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Un centro per la malattia di Charcot-Marie-Tooth all’Istituto di Agazzi

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Un centro per la malattia di Charcot-Marie-Tooth all’Istituto di Agazzi
Istituto Agazzi

Un punto di riferimento in terra d’Arezzo per la malattia di Charcot-Marie-Tooth. L’Istituto “Madre della Divina Provvidenza” dei Padri Passionisti di Agazzi ha rinnovato il proprio impegno nel trattamento di una sindrome neurologica a trasmissibilità ereditaria che, pur rientrando tra le patologie rare, è particolarmente diffusa perché interessa una persona su duemilacinquecento. La malattia di Charcot-Marie-Tooth può manifestarsi infatti a ogni età e va a colpire il sistema nervoso periferico, causando un progressivo indebolimento degli arti con conseguente atrofia della muscolatura, ma esistono percorsi terapeutici attivi con il coinvolgimento di più specialisti quali fisiatri, psicologi, tecnici ortopedici e fisioterapisti, promossi in sinergia con l’associazione nazionale di pazienti e familiari ACMT-Rete.

Questa interdisciplinarietà e queste competenze sono presenti all’interno del centro riabilitativo Arìa dell’Istituto di Agazzi a cui si è rivolta la stessa ACMT-Rete che è impegnata a favorire l’informazione su questa malattia e a sviluppare la nascita di centri dedicati al suo trattamento. La dottoressa Alessandra Testa dell’Istituto di Agazzi è presente nella lista degli specialisti italiani di riferimento per questa malattia e recentemente ha partecipato al “Corso avanzato di riabilitazione del soggetto con Charcot-Marie-Tooth” organizzato a Volterra dall’associazione di pazienti e familiari.

La dottoressa Alessandra Testa

Lo stesso corso, nel 2017, era stato promosso anche all’Istituto di Agazzi dove è stato ora rinnovato l’impegno nel promuovere un’adeguata informazione su questa malattia e nello sviluppare un corretto approccio terapeutico-riabilitativo capace di migliorare la qualità di vita dei pazienti, andando a intervenire su diversi aspetti che spaziano dalla difficoltà dei movimenti alla partecipazione sociale. «La nostra volontà – ribadisce la dottoressa – è di andare a fornire un concreto sostegno a chi è colpito dalla malattia di Charcot-Marie-Tooth, mettendo a disposizione ambienti, strumentazioni e personale dell’Istituto di Agazzi».