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Notti di Mezza Estate, Rassegna teatrale

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Notti di Mezza Estate, Rassegna teatrale

Secondo appuntamento con la rassegna teatrale NOTTI DI MEZZA ESTATE, organizzata dall?Assessorato alla Cultura e Spettacolo del Comune di Arezzo: martedì 2 agosto, alle ore 21,15, nel Chiostro del Teatro Bicchieraia, andrà in scena il concerto intorno alla musica liturgica ebraica ENRICO FINK ? Il ritorno alla fede del cantante di jazz.


La rassegna, inserita nel calendario dell?Estate Aretina 2005, proseguirà con altri tre appuntamenti fino al 10 agosto.

Il costo del biglietto di ingresso per i singoli spettacoli è di ? 7,00.

Per ulteriori informazioni è possibile contattare l?Ufficio Cultura, Attività Teatrali e Musicali del Comune di Arezzo: tel. 0575 377503 ? 377505 ? 377442.

Note artistiche dello spettacolo:

ENRICO FINK ? Il ritorno alla fede del cantante di jazz

Un concerto non ?di?, ma ?intorno alla? musica liturgica ebraica, di tradizione italiana ed est europea.

con:
Enrico Fink ? voce e flauto
Stefano Bartolini ? sax baritono
Arlo Bigazzi ? basso elettrico
Alessandro Francolini ? chitarra
Filippo Pedol ? contrabbasso

regia sonora: Guglielmo Ridolfo Gagliano
produzione: Officine della Cultura

Da anni ormai Enrico Fink e il suo gruppo si sono affermati come una delle formazioni più interessanti nel panorama italiano della riscoperta e rielaborazione di musica tradizionale ebraica.

I primi lavori, teatrali e musicali (tra cui Lokshen ? Patrilineare, uscito in cd per la Materiali Sonori nel 1999, racconto in musica dedicato alla figura del bisnonno di Enrico, profugo dalla Russia zarista e cantore a Ferrara negli anni ?30; Purimshpil, riscrittura a due voci del classico di I. Manger Di Megile Lider) si sono soffermati in prevalenza sulle tradizioni est europee, popolari e religiose; ma da anni il gruppo ha voluto dedicarsi anche ad un repertorio italiano, ricchissimo e ancora per certi versi inesplorato.

Già in Patrilineare il viaggio dalla Russia all?Italia della famiglia di Enrico agli inizi del secolo veniva raccontato in musica, accostando alla hazanut (la tradizione cantoriale) di tradizione est europea alcune melodie di tradizione ebraica italiana. Ne è seguito un lungo tempo di ascolto delle fonti, in particolare nelle comunità di Ferrara e Firenze, non solo delle melodie ancora oggi in uso in sinagoga ma anche di quelle dimenticate da decenni, grazie a registrazioni e partiture reperite con l?aiuto di privati e di istituzioni (fra cui il Centro Etnografico del Comune di Ferrara e l?associazione Yuval Italia, dedicata allo studio della musica ebraica).

La musica liturgica ebraica in Italia ha una storia ricca e complessa. A Ferrara, ad esempio, esistevano fino a prima della guerra ben quattro sinagoghe, e nelle tre principali si seguivano le tre tradizioni più diffuse in Italia: il rito sefardita (proprio degli ebrei di discendenza spagnola, arrivati in Italia in seguito alla cacciata dalla Spagna nel 1492), quello ashkenazita (proprio degli ebrei di origine tedesca ed est europea stanziatisi nel corso dei secoli in gran parte dell?Europa, compresa l?Italia settentrionale), e quello italiano (proprio delle comunità romane, presenti in Italia prima della distruzione del tempio da parte dei Romani e dell?inizio della diaspora ebraica). Riti diversi presentano differenze nella struttura e nell?ordine delle preghiere, e differenze notevoli nelle melodie che accompagnano le preghiere stesse; ogni comunità, inoltre, ha conservato proprie tradizioni, e in particolare propri canti e melodie. Il tentativo di cancellazione dell?ebraismo italiano, oltre che europeo, messo in atto dal nazifascismo ha messo in grave rischio la conservazione di queste tradizioni, soprattutto in città che si sono pian piano svuotate, come Ferrara, che un tempo ospitava una delle principali comunità europee, oggi comunità piccola in cui la memoria è affidata a sempre meno ?testimoni?.

Con questo nuovo progetto, che uscirà come nuovo CD per Materiali Sonori nel 2004 la formazione di Enrico Fink sperimenta una rivisitazione del canto sinagogale italiano, affrontandone il ricco patrimonio con rispetto ma con uno spirito contemporaneo, aperto alla rielaborazione.

Il modo migliore di definire questo lavoro è un?percorso affettivo?: un lungo lavoro di ricerca, studio ed esecuzione, ricco di differenti approcci alla musica di ispirazione religiosa: da composizioni di carattere jazzistico a brani più legati all?esperienza classica contemporanea. Le differenti ispirazioni musicali sono legate da un comune sentire: sono interpretate percorrendo la linea sottile fra il rispetto di melodie di per sé significative in quanto sottratte all?oblio, e la necessaria libertà nel riproporle e riviverle secondo una propria sensibilità.

Articlolo scritto da: Comune di Arezzo