Home Attualità «La città come motore di sviluppo economico»

«La città come motore di sviluppo economico»

0
«La città come motore di sviluppo economico»

AREZZO – Comune e Provincia di Arezzo, Anci Toscana e Regione Toscana hanno promosso ad Arezzo un convegno che fa il punto sulle nuove dinamiche di programmazione dei fondi strutturali europei, dal titolo “Citta’ motore di sviluppo economico”.
“Arezzo è stata scelta per un’iniziativa che è in grado di mettere a confronto avanzate esperienze europee – ha detto il Sindaco Giuseppe Fanfani nei suoi saluti iniziali – Pensiamo a Valencia, Lillè e Corfù che sono un punto di riferimento qualificato per le progettazione avanzata in molti campi come diversificazione dello sviluppo economico, pianificazione urbanistica, riqualificazione dei centri storici, cooperazione internazionale e formazione universitaria. Un’opportunità che riconosce ad Arezzo il suo ruolo e cioè quello di una città europea sia a livello culturale che economico”.
In particolare per la città, ha dichiarato l’assessore alle Politiche Comunitarie, Alessandro Caporali “pensiamo al piano urbano integrato di riqualificazione ed al percorso di rilancio economico sui quali la Giunta è particolarmente impegnata.”
Da qualche anno ,ormai, le città sono indicate da Bruxelles quale soggetto privilegiato dell’attività di indirizzo grazie alle loro capacità di innovazione, offerte dalla concentrazione nei centri urbani di risorse materiali e umane. Oltre che attori di sviluppo sono al contempo luoghi di amplificazione delle criticità, per le problematiche legate all’immigrazione e quindi alle politiche di integrazione, all’accessibilità ai mezzi tecnologici e alla sostenibilità ambientale.
Da questo ultimo punto di vista si pone infatti il rispetto di due importanti agende, quella di Lisbona, legata all’aumento in termini quantitativi e qualitativi dell’occupazione nell’economia della conoscenza, e quella di Goteborg, maggiormente interessata a tematiche ambientali in senso proprio.
Le regioni dovrebbero sostenere le città nella promozione di questo sviluppo e la Toscana si è assunta meglio di altre questo impegno con un intero asse del POR dedicato agli interventi nelle tre aree – quella metropolitana fiorentina, la fascia costiera e la parte centro-meridionale ad abitabilità diffusa – oltre alle zone montane. Ma l’identificazione di queste aree è solo teorica : “Nel nostro modello territoriale caratteristiche urbane e rurali si mescolano – ha detto l’Assessore Regionale Ambrogio Brenna – Per questo abbiamo studiato programmi che intervengano in maniera efficace sulle zone più svantaggiate in senso proprio, agendo sulla competitività regionale, su occupazione e formazione, sulla cooperazione territoriale europea, ed abbiamo predisposto inoltre un piano di sviluppo rurale.”
Altra novità della programmazione europea è l’invito alla realizzazione di progetti integrati di sviluppo urbano sostenibile, piani sub-urbani che declinano i principi di coesione e partecipazione dei cittadini fin dai livelli più bassi, secondo la logica prettamente europea del bottom-up. Un nuovo strumento che invece di singoli interventi, pone l’attenzione su azioni coerenti e continuate per i diversi settori urbani. Una necessità che si fa sentire fortemente anche nelle città toscane, come indicato anche da Gianfranco Chetoni, il dirigente del settore urbanistica del Comune di Livorno intervenuto ai lavori: “Fin dai primi piani strutturali abbiamo partecipato con interventi di riqualificazione urbana sul territorio comunale, ma si avverte il bisogno di un piano organico di intervento che non debba rispondere ogni volta a regole diverse e particolari”.
“Una sfida importante per i comuni toscani – ha detto nel suo intervento la consulente di Anci Toscana, Livia Marinetto –le amministrazioni interessate saranno individuate dalla Regione in base al criterio della popolazione (oltre 20mila abitanti) e rispetto ad altri parametri riguardanti gli aspetti più critici dei centri urbani. Un’occasione in cui si misurerà nei fatti la capacità di programmazione degli enti locali che dovranno costruire piani organici che integrino gli interventi sporadici registrati finora”.
“L’Europa ci chiede nuove responsabilità e nuove capacità di programmazione – ha commentato Paolo Fontanelli, Presidente Anci Toscana – e dobbiamo riuscire ad essere competitivi con gli altri paesi che hanno già raccolto questo impegno in termini di programmazione e sviluppo delle città metropolitane, come ad esempio Lille.”