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Il Giardino di Liuba

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Il Giardino di Liuba

Prosegue la Stagione di Prosa 2004/2005 organizzata dal Comune di Arezzo, Assessorato alla Cultura e Spettacolo, con lo spettacolo IL GIARDINO DI LIUBA, liberamente ispirato a ?Il Giardino dei Ciliegi? di A.Cechov, che andrà in scena al Teatro Comunale della Bicchieraia, mercoledì 12 gennaio, alle ore 21.

L?adattamento del testo e la regia sono di Gianfranco Pedullà, tra gli interpreti: Giusi Merli e Andrea Biagiotti.

La vendita dei biglietti viene effettuata presso il Servizio Informagiovani del Comune di Arezzo (Piazza Guido Monaco, 2, tel. 0575 377868), dalle ore 10 alle ore 19 di tutti i giorni feriali. La prevendita non comporta costo aggiuntivo sul biglietto.

Nel giorno di spettacolo la vendita è effettuata presso il Servizio Informagiovani dalle ore 10 alle ore 17 e presso il botteghino del Teatro Bicchieraia dalle ore 18 alle ore 20.45.

Per ulteriori informazioni è possibile contattare il Servizio Attività Teatrali e Musicali del Comune di Arezzo, tel. 0575 377503-377505-377442.

Note artistiche dello spettacolo:

IL GIARDINO DI LIUBA
uno studio liberamente ispirato a IL GIARDINO DEI CILIEGI di A.Cechov

adattamento del testo e regia: Gianfranco Pedullà

con: Giusi Merli, Marco Natalucci, Sandro Carotti, Andrea Biagiotti, Riccardo Bono, Caterina Turi, Giulia Colucci

musiche originali: Jonathan Faralli

assistenza alla regia: Donatella Volpi

Produzione: Teatro Popolare D?Arte

Quando i lavori di Cechov (1860-1904) apparvero sulla scena, tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento i contemporanei furono sorpresi dal fatto che i suoi protagonisti non si comportavano come i soliti personaggi, e i loro dialoghi non erano simili al consueto dialogo teatrale. Nei suoi lavori tutto sembra straordinariamente semplice, umano eppure insolito, contraddittorio, misterioso. Un mistero che è nelle cose, nella vita, nei rapporti fra le persone. I suoi personaggi parlano e si comportano come nella vita, dimenticando la scena e le sue regole poste dalla tradizione ottocentesca. Poche le azioni compiute e le conseguenze strettamente logiche.

Il lavoro è tratto dall?ultima opera di Anton Cechov, un grande testo che indica una fase di passaggio, una transizione epocale. Nell?adattamento di Pedullà la storia è già avvenuta. La protagonista, Ljuba, la rivive nella sua stanza della memoria, dove riascolta le voci, rivive con i suoi fantasmi il tempo del ripensamento e del bilancio della propria vita. I quattro atti originali sono stati ripensati e riadattati in un atto unico composto da quattro movimenti:

primo movimento: IL RITORNO

secondo movimento: LE VISIONI DEL MONDO

terzo movimento: LA CADUTA

quarto movimento: LA RIPARTENZA

E? stato detto che Il Giardino dei Ciliegi è il poema della ?sofferenza del mutamento?: la presa d?atto che stiamo diventando altro da prima. In questo troviamo un elemento di urgenza e grande attualità del testo. Una modernità nelle forme espressive e nei contenuti: tagliare gli alberi a favore di una speculazione edilizia è quanto succede anche oggi. Un testo ?verde? lo ha definito Guido Ceronetti.

Un testo ecologico anche nel senso di rinviare ad una specie di "ecologia della mente", nel senso di invitare ad uno sguardo superiore verso le vicende degli uomini, con le loro miserie e le loro grandezze, le loro ascese e le loro cadute.

Un testo ancora contemporaneo per l'asciuttezza del linguaggio teatrale utilizzato che esalta una sorta di tensione apocalittica insita nell'uomo in quanto tale, così drammaticamente sospeso fra vita e morte. Il giardino dei ciliegi ci fa pensare per una serie di motivi (dal monologo interiore al dialogo assurdo eppure così quotidiano fino alla ricombinazione delle relazioni fra il comico e il tragico) al teatro di Beckett. Il giardino dei ciliegi – come scrive Georges Banu nel suo ultimo saggio – è, del resto, un testo cardine del Novecento: lo apre, lo attraversa in un tentativo di racconto tragico ma leggero della commedia umana. Un testo che mostra uno sguardo superiore dell'autore che, proprio nei suoi ultimi mesi di vita, scrive quest'opera così ricca di umore e di tragedia, di slancio e di impotenza. Bisognerebbe riflettere sulla bellezza e l'importanza degli ultimi testi per i grandi poeti della scena: da LA TEMPESTA di Shakespeare ai GIGANTI DELLA MONTAGNA di Pirandello sono opere che racchiudono il massimo di conoscenza della vita e di sintesi stilistica dei singoli autori.

Articlolo scritto da: Comune di Arezzo