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Gli atti di indirizzo, le mozioni e le interrogazioni del Consiglio Comunale di ieri

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Gli atti di indirizzo, le mozioni e le interrogazioni del Consiglio Comunale di ieri

Atti di indirizzo e mozioni

Fratelli d’Italia ha illustrato la mozione per le iniziative da svolgersi in corrispondenza dell’8 marzo focalizzate sulla drammatica situazione vissuta dalle donne in Afganistan e in Iran. Francesco Lucacci ha rilevato che “il ritorno dei talebani e del loro regime ha annullato i diritti che sembravano acquisiti per donne e bambine afgane, con l’obbligo di burqa, sanzioni e pene corporali, lapidazioni, negazione del diritto all’istruzione, allo sport, a esprimere il proprio pensiero, all’utilizzo di mezzi di trasporto. Altre norme di natura sociale che coinvolgono ogni professione maschile, come la sartoria, o addirittura il semplice uscire per strada vanno nella stressa direzione segregazionista. In Iran, il velo obbligatorio scatta a 7 anni quando le bambine cominciano a frequentare la scuola elementare e l’uguaglianza tra uomini e donne viene costantemente negata. Per non parlare di pene corporali, condanne a morte ed esecuzioni. Governo italiano e istituzioni europee insistono sul rispetto dei diritti fondamentali che costituiscono la base dei nostri valori. Le comunità locali sono impegnate e in prima linea nella solidarietà, nell’accoglienza e nella difesa di questi principi fondanti. Chiediamo che il Comune di Arezzo aderisca alla campagna promossa da Anci per l’8 marzo per, tra le altre cose, sensibilizzare su questi temi gli studenti delle scuole di ordine e grado, illuminando monumenti cittadini come gesto simbolico e promuovendo, anche tramite la consulta pari opportunità, iniziative condivise per la libertà e la democrazia e contro il terrorismo di Stato”. La mozione è stata approvata all’unanimità dai 21 consiglieri comunali presenti.

Andrea Gallorini per il Pd ha chiesto di impegnare sindaco e giunta a effettuare, a carico dell’amministrazione comunale, le verifiche manutentive necessarie e gli adeguamenti normativi per rendere fruibili e visitabili due aree archeologiche: sottosagrato di San Francesco e piazza San Niccolò. In accordo e sotto la supervisione della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo. “L’area archeologica del sottosagrato di San Francesco è stata ed è fruibile al pubblico solo in particolari occasioni a opera della Soprintendenza mentre quella di piazza San Niccolò non lo è neanche in specifiche ricorrenze. La proprietà delle particelle delle due aree è del Comune di Arezzo e dal primo gennaio 2023 la Fondazione Arezzo InTour ha siglato un accordo con la Direzione regionale musei della Toscana che coinvolge i musei statali della città, la basilica di San Francesco, il Museo di casa Vasari, il Museo nazionale d’arte medievale e moderna, il Museo archeologico nazionale Gaio Cilnio Mecenate e l’anfiteatro romano. Accodo finalizzato alla valorizzazione degli stessi siti museali mediante la gestione integrata dei servizi”. Simon Pietro Palazzo ha chiesto con un emendamento di inserire nel dispositivo alcune specifiche: dare facoltà alla fondazione di modulare orari di visita adeguati, di procedere preventivamente a un calcolo adeguato dei costi da sostenere e che la stessa sia dotata di opportuni pannelli informativi e dell’illuminazione da sistemare nei siti. L’emendamento è stato accolto dal proponente e l’atto di indirizzo è stato approvato all’unanimità dai 20 consiglieri comunali presenti.

Atto di indirizzo del Pd illustrato da Donato Caporali per impegnare sindaco e giunta a posizionare in via Madonna del Prato 15, dove abitava la famiglia Calò, 4 pietre d’inciampo in cui vengano riportati i nomi di Carolina Lombroso Calò e dei suoi tre figli con luogo e data di nascita, decesso e luogo di deportazione. A posizionare, qualora venga individuato il punto dell’arresto dei coniugi Ignaz Birkenfeld e Antonia Ehrenwert, apposite pietre d’inciampo in cui vengano riportati i loro nomi con luogo e data di nascita, decesso e lager di deportazione. A intitolare un giardino o altro luogo in memoria di Carolina Lombroso Calò. A effettuare in collaborazione con l’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Arezzo, Anpi Arezzo e studiosi che abbiano approfondito il tema, ulteriori ricerche storiche che possano individuare possibili siti dove abitavano o furono arrestate persone di origine ebraica, altre etnie, oppositori politici, omosessuali o comunque persone vittime della deportazione. “Le pietre d’inciampo sono un’iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demnig per depositare nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti. Ad Arezzo non risultano presenti mentre se ne trovano installate in moltissimi Comuni del territorio nazionale”. Per Francesco Lucacci “si tratta di testimonianze importanti necessarie a ricordare ciò che di drammatico è accaduto e a incuriosire i giovani, condividendo la memoria tra le generazioni che si susseguono. Vorrei che fossero concepite anche per gli stessi italiani vittime delle foibe”. L’atto di indirizzo è stato approvato all’unanimità dai 21 consiglieri comunali presenti.

Atto di indirizzo di Ora Ghinelli illustrato da Ilaria Pugi per impegnare il sindaco a intitolare una strada a Vincenzo Borghini Baldovinetti scomparso nel 1986, preferibilmente presso il colle di San Fabiano, ovvero in quei luoghi che hanno caratterizzato la vita e l’operato dell’illustre concittadino. “Di famiglia di nobile origine, per parte di madre discendente da coloro che commissionarono gli affreschi di Piero della Francesca in San Francesco, decorato al valore militare in più occasioni, è stato imprenditore di grande successo fino a fondare una delle più importanti aziende agricole del territorio. È stato maestro di campo della Giostra del Saracino dal 1962 al 1969”. L’atto di indirizzo è stato approvato all’unanimità dai 20 consiglieri comunali presenti.

Le interrogazioni

La prima interrogazione è stata presentata dal consigliere comunale Marco Donati sulle bretelle di collegamento a due corsie e che procedono in una duplice direzione: la prima dal tratto della E78 verso il raccordo dell’autostrada a Battifolle, l’altra dalla stessa Due Mari verso la S.R. 71 Umbro Casentinese. “Vogliamo capire le finalità del progetto, l’impatto che tali infrastrutture avranno sulle comunità locali e come i cittadini verranno informati su un tema così importante”.

Anche Donato Caporali ha illustrato un’interrogazione sullo stesso argomento per sollecitare una riflessione sulle infrastrutture, sul trasporto su gomma e sulla necessità di un coinvolgimento della popolazione su ogni ipotesi di tracciato. “Anche il Consiglio Comunale non ha potuto prendere visione di alcunché e sembra che sia mancato ogni approfondimento sui problemi che ricadrebbero sulla consistente antropizzazione della zona, sull’hub logistico di Indicatore, sui molti incroci a raso esistenti”.

“Si tratta innanzitutto – ha sottolineato il sindaco Alessandro Ghinelli – di scelte fatte in altri tavoli e che l’amministrazione comunale dovrà riportare negli strumenti urbanistici. Le due bretelline si qualificano come altrettante misure di compensazione territoriale. Entrambe diventano strategiche quando verrà dato corso alla sistemazione del cosiddetto ‘nodo di Olmo’ lungo il percorso della Due Mari. Snodo che era stato riproposto nel 2015 grazie al mio impegno: dopo una serie di riunioni a livello regionale, la cui conclusione andava a sottolineare l’importanza del raddoppio del tratto Arezzo-Palazzo del Pero e della realizzazione dello snodo suddetto, quest’opera è stata successivamente accantonata. Restano comunque le due bretelline che vengono adesso prefigurate e che, già di per sé, costituiscono un tema importante, specie se integrato con la domanda complessiva di trasporto che proviene dal territorio aretino. E penso, in merito, anche alla stazione ferroviaria MedioEtruria a Rigutino-Manziana. Non possiamo poi trascurare le ricadute logistiche sul territorio stesso. Occorre dunque informare i residenti su come verranno realizzate le due bretelline e in che tempi, in che misura gli agglomerati urbani saranno coinvolti con l’apertura dei relativi cantieri. Di certo chiederemo che non ci sia contemporaneità tra di essi. Fattispecie che, evidentemente, creerebbe criticità e disagi oltremisura”.

Piero Perticai ha chiesto se è intenzione della Regione Toscana adottare programmi e promuovere azioni per fronteggiare i rischi idraulici nella zona di Rigutino-Frassineto che derivano dagli eventi atmosferici che si susseguono oramai costantemente. “Lo scorso 17 gennaio, nel corso dell’ultima ondata di maltempo, i disagi e le criticità si sono riproposte, dopo i danni consistenti del 2019”.

“Generalmente – ha risposto l’assessore Marco Sacchetti – sono piuttosto critico nei confronti della Regione Toscana. Devo però dire che recentemente c’è stato un cambio di passo a livello regionale e questo ci ha consentito di mettere in campo interventi che erano stati a suo tempo individuati come prioritari, ad esempio in via Romana e a Castelsecco. Mi auguro che a seguito di questi il territorio registri un livello di rischio inferiore e incrementi la sua sicurezza idraulica rispetto ad alcuni anni fa. Ora sarebbe il momento di Frassineto: ci impegneremo per la messa in sicurezza dell’area e chiederemo che la Regione finanzi il relativo progetto, almeno in parte. Credo tuttavia che sia impossibile ottenere tale risultato per la messa in sicurezza della parte del rio di Rigutino che risulta tombata”.

Mattia Delfini ha chiesto chiarimenti sui casi di legionella che si sono verificati negli ultimi mesi, il primo a novembre e il secondo a febbraio. “Gli eventi hanno destato preoccupazione, specie nelle fasce di popolazione più fragile. Che tipo di comunicazioni si sono succedute nel frattempo tra Asl e sindaco”?

In una risposta molto articolata, il sindaco Alessandro Ghinelli ha ricordato genesi e sviluppi della vicenda partendo dalla lettera della Asl a lui pervenuta il 19 dicembre 2022, “con la quale mi veniva chiesto di emettere uno specifico provvedimento con destinataria la struttura sanitaria coinvolta dal primo caso di legionella. In seguito all’ordinanza, il giorno dopo ne è stata richiesta una integrazione con misure ancora più restrittive. Non nego di essere rimasto un po’ sorpreso e ho chiesto chiarimenti sui motivi per i quali il mio intervento avesse dovuto articolarsi su due step. Nel frattempo ho cominciato a prendere informazioni sulla legionella, sulle sue cause, il suo decorso, i rischi per la salute e un mese dopo quella mia prima ordinanza, dunque il 19 gennaio, sono arrivate le analisi sulla struttura sanitaria interessata. Ebbene, la legionella non era ancora debellata. A seguito di un simile esito, la Asl mi ha chiesto una nuova ordinanza ma mi è parso altresì evidente, se il riscontro analitico confermava la presenza del batterio, come il tema fosse stato sottovalutato. Ho scritto quindi alla direzione sanitaria e per conoscenza al prefetto e ai Nas dei carabinieri di Firenze per chiedere spiegazioni. Come replica, sono stato invitato nuovamente a integrare l’ordinanza inserendo nel dispositivo la previsione per la struttura sanitaria di non accettare nuovi degenti. Dopo di che il 2 febbraio sempre l’azienda ha richiesto un mio nuovo provvedimento con destinataria una seconda struttura sanitaria, che ho firmato il 3 febbraio. E il copione si è ripetuto: dalla Asl è arrivata poi la richiesta di un’ordinanza ancora più restrittiva. È seguito quindi un nuovo scambio con la direzione generale della Asl fino a un’ultima lettera dove viene specificato che all’azienda spettano le azioni di prevenzione e che ogni altro tipo di responsabilità passa in capo al sindaco”.

Michele Menchetti ha chiesto chiarimenti sull’esposizione della bandiera ucraina a palazzo comunale. “Quella che è corso dal 24 febbraio 2022 non è una nuova guerra ma la prosecuzione di quella che dura da tempo, dal 2014, durante la quale anche l’Ucraina ha effettuato in Donbass bombardamenti a più riprese. Non esiste alcun regolamento comunale che disciplini l’esposizione di bandiere e i vessilli dovrebbero essere solo quelli istituzionali. Un conflitto non va letto con lenti manichee e se volessimo testimoniare vicinanza a tutti gli Stati che nel mondo sono coinvolti in vari conflitti non basterebbe l’intera facciata. Se mai è apparso uno striscione di solidarietà per Giulio Regeni, si ritiene di sventolare la bandiera di uno Stato estero in guerra. E se un cittadino russo visitasse la città e notasse la cosa, come dovrebbe reagire? Non corriamo il rischio di criticità a livello diplomatico? Chiediamo che la bandiera ucraina sia rimossa”.

Ancora Michele Menchetti: “il progetto del Terzo Luogo ha comportato consistente impegno finanziario e accordi con le società delle ferrovie mentre per il futuro Centro per l’impiego è già trascorso un anno dalla delibera di Consiglio Comunale che annunciava il via alla sua realizzazione. Per quest’ultima opera c’è una convenzione in cui è fissato un crono-programma tra Comune e agenzia per l’impiego: se i lavori non saranno conclusi al 31 dicembre 2023, il Comune si dovrà fare carico del canone di locazione, dal primo gennaio 2024, che il centro paga per l’affitto della sede attuale. Si rischia tale epilogo? Chi sono i responsabili degli iter che presiedono alla realizzazione del cosiddetto Terzo Luogo e del Centro per l’impiego”.

Ancora Michele Menchetti: “è stata prefigurata l’edificazione del nuovo centro di aggregazione sociale Fiorentina nell’area adesso occupata da un parco pubblico. Appare tuttavia singolare che un edificio di 400 metri quadrati vada a detrimento di un’area verde esistente e che come pertinenza del nuovo cas non sia stato concepito un numero di posti auto adeguato. Non potrebbe essere individuata una soluzione alternativa, utilizzando sempre immobili comunali per evitare nuovo consumo di suolo”?

Valentina Sileno ha chiesto chiarimenti sulle modalità di calcolo delle recenti bollette del gas. “Il Comune tramite la società Coingas partecipa a Estra e dunque dove interessarsi e avere voce sulle modalità in base alle quali si è arrivati a determinati rincari e verificare che alle difficoltà di pagamento delle bollette stesse non seguano disservizi ai danni degli utenti”.

L’assessore Simone Chierici: “venerdì 24 febbraio è stata convocata un’assemblea di Coingas, socio di Estra, affinché ci siano forniti proprio i chiarimenti sulle modalità di calcolo dei consumi stimati. In virtù delle risposte che riceveremo non mancheremo di fare le nostri considerazioni”.

Valentina Sileno: “inutile rimarcare l’importanza delle vie di uscita e di emergenza in luoghi come le scuole. Chiedo per questo se corrisponde al vero il fatto che una di queste alla scuola Tricca è al momento bloccata”.

Francesco Romizi: “veniamo a sapere dall’assessore stesso che la situazione di via Fiorentina sta andando incontro a difficoltà insormontabili. Oltre tre anni fa, la data di fine lavori era stata fissata al 28 gennaio 2021. In questi anni, la sequenza di dichiarazioni, di varianti, di progetti per infrastrutture e sottoservizi, passaggi che evidenziano carenze non indifferenti, è stata incessante. Per non parlare dei costi complessivi passati da 3.350.000 euro a 6.905.000. Il cantiere è fermo ed è stata paventata la rescissione contrattuale per giusta causa. Non è che non si vede la fine delle opere ma neppure l’inizio. Una situazione da Corte dei Conti”.

Analoga interrogazione sull’argomento è stata presentata Alessandro Caneschi: “i lavori hanno avuto inizio repentinamente, guarda caso in un anno elettorale. Da quel momento, molte sono state le interrogazioni che abbiamo presentato, in cui abbiamo chiesto se non era il caso di bandire una nuova gara, abbiamo ascoltato i tecnici in commissione, preso atto che si è preferito andare avanti con l’appalto esistente ma adesso, a proposito di prese d’atto, non possiamo che sottolineare le ultime dichiarazioni dell’assessore Sacchetti che paventano la rescissione del contratto e la necessità di bandire una nuova gara. Chiediamo le motivazioni reali che potrebbero condurre a questa scelta, quali azioni seguirebbero, è stata la scelta giusta proseguire con l’appalto originario”?

“È una situazione che mi amareggia – ha replicato l’assessore Marco Sacchetti – ma l’obiettivo che mi ha sempre animato è quello di terminare l’opera. Per arrivarci bisogna remare in due, appaltante e appaltatore. Come amministrazione comunale abbiamo messo in atto tutte le azioni possibili, affrontando problematiche esogene che sono andate dal Covid al rincaro dei prezzi. Al di là della problematica dei sottoservizi e dei modi in cui l’abbiamo affrontata, siamo dinanzi, a oggi, a un progetto assolutamente eseguibile. Le valutazioni adesso da fare sono molteplici, non si può certo dire, sic et simpliciter, rescindiamo il contratto. Non sono se questa sarà la strada, abbiamo chiesto agli uffici di fornirci valutazioni puntuali per capire se ci sono le condizioni ma ribadisco che l’intento resta sempre quello di completare i lavori e non certo di aprire contenziosi”.

Ancora Francesco Romizi ha chiesto chiarimenti sul percorso partecipativo sviluppato per la Cadorna. “È singolare definire un percorso di progettazione di uno spazio urbano ‘partecipativo’ quando tutto si è svolto dentro una cornice definita e un pacchetto ‘prendere o lasciare’. La zona Cadorna è sembrata diventare l’esperimento di democrazia dal basso di questa amministrazione ma chi ha cercato di dare il suo contributo si è trovato dinanzi a variabili indipendenti e stringenti, già definite dall’amministrazione comunale stessa: demolizione della ex-palazzina comando e costruzione del nuovo centro per l’impiego, ristrutturazione della ex-palazzina di guardia a fini commerciali, parcheggio multipiano. Aggiungiamoci gli uffici comunali, i locali che ospitano chissà ancora per quanto le aule scolastiche, la ex Casa delle culture diventata non si sa cosa ma in ogni caso ipotecata per scelta ideologica, le Logge del Grano la cui destinazione resta in un limbo, l’abbattimento dei murales più volte paventato: dove stavano gli spazi per i contributi? Anche l’ordine degli architetti non ha mancato di sottolinearlo”.

L’assessore Francesca Lucherini: “io invece sono molto soddisfatta del processo che abbiamo realizzato e che si è sviluppato all’insegna della partecipazione, che ha coinvolto anche molti giovani con proposte interessanti a sfondo didattico e funzionali alle loro esigenze. Non ho compreso perché qualcuno non ne abbia colto il significato, analogamente a quello che è successo per il processo partecipativo sul Pionta e che ha registrato un plauso. In termini generali, quando ho uno spazio su cui progettare, ci sono sempre delle precondizioni, nello specifico il futuro centro per l’impiego, di cui sottolineo l’importanza, e la palazzina ex corpo di guardia che crediamo valga la pena immaginare anche come edificio che ospiti un punto bar e ristoro. Ci è stato fatto notare, infatti, come l’area si svuoti la sera e generi di conseguenza problemi che non sono certo architettonici. Dobbiamo dunque non solo riqualificarla ma renderla vivibile. A oggi non è previsto alcun progetto concreto di multipiano. Un ultimo accenno alle dimensioni dell’area: essa è talmente estesa che non può essere ridotta a una rigida ingessatura. Ci sono invece ampi margini di proposta”.

Con due interrogazioni distinte, Francesco Romizi e Donato Caporali hanno ricordato “lo stato di totale abbandono dei circa 3.000 olivi di proprietà comunale. Nel 2012, vennero affidati in comodato d’uso gratuito ad alcuni pensionati individuati grazie a uno specifico bando pubblico. Ogni soluzione di questo tipo, con ricadute sociali e di decoro, citiamo ad esempio UtilEtà, non è stata riproposta dalla giunta Ghinelli. Va individuata una soluzione non solo per gli oliveti ma per tutti gli appezzamenti agricoli parte del patrimonio pubblico, da curare e tutelare allo stesso modo”.

L’assessore Alessandro Casi: “ci sono delle novità perché, grazie uno specifico gruppo forestale composto da dipendenti comunali, abbiamo iniziato a portare avanti interventi di pulizia e potatura di quelle piante. Siamo partiti dagli olivi a Castelsecco e una volta che avremo terminata questa fase propedeutica coinvolgeremo associazioni e centri di aggregazione interessati alla loro gestione”.

Alessandro Caneschi ha posto al Consiglio Comunale la questione delle criticità sopravvenute a seguito delle decisioni del governo sul cosiddetto bonus 110%. “Poteva essere applicato anche su edifici di edilizia residenziale pubblica. Fin dalla sua introduzione abbiamo chiesto che un ufficio comunale specifico si occupasse dell’applicazione della misura agli edifici Erp. Non è stato costituito. Sono stati invece annunciati 12 milioni di euro di investimenti per migliorie sulle case di via Ristoro, via Accolti, via Darwin e Indicatore. Questa interrogazione non vuole essere una critica ma l’espressione di una viva preoccupazione,. Questi interventi possono andare avanti oppure no”?

L’assessore Monica Manneschi: “la partita non è chiusa, la decisione del governo è contenuta in un decreto legge che in sede di conversione può accogliere, in forma di emendamento, i suggerimenti che provengono da più parti. Personalmente ho chiesto che per il superbonus di cui beneficiano gli immobili Erp, siano introdotte specifiche deroghe, magari consentendo agli enti locali di riferimento di acquistare i crediti assunti. Non abbiamo sentito l’esigenza di creare un nuovo ufficio perché l’ufficio casa, di concerto con la struttura di Arezzo Casa, si è adeguatamente occupato del superbonus. Certamente, a prescindere dal destino del 110%, è intenzione dell’amministrazione comunale adempiere ai lavori necessari. Il nostro impegno diretto non potrà che essere inferiore rispetto a quanto il superbonus poteva garantire”.