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Una memoria di Cosimo Serristori: a Vitiano la “sua” spada nella roccia

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Una memoria di Cosimo Serristori: a Vitiano la “sua” spada nella roccia
La "Spada di Cosimo Serristori" lungo il cammino da La Torre alla Traccia di San Francesco e a San Valentino
Lungo il cammino che dalla Torre di Vitiano sale verso la Traccia di San Francesco, a sinistra della strada si nota un grosso masso di arenaria con una SPADA in esso conficcata. Si tratta della memoria di Cosimo Serristori, il patrizio fiorentino della nobile casata che per tanti anni visse nell’antico Castello di Vitiano.
Nei racconti degli anziani di Vitiano Cosimo aveva avuto una giovinezza alquanto indisciplinata e irrequieta, fatta di lussuose feste, balli di discinte fanciulle, sparizione di personaggi scomodi, da lui invitati a dei banchetti e poi fatti precipitare in un profondo e orrido trabocchetto irto di lame affilate. Una passione di Cosimo era la spada, che portava spesso seco e con cui regolava anche le discussioni. Scrisse lo storico castiglionese Giuseppe Ghizzi: Avea per suo fedel compagno piuttosto che giovane di suo servizio, Giulio di Francesco Roganti di Vitiano, che seco ritenne finché visse detto Cosimo e col quale spesse volte venne a contesa allorché nell’arte della scherma seco combatteva”.
Andando in là cogli anni, anche Cosimo Serristori come altri celebri personaggi scapestrati, cambiò vita. Iniziò a frequentare i Padri Filippini di Castiglion Fiorentino, diventò chierico, vestì l’abito clericale e infine nel 1713 redasse un testamento con cui lasciò tutti i suoi ricchi beni – dislocati tra la Toscana e la Puglia – ai Padri di San Filippo di Castiglion Fiorentino, prodromo di quello che poi diventerà il benemerito Collegio Serristori.
Il cuore del patrimonio fondiario di Cosimo era tra Vitiano ed Ottavo, in special modo possedeva tutta la fascia montuosa da sopra La Torre fino al crinale, dove confinava con i beni dell’Abbazia di Croce, di cui spesso i Serristori furono abati commendatari e fra questi abati ci furono anche il fratello di Cosimo – Lodovico – e Cosimo stesso.
Su questi monti sopra Vitiano la leggenda narra che transitasse San Francesco, anche lui celebre per aver lasciato la sua vita mondana di cavaliere medievale per seguire un rigoroso percorso di penitenza e santità. Qui nella località “La Traccia” San Francesco avrebbe fatto sgorgare la sorgente del noto miracolo descritto da Tommaso da Celano e dipinto da Giotto. E qui, dove Cosimo Serristori passò buona parte della sua vita e operò parecchi dei suoi eccessi, verosimilmente prese infine la decisione di fare quel cambiamento che lo portò ad essere il benefattore che tutti conosciamo. Fu qui pertanto che Cosimo depose metaforicamente la sua spada per abbracciare la Croce. E la gente di questi luoghi ancora racconta di lui, quasi fosse ieri.
Cosimo Serristori: una medaglia a lui dedicata e realizzata nel 1711