Home Attualità Trasporto con le gomme a terra

Trasporto con le gomme a terra

0
Trasporto con le gomme a terra

Mentre a Roma proseguono gli incontri tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri ed i rappresentanti delle categorie dell?autotrasporto, la FITA CNA aretina esprime le proprie preoccupazioni sul futuro del settore.
?Dopo diversi anni di congiuntura sfavorevole legata alla crisi dell?economia ? commenta Mauro Borgogni, responsabile provinciale FITA CNA – a dare la mazzata finale alle aziende di autotrasporto è adesso l?impennata del prezzo del gasolio, ovvero della ?materia prima? del settore che da sola rappresenta mediamente il 25% dei costi aziendali. Ma l?aumento vertiginoso del prezzo del gasolio, (basta il dato numerico: + 14,86% dall?inizio dell?anno-fonte Minindustria) non è il solo problema di questa categoria, così bistrattata eppure così importante nell?economia del paese?.
Di fronte ad una situazione di riduzione del fatturato delle imprese, si registra un aumento generalizzato dei costi del gasolio e dei pedaggi autostradali, di quello del lavoro e delle altre voci negative per le aziende, insieme anche ad un inasprimento delle norme che riducono ulteriormente la produttività delle aziende.
?Quello che si rileva – commenta Giuseppe Brasini Presidente Regionale della FITA CNA – è che a fronte dell?aumento dei costi, il mercato ci costringe a lavorare nella stragrande maggioranza dei casi a prezzi più bassi e così cresce l?indebitamento degli autotrasportatori. Le leggi che dovrebbero tutelarci sono ormai largamente disattese e la riforma del settore, di fatto, ci lascia in balia di un mercato sempre più selvaggio, che rischia di sacrificare prima di tutto la sicurezza?.
La FITA ha le idee chiare per salvaguardare il settore. Innanzi tutto frenando gli effetti dell?aumento del gasolio con un intervento riequilibratore da parte del Governo.
?E? fondamentale- prosegue Brasini – che la riforma in discussione in Parlamento si basi su alcuni punti irrinunciabili: la responsabilizzazione di committenti e caricatori sul rispetto delle norme sulla sicurezza, l?individuazione di una serie di misure che incidano sulla frammentazione delle imprese per una vera riorganizzazione del settore. Insieme a ciò occorre anche favorire le relazioni contrattuali autotrasporto ? committenza attraverso un contratto obbligatorio abbinato ad accordi nazionali di settore che consenta alle imprese di trovare i margini per investire in nuova organizzazione aziendale ed infine, ma non per importanza, limitare l?accesso al mercato prorogando l?attuale sistema che prevede la necessità di un?impresa che cessi affinché un?altra possa iniziare l?attività. Questo consentirebbe che il processo di rafforzamento delle imprese prosegua: in pochi anni di vigenza di questa misura i monoveicolari sono scesi da quasi il 70% al di sotto del 50%. E? questa la strada obbligata per dare più efficienza ma anche più potere contrattuale ad un intero settore che altrimenti rischia di soccombere?.
I dati ufficiali danno ragione alla FITA: nel periodo 2000 ? 2003 le imprese attive sono diminuite del 5,37% e, facendo l?analisi di aziende prese a campione in tutta la regione nei vari settori del trasporto, emerge una diminuzione costante del fatturato a fronte di un aumento, anche questo purtroppo costante, dei costi delle imprese.
In ultimo, la FITA CNA richiama l?attenzione sulla questione ?bonus?: si tratta di un rimborso concesso dallo stato negli anni 1990- 1994 che ora, a seguito della condanna della UE, le imprese saranno chiamate a restituire, in una situazione completamente diversa rispetto a 10 anni fa.
Siamo dunque in piena emergenza. E se vogliamo che l?intera economia non risenta dei problemi del settore, tutto il sistema deve rendersi disponibile ad un confronto per individuarne i rimedi. FITA CNA chiama in causa in primo luogo Governo e Parlamento insieme alla Regione ed alla committenza, con i cui rappresentanti occorre aprire una fase nuova, che parta dai tanti interessi comuni per trovare risposte condivise alle questioni aperte.
Per questo quanto successo ieri nell?incontro con il Governo lascia la FITA CNA perplessa: ?seppur un attesa di circa 10 giorni non pregiudichi il possibile valore di un eventuale intesa ? conclude Borgogni ? ciò che ci preoccupa è il fatto che sembra non vi siano condizioni economiche favorevoli al contenimento dei costi e per la riforma del settore?. Pertanto se i problemi posti non trovassero soluzioni entro il corrente mese alla categoria non rimarrebbe altra strada che quella della mobilitazione. Il che significa il fermo delle attività.

Articlolo scritto da: CNA Arezzo