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Aspettando i saldi

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Aspettando i saldi

Vendite di fine stagione al via martedì 7 luglio. Circa 260 euro il budget di spesa
per ogni famiglia aretina. La stagione primavera-estate ha fatto segnare un -8%
sul fatturato dei negozi della moda. Che ora confidano negli sconti
per riaccendere la voglia di acquistare

AREZZO – Martedì 7 luglio si aprono ufficialmente in Toscana le vendite di fine stagione, che termineranno il prossimo 7 settembre. In provincia di Arezzo sono circa un migliaio i negozi della moda interessati al fenomeno, tra abbigliamento, calzature, pelleterie e articoli sportivi.

Secondo le previsioni di Confcommercio, ogni famiglia aretina dovrebbe investire negli acquisti in saldo 260 euro, ovvero circa venti euro in meno rispetto allo scorso anno. Buone le aspettative degli operatori commerciali, che vengono da un periodo piuttosto difficile, vista la contrazione dei consumi che penalizza il settore moda più di altri ormai da qualche anno.

“Le vendite della stagione primavera-estate si sono attestate intorno al -8% rispetto allo scorso anno, anche per effetto del fattore climatico poco favorevole – dice il presidente di Federmoda Arezzo Paolo Mantovani – La percentuale è frutto di una media fra i negozi di target alto, che seppure con più fatica hanno mantenuto un fatturato in linea con quello del 2008, e quelli di target medio-basso, che invece hanno visto una contrazione maggiore degli affari, fino ad oltre il 20 per cento in meno”.

“Più che il potere di spesa – spiega Mantovani –si è affievolita la propensione agli acquisti di molti consumatori. Ora l’opportunità di fare qualche buon affare con i saldi, risparmiando da subito almeno il 30% su ogni articolo, potrebbe risvegliare la voglia di fare shopping”.

I saldi estivi potrebbero dunque portare le imprese della moda ad un parziale recupero. “Le speranze ci sono. Soprattutto nei primi giorni ci aspettiamo un grande movimento di persone. Ma l’incasso delle vendite a saldo – precisa Mantovani – rappresenta solo il 12% circa del nostro fatturato totale annuo”.

“Nell’ambiente si respira un’aria piuttosto preoccupata – prosegue il presidente di Federmoda Arezzo – l’ho percepito nelle ultime manifestazioni della moda a Firenze e Milano. Tutti sperano che la stagione primavera –estate 2009 abbia segnato il minimo storico per i consumi della moda, dopo il quale non si può far altro che risalire”.

Sul fenomeno dei saldi anticipati praticati da alcuni negozi, che anche quest’anno ha fatto discutere, Mantovani sottolinea: “È normale che in tempi difficili ci sia sempre qualcuno che cerca di approfittarne, o forse solo di sopravvivere, con mezzi sul filo della legalità, tra vendite promozionali e saldi anticipati. Ma è un fenomeno a cui va messa la parola fine: o si regolarizza la situazione richiamando tutti al rispetto delle regole oppure si va verso la liberalizzazione completa, lasciando al mercato il compito di autoregolamentarsi. Auspico il ritorno ad una condotta più corretta degli operatori e confido sulla capacità di scelta dei consumatori. Il prezzo? Certo, è importante. Ma va di pari passo con la qualità. Ed è difficile che ad un prezzo stracciato corrisponda l’eccellenza”.

La cosa certa è che qualcosa deve cambiare. “Ci vogliono delle strategie integrate per rimettere in moto il mercato. Molti fornitori stanno proponendo ai dettaglianti collezioni più appetibili dal punto di vista stilistico ed anche dei prezzi. Tra questi i più evoluti hanno finalmente capito che la distribuzione è parte integrante del successo di un brand, ed ora provano a trasformare i nostri consigli in consulenze da usare per migliorare i loro prodotti. Mi sembra un segnale estremamente positivo. Sta a noi fare lo stesso con le informazioni che ci arrivano dai nostri affezionati clienti”.

Confcommercio ricorda alcuni principi di base
per il corretto acquisto degli articoli in saldo

1. Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (art. 1519 ter cod. civile introdotto da D.L.vo n. 24/2002). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.

2. Prova dei capi: non c’è obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante.

3. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante qualora sia esposto nel punto vendita l'adesivo che attesta la relativa convenzione.

4. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Tuttavia nulla vieta di porre in vendita anche capi appartenenti non alla stagione in corso.

5. Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.