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Sergio Mattarella il più amato dopo Pertini

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Sergio Mattarella il più amato dopo Pertini
Sergio Mattarella

di Laura Privileggi

Elezione Presidente della Repubblica 2022, Sergio Mattarella rieletto al Quirinale con 759 voti, superando il quorum di 505 voti. Mattarella ha accettato l’incarico: “Accetto per senso di responsabilità, nonostante prospettive personali, non potevo sottrarmi”.

Giovedì 3 febbraio, giorno di scadenza del precedente mandato, il Parlamento si riunirà di nuovo per il giuramento.

I primi commenti a caldo del giorno dopo  nel Valdarno dai cittadini, dai politici:

“Enrico Letta afferma che il Mattarella bis sia la soluzione migliore, ma allo stesso tempo segno di una profonda crisi. Caos nel centrodestra. Giorgia Meloni dice che la coalizione debba essere rifondata dal principio, che in questo momento Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia non sono alleati. Dagli azzurri si chiede più rilevanza al centro e la fine del populismo”.

Insomma, Tutti i partiti tranne Fratelli d’Italia sono d’accordo, perciò Mattarella è stato eletto con una larghissima maggioranza. Dal punto di vista costituzionale, però, il Presidente della Repubblica può essere rieletto? Sì, perché non è vietato. C’è anche il precedente, da molti citato in queste ore, di Giorgio Napolitano, che fu rieletto nel 2013 e si dimise dopo due anni spiegando le sue difficoltà legate all’età.

“Il successore di Napolitano fu proprio Sergio Mattarella.   Ma cosa prevede la Costituzione?  Nel Titolo II della parte seconda della Costituzione, dall’articolo 83 all’articolo 91, si parla del Presidente della Repubblica. In questi articoli viene stabilita la modalità di elezione del capo dello Stato, ma vengono specificati anche i poteri del Presidente della Repubblica. Il modo in cui si è giunti alla rielezione di Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica è la dimostrazione più chiara di ciò che da tempo proviamo a non ammettere: il livello attuale della classe politica italiana è imbarazzante. Non c’è molto altro da aggiungere: la gestione del Quirinale è la sconfitta dei partiti, la resa di leader incapaci di controllare i propri eletti e soprattutto di disegnare percorsi logici e coerenti che potessero portare a eleggere nomi autorevoli e condivisi. La nomina di Mattarella non è determinata da conflitti istituzionali o da contingenze particolari, ma unicamente dall’incapacità dei leader politici di trovare un accordo di senso. Un’emergenza politica, che i singoli parlamentari, anche di seconda e terza fascia, si sono incaricati di colmare, appigliandosi all’unico riferimento autorevole che ci era rimasto, nel vuoto cosmico di figure in grado di convincere e unire: il Presidente Mattarella”.

“La statura dell’attuale e futuro inquilino del Colle non si discute, commentano gli italiani durante questa soleggiata domenica mattina del giorno dopo,  ma non per questo bisogna tacere delle enormi problematiche della sua rielezione. Che è e resta soluzione di corto respiro, di natura emergenziale, che va nella direzione opposta rispetto alla normalizzazione e al ripristino delle prassi democratiche e istituzionali. Lo aveva spiegato più volte lo stesso Mattarella: la rielezione è una forzatura dei dettami costituzionali, perché la forma repubblicana implica la “durata temporanea” delle cariche politiche e sette anni sono sempre stati considerati sufficienti e ragionevoli. Il punto centrale è che consentire al Presidente della Repubblica di sviluppare una sua politica indipendente per così tanto tempo andrebbe a incidere sul bilanciamento fra i poteri, cardine del nostro sistema democratico. Normalità, continuità istituzionale, prassi democratica e rispetto dei ruoli e delle funzioni: concetti che abbiamo sacrificato per colpa dei limiti della classe politica e probabilmente anche dell’assottigliarsi di quella pattuglia di “riserve della Repubblica”, da cui in passato si è attinto a piene mani”.

Capire come si è giunti al punto di considerare un “successo” l’aver costretto Mattarella ad accettare una soluzione che aveva sempre avversato è indicativo. Non giriamoci troppo intorno, anche perché immaginiamo che i nostri lettori siano stanchi da giorni di chiacchiere, indiscrezioni e boutade.

Tra i tanti giudizi rivolti a Mattarella raccolti in questi giorni, colpisce la sensibilità che affiora dalla mente di molte persone, forse sono solo pareri personali ma di cui va tenuto conto:

Silvia, di Firenze,  dirigente di una  azienda locale, parla così: “Ma come si fa a non essere felici per un presidente come Mattarella e nello stesso tempo disperati per quello che i nostri politici hanno mostrato in questi giorni, loro così distanti dai valori di quest’uomo che è nel profondo l’opposto di ciò che loro non riescono a nascondere, interessi personali, misere guerre di parte,  voglia spasmodica di potere, arrogante ignoranza, che dire,  il destino ce lo lasci per tanto  tanto ancora”.

In questo difficile momento storico che stiamo vivendo, un’epoca complicata da una crisi profonda non solo politica, ma anche sociale e culturale, riflessioni di questo tipo ci conducono  al senso di responsabilità di ognuno di noi che deve primeggiare sulle prospettive personali.