la Sezione soci di Arezzo di Unicoop Firenze, l’associazione ACB Social Inclusion, gli scout CNGEI, il Circolo Legambiente Arezzo, l’associazione Onda d’Urto.

Il risultato è notevole sia in termini di coinvolgimento che di risultato: il plesso si presenta adesso colorato e accogliente, leggibile nella sua struttura per piani dedicati a quattro settori disciplinari. Infatti, il riallestimento non è stato pensato come operazione solo estetica ma come il primo passo di una vera riorganizzazione del modo di stare a scuola, innovativo e stimolante.

Le aule non sono più assegnate alle classi, ma ai docenti: questo rende ogni stanza della scuola un laboratorio disciplinare, sistemato e arricchito di materiali e strumenti per l’apprendimento di una specifica disciplina e secondo le scelte del docente. Nella scuola non ci sono più solo il laboratorio di tecnologia o di scienze, ma anche di arte, di musica, di inglese, di italiano, di matematica, di religione.

“Gli alunni – racconta il dirigente scolastico Marco Chioccioli – sono stati allenati e abituati a muoversi, solitamente ogni due ore di attività, da un laboratorio all’altro, per cambiare disciplina, cambiare docente e cambiare ambiente di apprendimento, sempre sotto la vigilanza di tutti gli adulti ai piani e per le scale, ma in relativa autonomia. Secondo la letteratura, quei minuti di spostamento organizzato e guidato rispondono a un ineludibile bisogno fisiologico di movimento. In secondo luogo, il muoversi cambia gradualmente l’approccio degli alunni alla scuola: nel modello tradizionale uno studente resta nella sua classe per 5 o 6 ore e vede ‘sfilargli’ davanti, in cattedra, 4 o 5 docenti, ciascuno con la sua materia, i suoi contenuti, il suo libro di testo. È un modello che favorisce un atteggiamento passivo degli alunni, che nel migliore dei casi è ricettivo, nel peggiore genera disinteresse, noia, distrazione. Nel nuovo modello gli alunni si devono attivamente spostare in ambienti diversificati e predisposti per contenuti e attività specifiche e questa attivazione fisica e motoria, ne favorisce la partecipazione, il protagonismo, l’interesse e forse persino il piacere di fare e imparare. Già dopo un mese di scuola docenti e alunni apprezzano la nuova organizzazione in termini di produttività dell’attività didattica e di benessere scolastico”.

Per l’occasione, grazie all’associazione Pronto Donna di Arezzo, a impreziosire l’evento e a sottolinearne i significati di collaborazione, di rete, di inclusione e partecipazione, si è aggiunta una performance dell’artista Giustino Caposciutti che ha coinvolto i partecipanti grandi e piccoli nella realizzazione di fili e messaggi che comporranno una delle sue tele partecipate.