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Sequestrato tonno al mercurio

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Sequestrato tonno al mercurio

ROMA- “Il sequestro di oggi conferma la necessità di fermare laddove possibile l’uso industriale del mercurio. Le emissioni di questo metallo pesante innescano infatti un ciclo ambientale che, attraverso la catena alimentare, ha come bersagli finali i grandi pesci predatori e l’uomo”.

Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente commenta così il sequestro di 15mila confezioni di tonno rosso inquinato da mercurio avvenuto stamani a Bagheria.

“I principali effetti sanitari – continua Della Seta – sono ormai noti a tutti: danni al sistema nervoso centrale, malformazioni del feto e aborti spontanei. A causa dell’alto tasso di inquinanti riscontrato nei pesci, per quanto riguarda l’assunzione di tonno e pesce spada, l’Oms suggerisce di non superare i 500 grammi a settimana di prodotto fresco”.

Legambiente ricorda che le emissioni di mercurio nell’acqua, in Italia, solo nel 2005 hanno superato la tonnellata. Quasi 3 sono invece quelle immesse in atmosfera, per un totale di quasi 4 tonnellate liberate nell’ambiente. Tra le maggiori fonti di emissioni di mercurio rientrano gli impianti di fabbricazione di prodotti chimici inorganici di base, come gli impianti cloro-soda che utilizzano la tecnologia al mercurio, responsabili dello sversamento in acqua di 115 chilogrammi di mercurio. Valore inferiore solo ai 666 chili emessi dalle discariche e ai 205 chili dovuti all’eliminazione di rifiuti non pericolosi (inceneritori).

Proprio gli impianti cloro-soda sono, da oltre due anni, oggetto della campagna Stop al mercurio di Legambiente, che chiede una loro rapida riconversione alla tecnologia a membrana più pulita e meno energivora. “E’ necessario – aggiunge Della Seta – a tal fine approvare in tempi brevissimi le Linee Guida per la riconversione di questi impianti chimici”.